Snaturarsi è un bene
Napoli-Sassuolo genera un punto a testa, ottenuto però con modalità nettamente differenti. Di Francesco ha il coraggio di cambiare, Sarri no.
Un punto che sa di sconfitta. Per il Napoli il pareggio del San Paolo contro il Sassuolo è l’emblema di un inizio di stagione vissuto pericolosamente in salita. Sia chiaro, le prime posizioni distano pochi punti e il campionato è lungo. L’involuzione pericolosa è però quella del gioco, decisamente differente rispetto all’anno scorso. E anche l’atteggiamento dei partenopei ha permesso ai neroverdi di uscire dall’impianto di Fuorigrotta con un punto che pareva insperato.
Cambio di attitudine
“Non ci snatureremo”, aveva detto Di Francesco in conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Sassuolo. Un grido di battaglia, per testimoniare che lui e i suo ragazzi sono ancora vivi. Peccato che il tecnico abbia detto una piccola ma comprensibile bugia.
Memore anche della batosta subita in casa della Juventus, quando davvero il Sassuolo andò a giocarsela a viso aperto, stavolta il tecnico neroverde preferisce davvero cambiare atteggiamento. Il Sassuolo prova sporadicamente a proporre una sorta di manovra ragionata ma molto presto il tutto si risolve con un’attitudine da difesa&contropiede. Non è un caso, infatti, che il gol di Defrel sia arrivato proprio da una ripartenza, rivelatasi poi letale anche grazie alle qualità balistiche del giocatore francese.
Anche Di Francesco cede dunque, almeno per una volta, alla necessità del risultato. Il “coraggio” di cambiare, magari nascondendosi un po’, ha permesso ai suoi uomini di agguantare un punticino che muove leggermente la classifica e che dà fiducia dopo la fine del sogno europeo.
Tutto al solito
Paradossalmente la squadra che avrebbe bisogno di snaturarsi è il Napoli. Il gioco di Sarri, peraltro privo dell’unico motivo di riuscita di un 4-3-3, ovvero la prima punta, è infatti divenuto estremamente leggibile per gli avversari. Da fattore sorpresa la fase offensiva del Napoli è mutata a banale manovra depotenziata.
Urgerebbe un cambio di modulo. Soprattutto in virtù del fatto che il doppio impegno non permette ai giocatori di esprimersi al meglio a livello fisico e mentale. Lo stesso Sarri dimostra di essere andato un po’ in confusione. La pressione dell’anno della conferma si fa sentire, specialmente nelle scelte del tecnico. Stanco o acciaccato, certo, ma è un peccato togliere Insigne, il migliore dei suoi, negli ultimi minuti dopo il pari avversario. Nella fase, peraltro, in cui il Napoli avrebbe necessitato di un fantasista estroso.
Da considerare come attenuante c’è senz’altro la sfortuna, che sembra accompagnare gli azzurri nell’ultimo periodo. Lo scivolone di Insigne contro la Dinamo Kiev, il palo di Callejon al 93′. Due episodi che fotografano la stagione partenopea. Proprio in questo momento, a costo di perdere qualche certezza, Sarri dovrebbe provare un cambiamento. Un colpo di reni che al Napoli servirebbe come il pane. E che potrebbe raddrizzare una stagione che, almeno per adesso, sembra aver preso una piega storta.