Provaci ancora, Strama

Provaci ancora, Strama

Dopo essere stato rinnegato da un calcio italiano che inizialmente l’aveva accolto come un figlio, Andrea Stramaccioni aveva cercato fortuna all’estero. L’ex tecnico di Inter e Udinese si era accordato con il Panathinaikos nello scorso novembre. In Grecia la situazione non è andata male: nella prima stagione il Pana arriva secondo a soli due punti dall’AEK Atene. Inoltre, Stramaccioni riporta la squadra in Europa dopo molti anni.

Tutto sembrava procedere per il meglio. Ma, evidentemente, questo non basta. Perché Stramaccioni è praticamente ad un passo dall’abbandonare il Panathinaikos.

Le motivazioni dell’addio

Difficile comprendere i motivi di questa scelta. Il Panathinaikos è infatti terzo in classifica, a pochissimi punti dalla seconda. Il bottino del campionato, sino ad ora, è ricco: 4 vittorie, 3 pareggi e solo 2 ko. Una squadra tutto sommato in salute, che segue il suo allenatore. Stramaccioni però è ormai in procinto di rescindere consensualmente con il club, soprattutto per via di alcune incomprensioni con la società, che a quanto pare sarebbero alla base dell’addio.

Inoltre, da mesi ormai la situazione del campionato greco di massima serie è molto delicata. Svariati gli episodi di violenza, che forse hanno dato da pensare al tecnico italiano. Probabilissimo, dunque, che il Panathinaikos debba fare a meno di lui molto presto.

Tornare enfant prodige

Stramaccioni dunque sarà libero sulla piazza. E il suo obiettivo, ovviamente, è quello di tornare in Italia. Una patria che gli ha lasciato l’amaro in bocca, dopo i due esoneri rimediati a Milano e Udine.

Da mago delle giovanili a tecnico sopravvalutato, il passo è stato breve. Stramaccioni ha sempre difeso il suo lavoro, ed in effetti le attenuanti in carriera possono essere trovate. All’Inter, ad esempio, nella seconda parte di stagione subì una clamorosa ecatombe di giocatori, infortunati e dunque non disponibili. Al tecnico non resta che provare ai critici di che pasta sia realmente fatto. E siamo certi che, prima o dopo, una squadra italiana tornerà a credere in lui.