Barcellona-Real Madrid, un Clásico spartiacque

Barcellona-Real Madrid, un Clásico spartiacque

Il giorno del Clásico è arrivato: al Camp Nou Barcellona-Real Madrid, nulla sarà più come prima.

In Catalogna hanno ormai da molto proibito le corride, tradizione principalmente andalusa e castigliana, eppure questo sabato il Camp Nou si trasformerà in una vera e propria arena da combattimento, in occasione del Clásico di andata tra il Barcellona e il Real Madrid. Le vibrazione dell’unico evento che riempie oltremodo la sala stampa del centro sportivo del Barça nella vigilia e, di conseguenza, la tribuna dedicata ai media del Camp Nou, si iniziano già a percepire nelle strade di una città già addobbata a Natale e attaccata dal primo vero freddo.

I padroni di casa sono chiamati a una prova di forza più mentale che fisica, dopo aver racimolato appena 2 punti su 6 possibili nelle ultime due apparizioni, palesando un chiaro deficit di rendimento da parte di panchinari come André Gomes e Alcácer, ai quali pesa troppo dover sostituire gente come Iniesta e Suárez, mentre Luis Enrique sembra più nervoso che mai.

Stili diametralmente opposti

Ed è proprio il duello delle panchine quello più stuzzicante, dato che la BBC non sarà al completo per l’assenza di Bale, e gli scontri individuali tra Ronaldo e Messi sono passati ad aneddoto. Sia Luis Enrique sia Zidane rispecchiano in panchina e in conferenza stampa il comportamento che avevano in campo. Sia in giacca e cravatta o coi tacchetti sotto i piedi, l’asturiano e il marsigliese hanno sempre sfoggiato una irriverenza sommaria che si ammorbidisce o si indurisce a seconda del risultato in campo. Se, però, il tecnico del Barcellona è attaccato per la mancanza di un gioco proprio dell’identità del club blaugrana, e per molti è stato benedetto dalla MSN, l’allenatore dei blancos, seppur anch’egli accusato di non aver dato un’impronta di gioco ai suoi, ha conquistato la sua truppa con la sua aura de ex fenomeno.

I sei punti di distanza fino ad ora, sono quindi più una questione di concretezza e di cinismo che di qualità del gioco espresso. Il Real difficilmente perde, anche se gioca male, mentre il Barça, che in difesa ha perso la solidità di Bravo e vede Mascherano scricchiolare sempre di più, a volte anche giocando bene perde o comunque non vince. L’anno scorso fu proprio una prestazione scialba della difesa a permettere al Real di espugnare il Camp Nou e a dar vita a un finale thrilling di campionato.

Punto di inflessione

Con la distanza messa da parte da parte dei madrileni, che comunque giocheranno per vincere, il Clásico di sabato assume i connotati di una sfida chiave per un Barcellona che al di là del gioco deve ritrovare la vittoria e in tal modo potrebbe ridurre di tre punti il gap con la capolista. Luis Enrique avrà dunque il compito di motivare i suoi per ottenere il massimo risultato senza dover neanche dosare le energie per l’incontro di Champions di martedì, essendo ormai sicuro del primo posto nel girone. Un pareggio o una sconfitta complicherebbe seriamente il cammino in Liga.

Per vincere l’asturiano punta tutto sul ritorno di Iniesta e ovviamente sui tre diavoli di cui dispone in attacco, oltre ad aver recuperato un elemento importante come il difensore Umtiti, l’unico acquisto di quest’estate che ha dimostrato un certo valore e un prospetto interessante. E fu proprio un difensore francese, Mathieu, a segnare uno dei gol con i quali il Barça si impose per l’ultima volta in un Clásico in casa, nel marzo 2013. Un segnale?

di Antonio Moschella