Lulic si scusa: “Conosco i pregiudizi etnici, mi sono lasciato trasportare dal momento”

Lulic si scusa: “Conosco i pregiudizi etnici, mi sono lasciato trasportare dal momento”

Le parole del post Derby possono mettere nei guai Senad Lulic. Il bosniaco, intanto, si scusa dopo l’uscita infelice.

Il Derby della Capitale ha incoronato i giallorossi di Spalletti. Lazio-Roma è terminata 0-2, con le reti dei centrocampisti Strootman e Nainggolan. Una vittoria che riporta i giallorossi al secondo posto in classifica, dopo una gara abbastanza tesa, soprattutto negli ultimi minuti. Tra le situazioni riportate dagli organi sportivi anche quella riguardante la querelle tra Lulic e Rudiger.

Il giocatore della Lazio, nel post partita, si è lamentato per via dell’atteggiamento poco sportivo del tedesco nei confronti degli avversari. Nel farlo, però, ha utilizzato un’espressione decisamente fraintendibile, che da alcuni è stata considerata anche razzista. In attesa di eventuali provvedimenti, Lulic si è scusato con tutti per quanto avvenuto ieri.

Le scuse ufficiali

Attraverso il suo profilo ufficiale Facebook Senad Lulic ha provato a calmare le acque, decisamente agitate dopo le sue dichiarazioni poco accorte.

“A mente fredda mi rendo conto di aver risposto ad una provocazione con un’altra provocazione”, spiega. “Provengo da un paese che conosce le tragedie causate dai pregiudizi etnici. Per questo mi dispiace di essermi fatto prendere dalla tensione del dopo Derby e di essermi espresso in maniera infelice”.

Il precedente Grassi inchioda il bosniaco

Le frasi di Lulic sul “vendere calzini” non sono passate inosservate. L’esterno mancino della Lazio potrebbe anche andare incontro ad una squalifica piuttosto pesante.

Questo soprattutto perché un precedente potrebbe essere decisivo. Nel 2014, infatti, il giocatore dell’Atalanta Alberto Grassi si rivolse con un’espressione simile ad un avversario di colore, chiamandolo vu cumprà. Fu squalificato basandosi sull’articolo 11 della Giustizia Sportiva, il cui comma 1 recita che “Costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori”.

Anche la Lazio rischia una sanzione, per responsabilità oggettiva. Lulic rischia di aver combinato un bel guaio: nei prossimi giorni ne sapremo di più.