Diventare grandi

Diventare grandi

La partita contro il Benfica dà l’indicazione sul Napoli che tutti aspettavano. La squadra di Sarri, forse, è finalmente diventata grande.

Missione compiuta. Lo spettro del girone della morte era tornato ad aleggiare prepotente. Le ultime tre gare di Champions League avevano minato tutte le certezze di un Napoli che stava passando dal dare spettacolo al dover guarire dalla malattia di una sconfortante depressione. E invece, proprio nel momento decisivo la squadra di Sarri dimostra di aver maturato un aspetto fondamentale per una competizione europea. Quella voglia di vincere che, a conti fatti, da sola può fare la differenza.

Dare un senso alla prima parte di stagione, discussa e fin troppo chiacchierata, era l’obiettivo non dichiarato di giocatori e tecnico. Con una vittoria del genere, che cancella gran parte delle critiche arrivate fino ad ora, forse anche troppo frettolosamente, il Napoli può persino sognare un miglioramento esponenziale. E può farlo sin da subito, a prescindere dall’avversario che si troverà davanti agli ottavi.

Supereroi, con qualche difetto

Il merito del Napoli è stato certamente quello di non scomporsi dinanzi ad una squadra che in casa è considerata quasi imbattibile. Una compagine, il Benfica, decisamente con più esperienza internazionale. Una squadra che l’anno prima era arrivata ai quarti di finale della competizione, eliminata soltanto dal Guardiolismo della Baviera. Conscio dei suoi limiti, Sarri in conferenza stampa fa persino troppa pretattica. Parla di un Napoli che spesso dovrà cedere il pallino del gioco ad avversari con la stessa compostezza nel possesso. Poi la partita racconta invece di un Napoli che il possesso lo monopolizza. Dominando un impianto affascinante come il Da Luz. Quella di questa sera è certamente la vittoria più importante della sua carriera. E l’intera qualificazione è uno schiaffo in faccia a chi non lo riteneva degno di palcoscenici del genere.

Ovviamente, anche in un’impresa del genere, è giusto trovare qualcosa da migliorare. La difesa propone sempre troppi errori individuali, ad esempio. Nel primo tempo quello di Ghoulam, nel secondo quello decisamente censurabile di Albiol. Dettati troppo spesso da un eccesso di confidenza, questi infortuni devono sparire definitivamente per poter consegnare a Sarri una difesa degna di questo nome. E ancora: oggi i gol sono arrivati ma di nuovo si è sprecato troppo e concretizzato decisamente meno di quanto creato. Un problema che, probabilmente, verrà risolto con l’avvento di una prima punta vera, che sia Milik o un nuovo arrivo.

I numeri dell’impresa

Il Napoli vince dunque per la prima volta a Lisbona, vendicandosi del 2-0 che estromise gli azzurri dai preliminari di Coppa UEFA qualche stagione fa. Serata di prime volte quella lusitana: mai i partenopei avevano vinto il loro girone in Champions League. Nel dettaglio, la squadra azzurra ha vinto 3 partite, pareggiandone 2 e perdendo solo contro il Besiktas al San Paolo.

Ovviamente si tratta della seconda qualificazione agli ottavi di finale per il Napoli, dopo quella ottenuta nel 2011-2012. Sempre in chiave di battesimi, quello di Callejon è stato il primo gol dello spagnolo in questa edizione della competizione. Di tutt’altro tenore il girone di Mertens, che ha partecipato in maniera attiva a 6 delle ultime 8 segnature azzurre in Champions League. Nello specifico, il belga ha siglato 4 reti servendo 2 assist.