Napoli, l’orchestra di Sarri ha raggiunto la sinfonia perfetta nel 2016

Napoli, l’orchestra di Sarri ha raggiunto la sinfonia perfetta nel 2016

Napoli orchestra Sarri – La perfezione e l’armonia del gioco partenopeo.

“Il Napoli è un’orchestra con uno splendido spartito che guida ed esalta i proprio suonatori, uno spettacolo di armonia e di padronanza del pallone e del campo. Va in gol e non indietreggia, continua a macinare gioco divertendosi e divertendo: non c’è noia ma gioia, felicità di essere protagonisti. Neppure il grande Napoli di Maradona era così armonioso e protagonista: aveva individualità superiori, era meno intonato e meno collettivo di questo”.

Questa è la definizione che Arrigo Sacchi ha dato dell’orchestra guidata da Maurizio Sarri. Parole di un anno fa che oggi sono più attuali che mai. L’ex allenatore del Milan si è accorto subito della maestosità, della leggerezza e delle qualità del gioco messo in mostra dai partenopei da quando sulla panchina si è seduto il tecnico toscano. Il possesso palla prolungato, il fraseggio, la costruzione dal basso e lo sviluppo manovrato sono le chiavi del Napoli targato Sarri. Ad un anno di distanza dalle parole di Sacchi arrivano anche le statistiche per confermare l’elaborata composizione dell’allenatore dei partenopei. Nella top 5 dei giocatori che hanno effettuato più passaggi in Serie A troviamo ben quattro giocatori napoletani: Hamsik, Jorginho, Koulibaly ed Albiol, infatti, hanno confezionato poco meno di 10 mila passaggi. Segno di una costruzione di gioco complessa che parte dai due difensori centrali e che si sviluppa con i tre centrali di centrocampo. Una trama districata di passaggi che ha come obiettivo quello di smuovere le difese avversarie per cercare il giusto pertugio. Un lavoro lento e complicato che richiede un grande sforzo dal punto di vista fisico e mentale. Un’orchestra in cui ogni musicista ha un ruolo fondamentale che trova la sua massima espressione nell’unione con gli altri.

Non è solo passaggi e possesso palla

Il 2016 è stato l’anno che ha consacrato Sarri e il lavoro che ha svolto a Napoli. Il gioco espresso dalla sua squadra ha trovato molti estimatori e a macchia d’olio la voce del suo calcio spettacolare si è espansa in tutta Europa. Maradona e Cristiano Ronaldo, per fare due nomi, sono rimasti piacevolmente colpiti dalle innovazioni e dall’idea di gioco proposta dai partenopei. Insieme a loro anche Carlo Ancelotti che ha definito il Napoli una squadra “geniale”. Per non parlare poi di Roberto Martinez, attuale ct del Belgio ed adoratore di Maurizio Sarri, con il quale vorrebbe addirittura potersi confrontare. Sì, perché il gioco degli azzurri non è fatto solo di possesso palla e di passaggi corti. Gli azzurri sono anche concreti. La manovra dei partenopei sfocia quasi sempre in una conclusione e l’opprimente possesso palla finisce per schiacciare gli avversarsi. Il Napoli, infatti, si trova al terzo posto (a pari merito con l’Inter) nella classifica dei tiri effettuati verso lo specchio della porta in questa stagione: 262 tiri totali per una media di 14,5 a partita. Dati che supportano e confermano l’importanza che la squadra napoletana ha avuto lo scorso anno per consentire ad Higuain di infrangere ogni record.  A questo, poi, si sommano le statistiche relative alla media km percorsi a partita, in cui il Napoli si conferma primatista, e la media dei tiri concessi a partita: 9,7, poco meno della Juventus che ne concede 8,2. Il Napoli di Sarri, dunque, è una macchina perfetta ed elaborata nei minimi dettagli. Un’opera minuziosa in cui ogni particolare è curato. Niente è casuale e niente si muove per volontà propria. Tutto è ragionato e tutto è costruito secondo uno schema ben preciso. Nessun passaggio, nessun tiro, niente avviene senza che tutta la squadra abbia compiuto il movimento o l’ordine impartito. È un’orchestra come la definirebbe Sacchi in cui tutti esaltano tutti. Una sinfonia, però, che ha un obiettivo ben preciso e che non si limita solamente ad allietare lo spettatore.