Educazione argentina

Educazione argentina

Allenatori argentini – Da Bielsa a Sampaoli, passando per Simeone e Pochettino. La scuola argentina degli allenatori detta legge.

L’immensa spianata di terra liscia che comprende le province di Buenos Aires e Santa Fé, bagnate dai fiumi Río de la Plata e Paraná, è uno dei lembi di terra più floridi del mondo del pallone. E non solamente se parliamo di calciatori, perché coloro che rappresentano la tendenza calcistica del momento sono i tecnici argentini cresciuti tra Rosario e la capitale, in quei 500 km di calcio battente e viscerale che si vive come in nessun altro angolo di mondo. Con le loro urla volte a infondere coraggio e ad impartire il loro credo ai calciatori che allenano, questi tecnici occupano un posto speciale nel contesto calcistico. Motivatori, strateghi, passionali, mai banali, in campo come davanti a un microfono. La loro è l’esasperazione dell’applicazione e del sacrificio applicata con delle idee ben precise, seppur non tutti le condividano. Marcelo Bielsa e Jorge Sampaoli sono i predicatori di quella sorta di ‘folle saggezza’ che li ha resi ormai celebri e per la quale tutti gli argentini vorrebbero uno di questi tre al comando della nazionale potenzialmente più forte del momento, ma che non riesce a trovare equilibrio.

Santa Fe, vivere di calcio

Negli anni ‘70 il celebre scrittore e fumettista Roberto Fontanarrosa ‘disegnava a modo suo il fenomeno calcistico nel bar Cairo di Rosario, sita nella provincia di Santa Fe e luogo di nascita di vari calciatori emblematici, partendo dal fantomatico Carlovich fino a Messi. Tifoso del Rosario Central, una delle due squadre della città, ‘El Negro’ sarebbe diventato un’icona assoluta del tifo dei gialloblu, in perenne contrapposizione dei rossoneri del Newell’s Old Boys dei quali invece l’emblema è Marcelo Bielsa. Quest’ultimo, mai in grado di competere ad alti livelli, a 26 anni decise di ritirarsi per dedicarsi allo studio del calcio e, dopo qualche anno e una serie di viaggi in una Fiat 147 in tutta l’Argentina, si erse prima a formatore di calciatori e poi ad allenatore. Maniaco e quasi dispotico, Bielsa creó uno stile tutto suo che Jorge Sampaoli, nato a pochi km da Rosario, seppe far suo poco a poco, fin da quando allenava una scrausa squadretta di provincia.

Dal Paraná al Guadalquivir

Ora che il suo Siviglia è secondo in Liga dopo aver sconfitto il Real Madrid capolista con una prestazione intensa e con il sangue agli occhi durante tutti i 95 minuti di gioco, le sue strigliate sono diventate virali. Probabilmente in questo momento nessuno vive le partite come Sampaoli, che cerca un calcio spericolato e divertente ed è capace di smussare sul serio diamanti grezzi come Nasri e Jovetic, che stanno vivendo una seconda giovinezza sulla riva nord del Guadalquivir. C’è chi aveva dubbi sull’impatto dell’ex tecnico del Cile con il calcio europeo, questionando la sua capacità di adattamento al modo di giocare del Vecchio Continente. E invece Sampaoli ha colonizzato lui stesso la Liga, traendo beneficio dalle ottime capacità di Monchi nel portare al Sánchez Pizjuán i calciatori a lui consoni, tra i quali un Vazquez che danza col pallone come se avesse sempre giocato in Spagna.

Diego e Mauricio, allenatori da sempre

Compagni di squadra in nazionale, Diego Simeone e Mauricio Pochettino sono i giovani rampanti di questa scuola, i discepoli che in qualche modo hanno già superato il maestro Bielsa, che li indottrinò durante i suoi anni da tecnico della Selección. Entrambi erano già allenatori in campo, con una leadership elevata e una fiducia enorme nei propri mezzi, motivando i compagni dal primo all’ultimo minuto. Il Cholo è artefice del fuoco che ha dato la più grande scossa a livello animico dell’Atletico Madrid, che è tornato ad essere grande e a vincere una Liga 18 anni dopo il campionato vinto dallo stesso Simeone in qualità di giocatore. In effetti, non esiste un legame più intenso e viscerale di quello tra Diego e i colchoneros, una squadra e una tifoseria che si compenetrano totalmente con il credo e l’attitudine del tecnico argentino, dodicesimo uomo a bordo campo.

Per quanto riguarda Pochettino, invece, il cammino è stato più lungo e calmo, partendo dall’Espanyol fino ad arrivare al Tottenham dopo un breve passaggio a Southampton. Fedele al suo maestro Bielsa, Mauricio sta riuscendo con i suoi Spurs a inserirsi nella lotta per un posto Champions in barba a due mostri sacri come Guardiola e Mourinho, che per adesso guardano dal basso come il tecnico di Santa Fe prende il largo. E pensare che la grande carriera di Pep è nata intorno a una brace a casa di Bielsa, in quella Rosario che emana calcio da ogni vicolo, e che ora si vede rappresentata in Spagna, in Inghilterra e nel mondo intero.