Maradona contro Icardi: Maxi è la pietra dello scandalo
Maradona Maurizio Costanzo – La carriera al limite dell’ex azzurro all’Intervista.
Lo chiamano El Pibe de Oro, “genio del calcio”. Lui però è semplicemente (per quanto possa esserlo) Diego Armando Maradona. L’ultima puntata dell’Intervista, programma in onda su Canale 5 e condotto dal sempiterno Maurizio Costanzo, è stata dedicata proprio all’argentino che ha fatto sognare, e lo fa tutt’ora, milioni di appassionati di calcio. “Mi chiamano Pibe de Oro per quello che ho dato al Napoli. Venivo dal Barcellona, litigavo sempre con Nunez e nessuna squadra voleva comprarmi”.
Non c’è stato però solo “il calcio dei grandi” nella vita di Maradona. Tutt’altro, a fare la differenza sono stati i suoi primi tempi in Argentina: “Non avevamo la televisione a casa. Eravamo in sette in famiglia e l’unico a lavorare era mio padre. Mangiavamo dove dormivamo. Mio padre ha fatto un miracolo a crescerci tutti”. Vivo il ricordo della madre, con l’asso argentino visibilmente commosso: “Mi mancano i miei genitori. Soprattutto mia madre, era la prima tifosa. Mio padre invece non aveva tempo per giocare con me: ogni giorno si alzava alle quattro per andare a lavorare in fabbrica”.
Destinazione Napoli
“Se sono servite le intermediazioni delle banche per acquistarmi? Fosse così, sarebbe stata una cosa buona. Qualcuno ha anche detto che mi avevano pagato con la camorra – e spiega – la camorra con i giocatori di calcio è differente: voleva che portassimo lo Scudetto in città”. La vita di Maradona si snoda tra il continente sudamericano e il Golfo di Napoli: “In azzurro ho avuto modo di giocare ad altissimi livelli, ho avuto modo di fronteggiare le grandi del nord. Ho fatto delle cose che gli altri non potevano fare”.
“In Argentina si arriva a giocare in alto subito, così come in Nazionale”. Costanzo chiede allora quale sia stato il gol più bello della sua carriera: “Il sogno di tutti, il gol al Mondiale. Mi è capitato a 26 anni, ho dovuto attendere 10 anni perché accadesse”. Sui problemi affrontati in carriera, Maradona è schietto e va diritto al punto: “Il mio problema più grande è stato quello con la droga – ha confessato il celebre calciatore -. Sono fortunato ad essere ancora qui ed essere vivo. Sarei potuto morire. La prima volta fu a Barcellona, a 24 anni. Adesso sono 13 anni che non prendo più nulla”.
L’Italia e la Serie A
C’è un evidente filo di connessione tra il paese tricolore e l’Argentina. Al netto di quanto avviene nel mondo del calcio, sono tanti gli albicelesti amati in Italia: “Papa Bergoglio? Siamo due argentini arrivati molto in alto. Io scenderò, lui invece deve rimanere dove è adesso”. Non mancano poi parole dure per l’idolo attuale di tutti gli interisti: “Icardi è un traditore. Non puoi tornare a casa, a cena e sposarti con la moglie dell’amico. Sarà anche un grande calciatore ma quello che ha fatto a Maxi Lopez è brutto. Batistuta fa dieci Icardi“.
Per non parlare poi dei contenziosi con il fisco, Maradona conosce bene Equitalia sulla quale gestione chiosa: “Mamma d’o Carmine! Quando venivo in Italia mi toglievano tutto: orologi, orecchini ed anelli. Io non facevo contratti. Il mio rappresentante e Ferlaino li facevano. Loro due possono camminare tranquillamente per strada e io no? Alemao e Careca avevano il mio stesso contratto eppure il fisco viene a cercare solo me – Diego chiude – Adesso ho risolto, ci stiamo parlando con Equitalia e gli avvocati sono al lavoro”.