Furia Mourinho: Federazione e calendario i nemici dello Special One
Mourinho Manchester United – Lo Special One critica aspramente la federazione inglese.
Non è bastato il sonoro 4-0 rifilato dal suo Manchester United al Wigan a calmare la rabbia di José Mourinho. Al passaggio del turno di FA Cup, sono seguite le durissime le parole che il tecnico portoghese ha rilasciato nella conferenza stampa post-partita. Lo Special One se l’è presa con la Federazione d’oltremanica incapace – almeno a suo dire – di stilare un calendario equilibrato, capace cioè di dare la possibilità a tutte le squadre di riposarsi a dovere.
“In League Cup abbiamo il 50% di possibilità di vittoria finale. In FA Cup siamo agli ottavi e in Europa League ai sedicesimi – spiega Mourinho – abbiamo ancora un sacco di partite da dover affrontare”. Il tono poi si fa più irriverente: “Posso immaginare che di qui in poi avremo molti regali. Come il Watford oggi, Loro hanno giocato oggi in FA Cup e scenderanno in campo martedì in Premier League. Fa ridere”.
Mourinho contro tutti
Si incentra tutto sul nodo calendario il durissimo sfogo dell’ex tecnico di Inter e Chelsea, una battaglia la sua che vede partecipi molti club: “Tra ieri e oggi ci sono stati tantissimi incontri. Come è possibile pensare di riscendere in campo già martedì? Non ha senso”. Mou non lascia nulla al caso e sviscera numeri: “Guardando anche gli altri club. Il Liverpool giocherà altri 16 incontri, il Chelsea ugualmente più qualcuno in FA Cup e noi siamo in questa situazione pazzesca“.
“Il Southampton avrà due settimane di riposo prima della finale di EFL Cup. Noi giocheremo due incontri con il Saint Etienne e il prossimo turno di FA Cup, così il calendario nel miglior paese del mondo è totalmente senza senso“. Poi la battuta finale legata agli sviluppi di calciomercato, a chi gli chiede del possibile addio di Rooney, Mourinho risponde: “L’unico giocatore che ho paura di perdere di qui a due giorni è Ashley Young. Spero di averlo ancora in rosa, in FA Cup non ha giocato perché ho paura che se ne vada”.
