Barreca, la prima diagonale non si scorda mai

Barreca, la prima diagonale non si scorda mai

Barreca Torino – Il processo di crescita del classe 1995 non può passare inosservato agli occhi di tifosi ed appassionati.

Non è un bel periodo per il Torino di Sinisa Mihajlovic, attualmente nono in classifica, distante 8 lunghezze dalla zona Europa League. Rinnovato negli uomini e nello spirito dopo il quinquennio targato Ventura, il club granata si presentava ai nastri di partenza come una delle potenziali sorprese del campionato, mix eccellente di giovani in rampa di lancio alla ricerca della necessaria continuità e giocatori di indubbio talento in cerca di se stessi. Il record di punti stabilito al giro di boa aveva illuso sulle reali possibilità di lottare per un posto in Europa al pari di squadre ben più attrezzate sulla carta, ma il risveglio per società e tifosi è stato da dimenticare. Vittorioso soltanto una volta nelle ultime 8 partite, eternamente incompiuto, costantemente alle prese con i propri problemi di personalità e concentrazione, il Torino è oggi un enigma difficile da risolvere per chi ogni giorno sul campo cerca invano di imprimergli un’impronta distintiva, qualcosa che vada aldilà del tanto e bistrattato “cuore Toro”. Eppure in mezzo a tanti esempi di eterni incompiuti, spicca il caso di Antonio Barreca, il cui percorso di crescita non può passare inosservato agli occhi di tifosi e semplici appassionati. Qualcosa da cui certamente ripartire in un momento negativo, sperando finalmente di voltare pagina.

APPLICAZIONE

In mezzo a tante soluzione tecnico-tattiche, il lavoro di un allenatore viene valutato anche in base ai miglioramenti (singoli o di gruppo) che una squadra è in grado di mostrare. “La gioia più grande per un tecnico è quella di notare e apprezzare la crescita di un proprio giocatore”, una massima sempre di moda, non solo quando si è vicini all’esonero. Giustificare il miglioramento di Barreca, difensore classe ’95 alla sua prima stagione da titolare in serie A, non può prescindere dall’analizzare alcuni singoli episodi, gli stessi per cui fino a qualche mese era stato criticato. Uno scotto da pagare, quello dell’inesperienza a certi livelli, messo ampiamente in preventivo da Mihajlovic, convinto che il ragazzo potesse mostrare quei progressi che oggi tutti dovranno riconoscergli. Chiamato in causa dopo l’infortunio occorso a Molinaro, Barreca è divenuto uno dei punti fermi della squadra, saltando soltanto una delle ultime 19 partite. Terzino sinistro dotato tecnicamente, ha dovuto fare i conti con la dura realtà della A, imparando dagli inevitabili errori di gioventù, senza per questo perdere di convinzione e efficacia nei propri mezzi. Inizialmente molto più a suo agio in fase di spinta, ha sviluppato una discreta propensione a ripiegare velocemente in difesa rincorrendo il proprio avversario diretto senza farsi attaccare alle spalle da quest’ultimo, caratteristica fondamentale per un difensore di fascia. Più attento e concentrato anche grazie alle strigliate di un martello come il tecnico serbo, Barreca riesce a posizionarsi meglio anche in area di rigore, restando a contatto con l’avversario, senza però perdere mai di vista la palla.

Dopo aver sfruttato l’appoggio concessogli ingenuamente da Barreca, Gonzalo Higuain realizza la rete del vantaggio bianconero nell’ultimo derby Torino-Juventus.

MIGLIORAMENTI

Rapido nel breve, il gioiello granata (blindato dalla dirigenza con un contratto fino al 2021) si difende bene anche sul lungo. Peculiarità da sfruttare tenendo sempre alta la concentrazione, altro fondamentale su cui si è lavorato bene visti i risultati, soprattutto in relazione ad alcune situazioni nelle quali il suo comportamento difensivo si era rivelato tutt’altro che irreprensibile. Era accaduto in particolar modo nella sfide in serie con Juventus e Napoli, dove prima Higuain, poi Mertens, avevano messo a nudo tutti i difetti del Barreca difensore. Un maestro il Pipita nel prendere posizione e sfruttare con il corpo l’appoggio ingenuamente concessogli in occasione della rete del 1-2 nell’ultimo derby della Mole, scaltro il folletto belga a tagliarli la strada per ricevere il lancio in profondità di Ghoulam. Errori da matita blu, gli ultimi. Da quel momento in avanti si può dire che il rendimento di Barreca sia stato in netta controtendenza rispetto a quello del Torino, a secco di vittorie da prima della sosta natalizia. La diagonale difensiva con cui ha stoppato il tentativo a rete a botta sicura di Kurtic nell’ultima gara con l’Atalanta, è da manuale del calcio per tempismo ed efficacia, racchiudendo al suo interno tutto quanto di buono andrebbe fatto in una simile situazione di gioco. La degna chiusura di un percorso durato mesi, che oggi racconta gli incoraggianti progressi compiuti da quello che per tutti potrebbe essere il futuro terzino sinistro della Nazionale.