Nba e Marijuana: le rivelazioni di Stephen Jackson
Stephen Jackson Nba Marijuana – L’ex giocatore dei Golden State Warriors rivela dei retroscena sull’uso della Cannabis fra i giocatori Nba.
Droghe e mondo dello sport sono considerati due universi paralleli, nel senso che sono molto vicini, ma non dovrebbero mai entrare in contatto. Eppure le storie di sportivi che collidono con le droghe sono presenti fin dagli albori dello sport professionistico. Particolarmente forte, per ragioni etniche e culturali, però è il legame tra Marijuana e Nba. L’ultimo a scoperchiare nuovamente questo gigantesco vaso di Pandora è l’ex guardia dei Golden State Warriors Stephen Jackson, che ha rivelato di aver sempre fatto uso di cannabis.
Altro tiro, altro giro, altro regalo
“Altro tiro, altro giro, altro regalo” è un libro di spettacolare narrazione sportiva di Flavio Tranquillo, ma potrebbe benissimo essere anche il titolo del libro di Stephen Jackson. Questo per via delle sue ultime rivelazioni shock.
Ve lo dico onestamente, certe volte ho fumato prima di una partita e ho finito per giocare benissimo. Altre volte dopo tre minuti dovevo sedermi in panchina con le mani sulla testa pensando ‘Calmati, calmati, calmati, hai già sparato tre tiri sopra il tabellone.
Le sue parole sono una grande sorpresa per i cronisti europei, mentre non sono nulla di nuovo per le cronache sportive americane. Perfino l’allenatore della sua squadra Don Nelson era consapevole di questa abitudine di alcuni giocatori e non aveva nulla in contrario.
Don Nelson sapeva che fumavo, ne parlavamo spesso. Ricordo che eravamo nello Utah e dovevamo fare il controllo, l’ultimo della stagione. Una volta finito io e Baron Davis siamo corsi fuori dallo spogliatoio urlando, perché fare l’ultimo controllo significava poter fumare liberamente fino a fine stagione. Don era fuori che ci aspettava con un sorrisone per darci il cinque, era come uno ‘Yeah, possiamo fumare adesso!’ Era bello che il coach sapesse così tante cose di noi, è proprio questo che ci rendeva una squadra speciale.
Questa era la prassi in casa Warriors di quei tempi, ma sempre a Golden State si era aperto all’uso della cannabis recentemente.
Steve Kerr e le stime di Jay Williams
Steve Kerr la scorsa stagione ha dovuto lasciare la panchina degli Warriors per diversi mesi al suo vice per via di gravi problemi alla schiena. Per alleviare i dolori che lo affliggevano ha ammesso di aver fatto uso anche di erba a scopo medicinale. Poi ha voluto aprire la questione cannabis nel mondo dello sport.
Se penso a un giocatore di Nfl, nessuno si scandalizza quando usa del Vicodin per curare il dolore. Ma credo che non ci siano dubbi nell’affermare che l’erba è migliore per il proprio corpo rispetto al Vicodin. Ho sempre avuto la sensazione che nel nostro paese ci fosse una percezione positiva dei medicinali mentre della cannabis no. Questa cosa ultimamente sta cambiando.
E a fare da eco alle parole di Jackson e Steve Kerr ci sono le mirabolanti stime di Jay Williams, ex Chicago Bulls, per il quale circa l’80% dei giocatori Nba fa uso di marijuana. Williams sta facendo una vera e propria campagna pro cannabis in America. Anche queste sono discussioni e messaggi di fumo che si alzano dal suolo americano, come ai tempi dei pellerossa.
Non sto dicendo che la cannabis debba diventare legale anche per i ragazzi sotto i 18 anni ma, sotto un profilo medico, credo fermamente che marchi come la NBA e la MLB debbano evolversi e non rimanere prigionieri del passato.
Riccardo Meloni