Bologna-Napoli, Verdi si prepara: “Vi racconto Sarri”
Verdi Bologna Napoli – Sabato l’incontro con Sarri, il suo maestro.
L’anima del Bologna per tutta la prima parte di stagione. Simone Verdi è stata la vera e propria sorpresa della formazione rossoblù 2016/17, almeno fino all’11/a giornata quando si è dovuto inchinare alla malasorte. Il suo calvario è iniziato dopo quei maledetti dieci minuti contro la Fiorentina di una notte di fine ottobre. Trasportato in lacrime fuori dal campo in barella, per lui si trattò di distorsione della caviglia destra con distacco dell’apice del malleolo mediale con tanto di operazione datata 3 novembre scorso.
Di lì in poi, Verdi ha iniziato il suo percorso di recupero. Un iter tutt’altro che semplice che ora permette al fantasista ex Empoli di riscuotere i suoi frutti: prima il ritorno in campo con il contagocce, poi un posto da titolare nell’11 di Donadoni. Quest’oggi, il Corriere dello Sport dedica una bella intervista al giovane originario di Broni, in avvicinamento all’anticipo di sabato di Serie A Bologna–Napoli: “Per noi è una grande occasione, la affrontiamo al Dall’Ara, davanti alla nostra gente. Sono partite che vedono tutti, serate che ti possono aprire tante porte…”.
Simone Verdi racconta Maurizio Sarri
Impossibile non parlare di Maurizio Sarri, suo mentore ai tempi dell’Empoli: “Mi prendeva da parte e mi diceva: Simone, le qualità le hai, è chiaro che lei hai. Ma devi convincerti tu. Mi ripeteva: Simone, solo se ti convinci di quello che puoi fare, con il tuo talento, allora arriverai in una grande squadra – spiega il classe 1992 – Io annuivo, sì mister, gli dicevo. Con Sarri sono stato ad Empoli, mi ha insegnato tanto, è il mio maestro. So quanto gli devo. No, non ci sentiamo, niente messaggini o quelle cose lì, lui è un po’ orso, anche all’andata, al San Paolo, non ci siamo nemmeno incrociati. Lui mi ha fatto capire chi sono. C’è affetto, sembra burbero ma non lo è, in realtà è un buono”.
Sull’infortunio, un periodo davvero difficile per Verdi: “Ottantacinque giorni fermo. Ne sono uscito più forte di prima, a livello mentale. Ma ho affrontato tutto con grande serenità”. Dopo il Napoli c’è il Milan, un altro “incontro/scontro” con i ricordi: “Mi coinvolge parecchio. Sono stato lì undici anni, ho bellissimi ricordi. Ho visto il mio idolo da vicino, Sheva, nel giorno in cui ha esibito il Pallone d’Oro a San Siro. Facevo il raccattapalle, venne a un metro da me, sotto la curva e alzò il trofeo”.
Chiosa finale sul gran gol messo a segno contro la Sampdoria, connubio perfetto di tecnica e potenza: “E dire che a livello tecnico, non è nemmeno uno dei più difficili – replica Verdi, che aggiunge – ho visto arrivare questa palla di Krejcì, calibrata benissimo. Non si poteva non calciare, anche a rischio della figuraccia. Ecco, per esempio domenica scorsa a Cagliari ho ricevuto un assist in area di Destro e avrei dovuto calciare al volo, subito, di prima intenzione, senza pensarci. Invece ho voluto controllare il pallone e ho calciato, ma l’avversario mi era già addosso…Certe volte bisogna calciare, senza star lì a pensarci tanto”.
(fonte Corriere dello Sport)