“Ti spacco il cranio”: la storia del tennista Napolitano, minacciato di morte sul web

Dario Marotta
04/02/2017

“Ti spacco il cranio”: la storia del tennista Napolitano, minacciato di morte sul web

Napolitano tennis minacce – L’atleta nel mirino degli scommettitori

Quanto vale una sconfitta? Come può cambiare improvvisamente la vita di un ragazzo che gioca a tennis? A rispondere è Stefano Napolitano, involontario protagonista di una storia triste che invita a riflessioni importanti sul mondo dello sport e sul variegato universo delle scomesse. Numero 172 della classifica atp, tante promesse da mantenere e da rispettare. L’ultima in Francia, nel torneo Challenger di Quimper, dove partiva favorito contro il russo Aslan Karatsev. E arrivata invece la sconfitta, non un episodio come tanti ma l’inizio di un incubo. Da quel momento, l’atleta biellese è stato bersagliato dagli insulti via web, arrivati attraverso messaggi indirizzati alla posta privata del suo profilo social. Scommettitori inferociti per l’esito del match, a tal punto da passare alle vie di fatto, fino addirittura alle minacce di morte. Troppo per non denunciare l’accaduto attraverso una lunga lettera, dai contenuti piuttosto forti, pubblicata su twitter:

LA DENUNCIA

“Muori di cancro, sei una m..da, ammazzati, fai schifo, ti prendo e ti spacco il cranio, ti ammazzo, tua madre è una tr..a, tua madre fa i boc…ni, fr…o, prima o poi ti trovo., spero tu muoia e una lista infinita di altri complimenti…   A tutti voi scommettitori, maleducati e poveri di alcun tipo di valore morale, auguro con tutto il mio cuore che la vita vi possa insegnare a stare al mondo in un modo migliore, nel rispetto delle persone, con quel pizzico di gentilezza ormai dimenticata, semplicemente con educazione…

Io se sbaglio qualche dritto in più o perdo una una partita di tennis sono una persona a posto lo stesso, e grazie ai miei genitori capisco il valore di ciò che è importante. Ormai in pochi valutano il percorso, la dedizione, la passione di un qualsiasi ragazzo che prova a darsi un’opportunità nel mondo dello sport o nella vita in generale. Così tanti ormai sono solo attaccati al risultato, ai trofei, ai soldi, al nulla. Non provo rabbia ma solo molta compassione per tutti voi. Scusate ma io faccio la mia strada comunque”.