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Nomen Omen, il destino nel nome. Se i Romani credevano che nel nome della persona fosse indicato il suo destino, evidentemente un motivo ci sarà. Andrea Favilli, attaccante dell’Ascoli classe ’97, sta tenendo fede al suo cognome e a quella fama di goleador del prossimo futuro. Sei centri stagionali (5 nelle ultime gare disputate) che hanno permesso all’Ascoli di Alfredo Aglietti  di tenere a debita distanza la zona a rischio, nonostante l’assenza per infortunio di Daniele Cacia (miglior cannoniere della serie B in attività, a meno nove dal primatista assoluto Stefan Schwoch). Fisico da corazziere, predestinato dell’area di rigore, Andrea Favilli è alla sua prima esperienza da professionista dopo essere stato tra i protagonisti lo scorso anno di una grande stagione con la Primavera della Juventus di Fabio Grosso (vincitrice del Torneo di Viareggio, finalista in Coppa Italia, battuta ai calci di rigore dalla Roma nella poule scudetto). Una nidiata di talenti da tener d’occhio, sparsi nei club di mezza Italia per accumulare esperienza e misurarsi con il calcio vero, un modo per attenuare il traumatico passaggio dalle giovanili alla prima squadra, fatale a tanti nel passato. Nonostante i 20 gol e la maglia da titolare con la Nazionale azzurra Under 19 agli ultimi Europei di categoria, il club bianconero aveva deciso di non esercitare il diritto di riscatto (fissato a 1,7 milioni di euro) pattuito con il Livorno, società che ancora oggi detiene il cartellino del giocatore pisano. Al termine di un estate burrascosa a causa di alcuni contrasti con la dirigenza amaranto, ecco il passaggio all’Ascoli, meta da sempre gradita ai giovani in rampa di lancio, ambiente sano in cui maturare lontano dalle pressioni delle grandi piazze. Ad accoglierlo, un tecnico serio e preparato come Alfredo Aglietti, ex attaccante di buon livello, che nei suoi primi anni in panchina ha dimostrato di saper seminare nel modo giusto (da Empoli, a Chiavari, passando per Novara). Non è un caso che l’Ascoli sia tra le squadre più in forma del campionato cadetto, come confermato dagli 11 turni di imbattibilità, capace ogni weekend di mettere in mostra i suoi giovani più interessanti. Da Favilli a Bentivegna, fino a Cassata e al neo bianconero Orsolini, altro classe ’97 letteralmente esploso in terra marchigiana.

Andrea Favilli, testa sulle spalle e voglia di arrivare

A dispetto della concorrenza di un mostro sacro della cadetteria come Cacia – autore di 126 reti in carriera – Andrea Favilli è riuscito a ritagliarsi il suo spazio, cogliendo l’attimo, rendendosi utile anche in altre zone di campo. Non soltanto prima punta d’area di rigore dunque, ma anche seconda punta di manovra, uomo dell’ultimo quarto d’ora, all’occorrenza trequartista nel 4-2-3-1 spesso utilizzato da Aglietti. Fortissimo di testa, Favilli possiede il tempismo innato del goleador in grado di bruciare sul tempo il proprio avversario diretto, senza disdegnare il gioco spalle alla porta per permettere alla squadra di rifiatare, muovendosi molto su tutto il fronte d’attacco con l’obiettivo di aprire spazi interessanti per gli inserimenti dei compagni. I suoi gol evidenziano tutta la varietà di un repertorio destinato certamente a rinnovarsi grazie all’applicazione nel lavoro quotidiano e alla consapevolezza di migliorarsi costantemente giorno dopo giorno. Oggetto del desiderio dei maggior club italiani e esteri (con il Real Madrid che la scorsa estate sembrava sul punto di acquistarlo per aggregarlo al Castilla), potrebbe tornare in orbita Juventus, dove quasi sicuramente non ritroverà Massimiliano Allegri, l’allenatore che lo fece esordire in A durante Frosinone-Juventus del febbraio 2016. Testa sulle spalle e voglia di arrivare, Favilli di nome e di fatto.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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