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Le teorie matematiche, scientifiche, filosofiche o di altro genere, necessitano di essere dimostrate. Darwin per la teoria dell’evoluzione della specie, Newton per la teoria della gravità, i calciatori per la teoria dei fratelli. La disputa tra fratelli maggiori e fratelli minori, primogenito e secondogenito, è materia di discussione sin dall’alba dei tempi. Filosofi, sociologi, opinionisti televisi hanno da sempre tentato di trovare una spiegazione plausibile alle domande che caratterizzano la teoria dei fratelli: è più responsabile il fratello maggiore o il fratello minore? È più privilegiato dai genitori il minore o il maggiore? Ma soprattutto: chi è il più intelligente tra i due? Galton può essere considerato come il padre della gemellologia. Secondo il cugino di Darwin esistono gemelli dello stesso sesso talmente simili, nel corpo e nella mente, che persino la madre ha difficoltà a distinguerli. Vedono le cose nello stesso modo, pensano nello stesso modo e, aggiungo io, giocano a calcio nello stesso modo. In Italia, le icone del gemello calciatore, sono i Filippini.

gemelli filippini brescia

I gemelli Filippini commentano la teoria di Galton Fonte immagine: Facebook @BresciaCalcioSocial

Emanuele ed Antonio Filippini nascono a Brescia nel 1973 e proprio del Brescia sono divenuti dei simboli. 481 partite in due con la maglia delle rondinelle e la possibilità di cominciare le rispettive carriere da allenatori proprio alla guida delle giovanili bresciane. Il ruolo dei Filippini nella teoria dei fratelli è un ruolo di rottura così come era una rottura per l’arbitro distinguere Antonio da Emanuele in campo e decidere quale dei due sanzionare. La stretta somiglianza che lega due gemelli è, secondo Galton, destinata a crollare sotto i colpi dell’ambiente all’interno del quale i due decidono di sviluppare la propria personalità. Tale assunto però sembra non valere per i gemelli in questione.

La carriera dei Filippini è caratterizzata da un continuo rincorrersi. Se il cordone ombelicale con la madre era stato già tagliato in giovane età, esordio tra i professionisti ad Ospitaletto (10km da Brescia) per entrambi, quella parte dello stesso che legava i due è sempre rimasta intatta. Palermo nel 2004, Lazio e Treviso nella stagione successiva (entrambi in prestito in Veneto nella seconda parte dell’annata), oltre ai 7 anni condivisi a Brescia rappresentano lo schiaffo alla teoria di Galton. La somiglianza non crolla e dura fino all’età all’adulta. Con buona pace della madre.

Alfred Adler, il primogenito Inzaghi

Continuiamo nella nostra trattazione scientifica tentando di rispondere ad una delle domande cardine della teoria dei fratelli: chi ricopre il ruolo del privilegiato? Alfred Adler ha le idee chiare: il primogenito.

Pippo Inzaghi oltre ad essere una delle icone del calcio italiano è anche il fratello maggiore di Simone. 3 anni in più a livello anagrafico sulle spalle di Pippo e una carriera calcistica accomunata dal medesimo ruolo: l’attaccante. “Quel giovanotto dev’essere nato in fuorigioco”. Niente meglio delle parole di Alex Ferguson è in grado di riassumere l’essenza dell’Inzaghi maggiore. Lontano anni luce dall’attaccante moderno Pippo era esile fisicamente, non particolarmente dotato tecnicamente, ma con un senso della posizione e del “goal ccezionali”. Quest’ultima caratteristica unita all’ossessione per una corretta alimentazione hanno fatto di Inzaghi una delle stelle più lucenti di quel Milan che, di questi tempi, è meglio non nominare ai tifosi rossoneri.

“Inzaghi non esiste. E’ nella palla che rotola in porta, è un fantasma che compare in area”

Adler sottolinea che se da un lato il fratello maggiore ricopre il ruolo del privilegiato dall’altro, il minore, gode di maggiore libertà e indulgenza. Il voler mantenere il suo ruolo in prima fila, espongono il maggiore ad un rischio nevrosi che, nel caso degli Inzaghi, ha colpito Pippo in conseguenza della sua prima esperienza in panchina alla guida del Milan. Il destino comune degli Inzaghi, infatti, ha portato entrambi ad intraprendere la carriera da allenatore e ha fornito a Simone la possibilità di realizzare il sogno di ogni fratello minore: scavalcare il maggiore. Per Simone le panchine in A sono 45 con una percentuale di vittorie del 55,5% e la possibilità, almeno in panchina, di urlare ad alta voce che si, per ora, il numero uno degli Inzaghi sono io.

Il fratello minore gongola

Frank Sulloway e i fratelli Pogba

L’ordine di nascita influenza la personalità, afferma Sulloway, psicologo, perchè fratelli e sorelle si adattano all’ambiente familiare in modo da ridurre i conflitti ed aumentare la cooperazione. Le parole di Sulloway in qualche modo devono aver caratterizzato l’infanzia dei fratelli Pogba: Florentin, Mathias e Paul. I primi due gemelli, la strada è ancora lunga per raggiungere i Filippini, il terzo grande craque del calcio dei nostri tempi e componente, calcisticamente parlando, più intelligente del gruppetto. Se Florentin e Mathias hanno come unico merito quello di essere i fratelli di Paul, quest’ultimo ha immediatamente approfittato dell’estroversione e della maggiore socialità della quale sembrerebbero godere i fratelli minori.

Pogba dà lezioni di estroversione ai fratelli

La domanda sorge spontanea: anche con i Pogba assisteremo all’esaltazione dell’amore fraterno? I precedenti sono incoraggianti. Voci di corridoio, infatti, parlavano di un Kakà che aveva legato il suo passaggio al Milan all’acquisto del fratello Digao e alla possibilità di ricevere, per lo stesso, una villa zona San Siro dotata di tutti i migliori confort. Ciò non è ancora accaduto nel caso della famiglia di origine guineana ma, data la vicinanza di zio Mino a Paul, il colpo di teatro potrebbe essere dietro l’angolo. In attesa che il prossimo centrocampo dello United possa annoverare tra le sue fila 3 fratelli dalle acconciature particolari Florentin prova a ritagliarsi il suo spazio nel mondo del calcio, dopo aver consumato i video di skills sul fratello minore che popolano Youtube, decide di sfidare a viso aperto quello che tutti vorrebbero avere come fratello: Zlatan Ibrahimovic.  Che sia più o meno intelligente, che sia più o meno estroverso, che sia più o meno capace, la regola è solo una: un fratello, se davvero ti vuole bene, non punta mai Zlatan nell’uno conto uno e lo mette a sedere. Buona fortuna Paul.

 

Sviluppi moderni: Cannavaro, Zenoni, Gabbiadini, Vieri ecc ecc

Nel gioco dei fratelli, e nel tentativo di ripercorrere alcune teorie che tentano di spiegare il rapporto tra questi, meritano una menzione d’onore anche altre coppie di calciatori. I fratelli Cannavaro, Zenoni, Gabbiadini (con una componente donna), Balotelli, la new entry Donnarumma con il fratello Antonio accolto dal Milan grazie al rinnovo del fratello Gigio, ma sopratutto i fratelli Max e Christian “Bobo” Vieri. La strana coppia, uno di nazionalità australiana e l’altro italiana, è capitanata (non solo anagraficamente) da Bobogoal. Se per gli Inzaghi o i Pogba è il fratello minore a sopravanzare il maggiore tra i Vieri questa possibilità non si è neanche lontanamente prospettata all’orizzonte. Bobo è il bomber di razza nel campo da calcio come sotto le coperte. Max vive nell’ombra non lamentandosi del suo status e conducendo una vita opposta a quella del fratello.

Papà Vieri e i figli Bobo e Max. Quest’ultimo è ritratto nella sua unica convocazione con la maglia della Juve ovvero quella per scattare le foto dell’album Panini

Bobo ha il grande pregio di essere l’anello di congiunzione tra la teoria del fratello e la sua evoluzione. Bobo è il fratello maggiore che per mantenere il suo status predominante dà sfoggio a tutte le sue abilità fino a diventare figlio unico per poi, preso da un moto di coscienza, rievocare la figura del fratello minore utilizzando i social e le partite di tennis nelle quale puntualmente lo batte in una maniera che definire geniale è poco. Il messaggio principale di questo articolo, in ogni caso, è molto chiaro: sulla base delle coppie analizzate e delle caratteristiche prese in considerazione si può concludere che l’ordine di nascita non ha un effetto sullo sviluppo caratteriale ed intellettivo a meno che tu non sia il fratello di Vieri. Se sei il fratello di Vieri, è meglio che cambi mestiere.

di Gianmauro Calabrese

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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