Alessandro Parisi, da Roberto Carlos di Messina al Calcioscommesse

Alessandro Parisi, da Roberto Carlos di Messina al Calcioscommesse

PARISI ROBERTO CARLOS CALCIOSCOMMESSE – La storia di un calciatore può assumere contorni drammatici in men che non si dica, nonostante precedentemente il giocatore stesso possa aver sognato e costruito per la sua figura una carriera importante.
Il caso di Alessandro Parisi è assolutamente emblematico in tal senso, perché l’ex terzino sinistro rappresenta, anche per questo, un rimpianto per molti appassionati di questo gioco. La Gloria, sfiorata e accarezzata, si è trasformata pian piano in una lama a doppio taglio, che ha ferito gravemente un giocatore sulla rampa di lancio definitiva. La linea tra una buona e una grande carriera è sempre sottile: Parisi stava per superarla ma è poi crollato indietro, specialmente a causa di una condanna più che pesante.

Alessandro Parisi, dal sogno nazionale all’incubo calcioscommesse

Parisi, palermitano di nascita, inizia la sua carriera proprio nel club rosanero. Dopo un prestito al Trapani e una dozzina di partite in due stagioni, la squadra siciliana se ne libera per cederlo alla Reggiana, con la quale coglie sfortunatamente solo una retrocessione in C1. Dall’anno successivo, però, arrivano le prime soddisfazioni: con la casacca della Triestina Parisi gioca molto e segna anche gol decisivi, come quello della Finale Playoff che consegnerà la promozione in C1 al club. Il terzino, che già evidenzia buona corsa e un ottimo calcio, diventa un vero e proprio amuleto per la squadra: anche nella stagione 2001-2002 arrivano Playoff e promozione, stavolta in Serie B. Anche nell’ultima stagione triestina il rendimento è buonissimo. Per questo, nel 2003, il Messina lo acquista con l’intento di renderlo il titolare della fascia sinistra. Il campionato 2003-2004 è per lui devastante, nel senso positivo di questo termine: ben 14 reti per l’esterno mancino, che comincia a guadagnarsi un soprannome di tutto rispetto – quello di Roberto Carlos dello Stretto – a causa delle sue punizioni tese e della potenza con la quale calcia il pallone. Incredibilmente, pur pagando un inizio di campionato pessimo, il Messina si posiziona al quarto posto in classifica e guadagna, dopo 39 anni, la Serie A.

Le illusioni durano poco

Alessandro Parisi
Alessandro Parisi

L’impatto con la massima serie di certo non è problematico: è proprio Parisi a siglare la prima segnatura in A dei suoi, nella gara vinta 4-3 contro la Roma. In seguito servirà tanti assist, come quello decisivo a San Siro contro il Milan per Zampagna, segnando pure svariati gol. Per la precisione 6, tra i quali spicca il magico sinistro contro il Siena. Addirittura Parisi, che sembra diventato d’improvviso uno dei migliori terzini sinistri italiani, viene anche convocato in Nazionale da Marcello Lippi. Giocherà una sola partita, proprio a Messina, contro la Finlandia nell’amichevole vinta per 1-0 dagli Azzurri. Ancora oggi, Parisi resta l’unico giocatore del Messina ad aver indossato la prestigiosa casacca della Nazionale. Nella stagione successiva può avvenire la svolta per il calciatore: il Genoa, da poco tornato in Serie A, lo acquista. Il club ligure, però, viene condannato ad una retrocessione punitiva in Serie C1 per via degli illeciti della stagione precedente e il trasferimento viene annullato, con Parisi che dunque resta a Messina. Una scelta che, alla lunga, si rivela deleteria per la sua carriera.
Complice anche un infortunio che gli preclude la preparazione, il calciatore gioca di meno e non riesce ad esprimersi al meglio. Nella stagione seguente il suo impiego aumenta ma il miracolo Messina va spegnendosi: la squadra retrocede in Serie B e poi, l’anno dopo, va incontro a grossi problemi economici che ne decreteranno il fallimento. Dopo cinque stagioni da leader, Parisi è costretto dunque a lasciare il club siciliano. Si accaserà ad un’altra squadra del Sud Italia, il Bari.

La condanna

La prima stagione al Bari va una meraviglia: con Antonio Conte in panchina vince il campionato di Serie B e guadagna nuovamente la Serie A. L’anno dopo arriva Ventura sulla panchina barese ma i risultati non cambiano: Parisi – pur giocando da riserva – sembra quasi essere tornato quello dei primi anni a Messina. Un giocatore affidabile, su cui si può contare. Magari meno “esplosivo” ma più concreto. Il Bari però si sgretola l’anno successivo: Parisi torna titolare sulla sinistra ma la stagione si conclude con la retrocessione in Serie B. Nonostante questo, Ventura sembra essersi sportivamente innamorato di lui e lo porta a Torino, sponda granata. Ancora una volta Parisi è un amuleto: il Torino guadagna subito la promozione in Serie A. Il terzino, però, resta svincolato. E il motivo è presto spiegato.

Alessandro Parisi
Alessandro Parisi – FOTO: Amica 9

Anche il suo nome figura, infatti, nell’inchiesta sul Calcioscommesse. Nello specifico, Parisi viene messo nel mirino del procuratore federale Stefano Palazzi per via di alcuni illeciti riguardanti gare disputate con il Bari. Il giocatore viene prima indagato, poi deferito e infine squalificato – dopo patteggiamento – per 1 anno e 8 mesi. Contemporaneamente verrà indagato e condannato anche per Salernitana-Bari 3-2 della stagione 2008-2009, ma in seguito la condanna viene prima diminuita a 14 mesi (rispetto ai 3 anni precedenti) e poi annullata per via dell’assoluzione a cui va incontro. Nonostante questa piccola consolazione, il botto si sente: con l’età che rappresenta già un fattore determinante, un Parisi ormai non più giovanissimo – e quindi poco spendibile a livello calcistico – è costretto ad abbandonare qualsiasi sogno di ritorno al passato.

Nel 2014 tenta un colpo di reni, tornando al Messina. Ma ormai non è più lo stantuffo che distruggeva le zone di campo avversarie. Dopo un paio di anni a discreti livelli, Parisi si ritira nel febbraio del 2016: il Roberto Carlos dello Stretto ha appeso le scarpette al chiodo. Gli appassionati preferiscono ricordarlo per le bombe su punizione, per i passaggi determinanti e per il paragone carioca. La realtà, però, ha riservato una triste fine sportiva ad un calciatore che sembrava rappresentare un nuovo inizio.