Difese più competitive d’Europa a chi?
DIFESE MIGLIORI D’EUROPA – Troppo spesso, commentando il calcio, si rischia di cadere in luoghi comuni. In Inghilterra si corre meglio, in Spagna i migliori attacchi, in Italia le migliori difese, in Germania esiste solo il Bayern. Capita spesso di sentire affermazioni del tipo “Messi in Italia non farebbe 40 gol, in Spagna le ultime prendono 5-6 reti a partita”. Sarà vero?
Statistiche alla mano, le ‘piccole’ in Italia concedono quanto le pari livello spagnole: le difese migliori sono dove non ti aspetti…

Quest’anno il nostro campionato è già stato etichettato come il rinascimento dei bomber. Ben cinque i giocatori che hanno superato le 20 marcature stagionali, numeri che fino a poche stagioni fa erano impensabili. Se poniamo come eccezione la stagione di grazia di Gonzalo Higuain che con 36 reti ha stracciato lo storico record di Nordahl, nei 10 anni precedenti solamente Luca Toni nel 2006 aveva sfondato il muro dei 30 gol. Merito delle nostre difese, dicevamo: anche le piccole, chiudendosi a riccio, sono in grado di far soffrire le grandi.
In questa stagione invece le nostre ultime in classifica hanno dimostrato a più riprese enormi difficoltà dal punto di vista difensivo. Le ultime cinque squadre della Serie A subiscono 0,05 gol a partita in meno delle pari livello spagnole: decisamente meglio la Premier League ma soprattutto la Bundesliga, leader di questa particolare classifica con 1,69 reti subite a partita, un dato che risulterebbe ancora migliore se il Darmstadt non fosse incappato in un annus horribilis degno di questo nome.
Casualità o scelta oculata?
Il fatto che la Bundesliga abbia un minor numero di reti subite dalle ultime in classifica è dovuto anche – ma non solo – al fattore che sia l’unico campionato fra quelli in esame a presentare 18 squadre invece che 20. Spesso si è parlato anche in casa nostra di un ritorno ad un campionato con meno società in competizione per alzare il livello, ma i discorsi sono ancora a livello embrionale. Il gap fra Bayern e Borussia e le altre squadre è enorme, e questa distanza esiste in tutti gli altri campionati, Premier League esclusa. Le marcature tuttavia non arrivano solamente da goleade contro le ultime in classifica: i bavaresi hanno dimostrato di essere superiori a chiunque, così come Real Madrid e Barcellona in Spagna.
Il fattore determinante non è dunque rappresentato tanto dalla poca attitudine difensiva delle piccole quanto dalla schiacciante superiorità delle grandi: i transatlantici del calcio europeo dominano in casa ed in Europa, e non lo fanno di certo grazie alla mancanza di concorrenza. Basti pensare all’Atletico Madrid, ormai habitué dei grandi palcoscenici europei, e al Siviglia pluri-campione di Europa League.
Fregiarsi di un’illusione
Inutile dunque nascondersi dietro la giustificazione che in casa nostra segniamo meno reti perché le nostre difese sono più forti: la Serie A ci sta dimostrando che le nostre piccole non sono le migliori a difendere, anzi. Lo fanno contro squadre con una minore attitudine offensiva (come la Juventus, che ha segnato 17 reti meno del Real, 9 meno del Bayern e 26 meno del Barcellona) e prendono imbarcate contro squadre come Napoli e Roma che, pur giocando un gran bel calcio, hanno dimostrato un gap ancora notevole con altri team europei.
Questa stagione sta facendo passare in sordina una svolta epocale del nostro calcio: per la prima volta in Italia l’obiettivo non è il classico “primo non prenderle”, come dimostra la disputa circense fra Sarri ed Allegri. La mentalità sta cambiando, facendo avvicinare il prodotto calcio ad un entertainment e non solamente ad una spasmodica ricerca del risultato ad ogni costo. Nel 2013 Bologna-Chievo è stata definita l’inno alla noia, lo scorso 19 marzo al Dall’Ara è finita 4-1. Eppur si muove…
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