Mourad Meghni, una maledetta e fragile bellezza

Mourad Meghni, una maledetta e fragile bellezza

Come già ampiamente detto in un altro articolo riguardante una Stella Cadente – ovvero Yohan Gourcuff – sono tantissimi i giocatori che in Francia hanno potuto usufruire, permanentemente o meno, del soprannome di petit Zizou, riferito ovviamente al grande fuoriclasse che è stato da calciatore Zinedine Zidane. Probabilmente, uno dei primi e più noti ad avere l’onere e l’onore di possedere questo soprannome è stato Mourad Meghni, perla algerina che vanta un passato in chiaro-scuro nel nostro Paese. Ma, soprattutto, che rappresenta uno dei più grandi talenti sprecati degli ultimi 30 anni di calcio. Una battaglia persa per cui, ancora oggi, in molti si strappano i capelli.

Mourad Meghni, dalla possibilità di consacrazione alla fragilità fisica che gli ha compromesso la carriera

Talentuoso come pochi altri della sua generazione, Meghni inizia la carriera in maniera folgorante ben prima della maggiore età. Cresciuto nel vivaio del Clairefontaine – che, tra gli altri, ha regalato al calcio i vari Henry e Anelka, a 17 anni vince la Coppa del Mondo di categoria.

Meghni pare avere le stigmate di un vero e proprio Messia predestinato. Tutti i principali club d’Europa fanno la fila per sperare di prendere in squadra questo scintillante ragazzino. Alla fine Meghni trova posto nel nostro Paese, precisamente al Bologna: il club rossoblu lo accoglie tra le sue braccia, convinto di aver fatto un affare. E in effetti il ragazzino mostra subito ciò che sa fare nella prima stagione, passata nelle fila degli Allievi allenati da Stefano Pioli: grazie soprattutto alle sue prestazioni, la squadra vince il titolo di categoria battendo una ben più quotata Roma, nella quale militavano tra gli altri i vari Aquilani, Gallloppa, Corvia e Ferronetti.

Il mondo calcistico è pazzo di lui: Don Balòn lo inserisce tra i 100 migliori giocatori dell’anno 2001. Meghni esordisce poi in Serie A un paio di anni dopo, nel gennaio 2003, durante una gara persa al Dall’Ara contro il Milan.
Dall’alto della sua tecnica e di un talento davvero poco sindacabile, il ragazzo fa subito innamorare il pubblico del Bologna. Non è un grande finalizzatore e nemmeno un giocatore velocissimo. Ma a livello di assist e giocate sembra avere tutti i numeri in regola per poter dire la sua. Intervallato da un breve prestito al Sochaux, il periodo bolognese di Meghni è forse il più felice della carriera. Il franco-algerino cerca però la definitiva consacrazione: per trovarla deve necessariamente approdare in una squadra che sia – almeno sulla carta – di livello superiore.

Attenzione: fragile

Mourad Meghni
Mourad Meghni – FOTO: Calciatori Panini

Il trequartista passa così alla Lazio, che lo acquista in comproprietà per 2,5 milioni di euro. Meghni conta, in questa maniera, di poter conquistare la Nazionale maggiore francese e guadagnarsi finalmente il posto che gli spetta nell’Olimpo del calcio. Dopo tanto bel parlare su di lui, è arrivato il momento di fare il salto di qualità. Un salto che, sfortunatamente, non arriverà mai nella sua carriera.

Nella prima stagione, la 2007-2008, si susseguono problemi su problemi: alcuni fastidiosi infortuni muscolari ne bloccano la crescita, inoltre Delio Rossi non sembra avere la necessaria fiducia nel calciatore. Meghni giocherà un numero di partite discreto ma non elevato, spesso offrendo prestazioni di rara opacità. Sarà invece decisivo in una gara di Champions League contro il Werder Brema, con un rigore procurato e un assist per Rocchi.
Teoricamente sarebbe troppo poco ma la Lazio dà veramente l’impressione di credere in lui, nonostante il tecnico paia pensarla differentemente. Nell’ambito dell’operazione che riguarda Mudingayi, il Bologna cede Meghni a titolo definitivo proprio ai biancocelesti.

La rinnovata fiducia della Lazio diventa un calvario

Data la rinnovata fiducia ci si aspetta una stagione di fuoco da parte di Mourad Meghni. Il futuro alla Lazio diventa però un vero e proprio calvario: sarà devastato da vari infortuni, tra cui una debilitante pubalgia. Nel frattempo, Meghni compie una scelta molto coraggiosa: fervente musulmano, decide di voltare le spalle alla Francia per giocare con l’Algeria, Nazionale nella quale esordirà solo nel 2009. Cerca un colpo di reni offrendo qualche prestazione positiva nell’arco dell’ultima annata ma la fiducia nei suoi confronti è ormai in caduta libera e, inoltre, gli infortuni rimediati non gli permettono di prendere parte ai Mondiali 2010. Nel 2011, quindi, rescinde il contratto con la Lazio. In tre stagioni biancocelesti Meghni riesce a mettere a segno soltanto due reti. Una contro il Benevento in Coppa Italia e l’altra in Europa League contro il Levski Sofia.

Il ritorno a casa di Meghni

Mourad Meghni
Mourad Meghni – FOTO: FootAlgèrien.com

A questo punto, forse provato dagli infortuni e dalla delusione di non essere riuscito a fare di più, Mourad Meghni decide a 27 anni di provare l’esperienza in Qatar. Si lega così prima all’Umm Salal e poi, in prestito, all’Al-Kohr. Il ragazzo è ovviamente più forte della media dei calciatori di quel campionato: basti solo pensare che all’esordio, in una gara vinta 5-2 dal Salal, lui segnerà 4 reti. Persino qui, però, i guai fisici avranno la meglio: con il Lekhwiya, ad esempio, giocherà pochissime partite.

Così, come spesso accade a chi va via da casa, anche Meghni fa la parte del figliol prodigo. Torna prima a giocare nel Constantine, club algerino. Poi dà l’addio al calcio ma non al pallone: continuerà infatti a giocare nell’ambito del calcio a 5, precisamente nello Champs Futsal.

Adorato e reso idolo dal suo Paese – è addirittura finito sui libri di scuola – Meghni è stato vittima di una sequela di infortuni fin troppo beffarda ma anche del cambiamento avvenuto nel calcio durante la sua crescita professionale. In un mondo del pallone sempre più fisico e meno tecnico, la classe di Meghni non è bastata per sfondare. E, ancora una volta, Zinedine Zidane sembra destinato a non avere un erede.