Delusione Bakayoko, quando stare a guardare può rivelarsi un affare

Delusione Bakayoko, quando stare a guardare può rivelarsi un affare

Roma, Napoli, Inter, Fiorentina, Sassuolo. Ad eccezione della Juventus, ormai vicina alla sua seconda finale di Champions League nelle ultime tre stagioni, la truppa italiana impegnata in Europa ha deluso anche quest’anno, riaprendo il dibattito sul valore del nostro calcio oltreconfine. Alle volte tuttavia, anche stare a guardare può aiutare a comprendere meglio quali strategie di mercato seguire, riflettendo sulla reale incidenza di presunti grandi giocatori, con l’obiettivo di non ricadere in pericolose tentazioni rivelatesi successivamente sotto forma di macroscopici errori di valutazione.

Così, mentre gran parte dei francesi seguivano l’ultimo faccia a faccia Le Pen-Macron in vista del ballottaggio di domenica prossima, in Italia gli occhi di tifosi e appassionati erano soltanto per Monaco-Juventus, con il Principato divenuto il centro dell’intero universo del pallone. Operatori di mercato e addetti ai lavori si erano dati appuntamento al Louis II per assistere allo spettacolo della semifinale e osservare dal vivo i tanti talenti in vetrina del club monegasco, tra le autentiche rivelazioni della stagione, primo in classifica in Ligue 1 con 3 lunghezze di vantaggio sul favoritissimo Psg di Unai Emery, giunto a giocarsi la finalissima di Cardiff dopo esser passato attraverso le forche caudine dei preliminari.

OSSERVATO SPECIALE

Mbappè, Sidibè, Mendy, Bernardo Silva, Bakayoko, a detta degli esperti, vero fulcro del gioco del Monaco di Leonardo Jardim.  Fisico e personalità, il classe ’94 nel match con la Juventus ha toccato quota 47 presenze stagionali, segno inequivocabile di come risulti imprescindibile per il proprio allenatore, riuscendo a imprimere al reparto centrale il giusto ritmo per innescare in verticale i movimenti in profondità delle punte. In campo dall’inizio in tutte le 15 gare europee stagionali – ad esclusione dell’ultima ininfluente gara del girone eliminatorio con il Bayer Leverkusen e dell’andata dei quarti di finale con il Borussia Dortmund – Bakayoko è stato il grande assente nella serata della doppietta di Higuain.

Eppure Allegri, temendo la fisicità della coppia Bakayoko-Fabinho in assenza di Khedira, aveva inserito Barzagli in difesa, spostando Dani Alves sulla linea dei trequartisti. Possibile che il tecnico livornese intendesse sopperire alla scarsa fisicità di Marchisio nel duello in mezzo al campo con i due colossi, capaci di triturare avversari sulla carta superiori, eliminati a sorpresa da una squadra su cui in pochi avrebbero scommesso alla vigilia. La gara tatticamente accorta della Juventus ha messo in mostra tutti gli attuali limiti del centrocampista francese, soprattutto se pressato in fase di costruzione. Proprio dal lavoro sporco effettuato in contemporanea da Dybala e Dani Alves infatti, è nata l’azione del raddoppio bianconero, con Bakayoko che ha perso malamente palla nonostante la possibilità di scarico immediato verso i compagni meglio piazzati. Un errore grave che ha indirizzato definitivamente la partita, costringendo Jardim a rivedere qualcosa, con i contemporanei inserimenti di Moutinho e Germain (il primo proprio in luogo dell’osservato speciale al 66’).

A CACCIA DI AFFARI

Chiaro come la prestazione fornita in una singola gara non possa e non debba inficiare il giudizio complessivo di un giocatore, sul quale per di più si registra l’interesse di alcuni tra i maggiori club europei (Manchester United e Chelsea in testa). Pare che Josè Mourinho abbia già presentato un’offerta al Monaco, che ha rispedito la proposta al mittente, sparando alto sul corrispettivo necessario a portarlo via dal Principato. In dubbio fino all’ultimo per via della frattura al naso procuratagli da uno scontro con Glik, Bakayoko è sceso in campo con una maschera di protezione dopo aver saltato l’ultimo impegno di campionato con il Tolosa.

Probabile abbia influito anche la stanchezza di una stagione assai logorante che vede il Monaco impegnato dallo scorso 27 luglio, giorno del match di terzo preliminare con il Fenerbahce, fatto sta che le dettagliate relazioni dei tanti uomini mercato in tribuna non potranno essere state positive. La sfida con la Juventus ha certamente rappresentato un banco di prova importante, così come accaduto per Kondogbia due anni fa, attorno al quale in estate si sarebbe scatenata un’asta al rialzo tra Inter e Milan. L’attuale centrocampista nerazzurro non sfigurò di certo, ma nemmeno abbagliò con numeri e giocate buone a giustificare le cifre di un affare che, a conti fatti, si è rivelato tale soltanto per le casse del club del presidente Rybolovlev. Un modo come un altro per ribadire ancora una volta gli effetti che una trattativa condotta sulla base di un semplice passaparola mediatico può riservare, alimentando false aspettative attorno ai nomi di giocatori ingranaggi di un meccanismo perfetto difficilmente replicabile altrove.