Youri Tielemans al Monaco: storia di un rimpianto italiano

Youri Tielemans al Monaco: storia di un rimpianto italiano

TIELEMANS MONACO CALCIOMERCATO/ Di Youri Tielemans si parla da tanto tempo, nonostante abbia appena compiuto 20 anni. Per gli appassionati di Football Manager è una sorta di figura mitologica: giovane, polivalente e forte, tremendamente forte. Senza considerare i margini di crescita di un classe 1997, ma solo il tempo saprà dirci fin dove lo porterà il suo sconfinato talento. Dopo l’Anderlecht, la seconda tappa di una carriera che si preannuncia luminosissima sarà il Monaco fresco di titolo di campione di Francia. Si parla di 25 milioni di euro , più o meno quanto il club monegasco spera di ricavare dalla cessione di uno tra Bernardo Silva e Bakayoko. Con enorme dispiacere per milioni di appassionati italiani, non si tratta di semplici voci ma di un affare in dirittura d’arrivo come ha confermato il direttore sportivo del club belga Herman Van Holsbeeck.

Youri lascerà l’Anderlecht, faremo un annuncio entro questa settimana. Si sono ancora alcuni dettagli da sistemare, ma dovrebbe chiudersi tutto entro la settimana. Il suo passaggio al Monaco non è ancora definito al 100%, ma è sicuramente il club che ha mostrato più voglia di puntare su di lui.

Youri Tielemans – Football Manager 2017

Tielemans, rimpianto italiano

Se l’affare dovesse chiudersi intorno alle cifre sopra riportate, per il calcio italiano (tutto) si tratterebbe di un’incredibile occasione persa. Da anni Tielemans è sui taccuini dei direttori sportivi del Bel Paese, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di affondare il colpo e di inserirlo nel proprio organico. Il motivo? La paura di investire troppo in un ragazzo giovanissimo e proveniente da un campionato considerato poco probante. Un errore di valutazione clamoroso, se non altro pensando alla storia recente della Jupiter Pro League e dei talenti lanciati dai club della massima divisione belga. Dopo anni di insuccessi, la lenta restaurazione del calcio belga ha sortito due effetti principali: il primo è la nascita di una generazione di piccoli fenomeni che ha portato la nazionale ad essere tra le più temute al mondo ed i club ad incassare montagne di milioni. Il secondo è il costante miglioramento del sistema calcio a tutti i livelli, dalle giovanili alle prime squadre, che non a caso negli ultimi anni hanno raggiunto risultati mai visti – fatta eccezione per l’Anderlecht – in campo europeo. E’ plausibile che, magari sottotraccia, i club nostrani ci abbiano provato e che Tielemans, comprensibilmente, abbia scelto di cominciare la sua scalata al successo da un campionato francofono – aspetto da non sottovalutare – e da un club in ascesa, che esalta i giovani e che giocherà la prossima Champions League. Tuttavia permane quella sensazione che i club italiani non se la siano sentita fino in fondo di puntare su un ragazzo che comunque ha già all’attivo quasi 200 presenze tra i professionisti.

Tielemans, il centrocampista moderno

Per comprendere il valore attuale, ma soprattutto quello potenziale di Youri Tielemans è sufficiente fare un piccolo sforzo di immaginazione: provare a pensare un club europeo in cui oggettivamente sarebbe poco utile. Non ritenere il Monaco un top club in questo momento sarebbe un ragionamento sbagliato, ma fa specie che – oltre ai club italiani – non si siano fatte avanti le super potenze europee. Il Bayern Monaco per esempio, che lo scorso anno fece follie per un altro pupillo degli allenatori di football manager, Renato Sanches. O anche il Real Madrid, che nelle ultime ore pare abbia investito 45 milioni di euro su un ragazzino brasiliano con appena 17 minuti tra i professionisti. Per non parlare di quei club che aspirano al salto di qualità o alla rinascita. La duttilità e la completezza di cui madre natura lo ha dotato rendono Tielemans un acquisto azzeccato a prescindere dal club e dalla posizione in campo che il futuro allenatore volesse assegnargli. Dinamico e capace tanto di impostare l’azione quanto di interrompere la manovra avversaria, Tielemans ha dato prova in questi anni di avere nel proprio bagaglio tecnico persino la capacità di inserimento in area di rigore e una notevole qualità nel tiro dalla distanza, sia esso di destro o di sinistro. Prendendo in prestito il gergo calcistico odierno, lo definiremmo un “tuttocampista”, un “centrocampista moderno” o un “centrocampista box to box”. O per dirla come il c.t del Belgio Martinez, “un 6 che può fare l’8, il 6,5 e l’8,5”.  Che il campo ci smentisca pure nei prossimi anni, ma l’impressione è che il calcio italiano si sia fatto sfuggire il nuovo crack del calcio mondiale.