L’addio di Francesco Totti mette i successi in secondo piano

Il 28 maggio è l’anno zero nella storia del calcio giallorosso. Il 3-2 al cardiopalma con il quale la Roma si è qualificata alla prossima Champions League è solo la punta dell’iceberg di emozioni di questa sera: le 19:59 del 28 maggio, concluse con Francesco Totti alla bandierina a difendere il pallone che vale una competizione che saranno altri a giocare, segnano la fine di un’epoca. Uno Stadio Olimpico gremito ha salutato il figlio di sempre, pieno come nella festa Scudetto del 2001. Uno Stadio Olimpico che ha fischiato sonoramente Luciano Spalletti, la cui unica colpa è stata quella di fare solo 87 punti e di dover anche gestire l’ultimo anno del giocatore più importante della squadra. Lo sapeva quando ha firmato, l’avrà capito ancora meglio quando la Sud ha esposto lo striscione “Totti è la Roma“.

La Roma batte il Genoa e si qualifica direttamente alla prossima Champions League: al termine del match cerimonia ai limiti del surreale per l’addio di Francesco Totti

Il popolo giallorosso non era però allo stadio per la Champions League, per la squadra, ma per salutare chi per 25 anni più di tutti li ha rappresentati. Chi ha stretto i denti con loro nelle – troppe – delusioni e ha esultato con loro e più di loro nelle grandi gioie. Francesco Totti in piedi da solo davanti alla curva sotto le note dell’inno cantato da Venditti, Francesco Totti che calcia il pallone con scritto “mi mancherete” verso la curva, un pallone che quasi quasi si sarebbe tenuto. Come rivelato da Fabio Caressa, se avesse dovuto battere un calcio di rigore a risultato acquisito, l’avrebbe calciato in curva ai suoi tifosi. Ci ha pensato molto prima di calciare quell’ultimo pallone. Il saluto a tutti i compagni a centrocampo e poi il discorso. Bello, struggente, a tratti scanzonato. Vado con la lettera, che voi vorrete anche andare a cena…

Adesso scendo nello spogliatoio che mi ha accolto da bambino e che lascio da uomo. Sono felice di avervi dato 28 anni d’amore, vi amo.

Roma-Genoa 3-2, il tabellino

Roma (4-2-3-1): Szczesny; Rudiger, Manolas, Fazio, Emerson (dal 18′ Mario Rui); Strootman, De Rossi; Salah (dal 54′ Totti), Nainggolan, El Shaarawy (dal 69′ Perotti); Dzeko. Allenatore: Spalletti.

Genoa (3-4-2-1): Lamanna; Biraschi, Gentiletti, Munoz; Lazovic, Cofie, Veloso, Laxalt; Hiljemark (dal 56′ Cataldi), Palladino (dal 50′ Ninkovic); Pellegri (dal 70′ Ntcham). Allenatore: Juric.

Marcatori: 3′ Pellegri, 10′ Dzeko, 74′ De Rossi, 79′ Lazovic, 90′ Perotti.

Note: ammoniti Perotti e Dzeko.

Roma-Genoa 3-2, le pagelle

Roma 6: Partita ai limiti della nevrosi. Un match vero e non un passerella al grande campione che è stato Francesco Totti, che chiude la sua carriera sacrificandosi per la sua Roma. Tutto è bene quel che finisce bene, e come spiega De Rossi a fine partita: “A chi è felice che Spalletti vada via auguro di essere ugualmente felice il 28 maggio prossimo”.

Wojciech Szczesny 4,5: Incredibilmente svagato in una serata importantissima. È colpevole su entrambi i gol avversari, non contento se la prende anche con i compagni.

Antonio Rudiger 6,5: Scava un solco sulla fascia destra, si fa saltare in una sola occasione – che poteva rivelarsi letale per la qualificazione diretta alla Champions League – da Laxalt.

Kostas Manolas 5: In imperdonabile ritardo su Pellegri, soffre il clima surreale dell’Olimpico. Prova a riciclarsi da attaccante senza maggior fortuna.

Federico Fazio 6: Non impeccabile in fase difensiva, mette lo zampino nel gol più importante della stagione giallorossa.

Emerson Palmieri 6,5: Innesca il gol di Dzeko, poi gli si gira il ginocchio dopo meno di quindici minuti. Salterà la Nazionale per la seconda volta: sfortunatissimo (dal 18′ Mario Rui 5: Fatica moltissimo contro Lazovic, non gli è bastata una stagione per trovare la miglior condizione).

Kevin Strootman 6,5: Una partita di qualità segnate da molte belle giocate, nel finale perde la bussola come molti compagni ed inizia a lanciare lungo su Dzeko.

Daniele De Rossi 7: Sputa il sangue in campo. Lotta come un leone a centrocampo: Capitan Futuro è pronto a raccogliere definitivamente le chiavi della Roma, e lo fa con un gol importantissimo a livello emozionale.

Mohamed Salah 5,5: Ha iniziato ieri il Ramadan e fisicamente non è al top. Lascia il sipario al Capitano (dal 54′ Francesco Totti 10: Il rispetto tributatogli dai giocatori del Genoa è il miglior applauso che poteva esserci. Entra, non trova spazio con Cofie a uomo sulle sue caviglie. Arretra a fare il regista, si carica la squadra sulle spalle. In molti l’hanno accusato di essere egoista nel corso di questa stagione, lui zittisce tutti e si gioca gli ultimi quattro minuti della sua carriera confinato alla bandierina a proteggere il pallone per la qualificazione ad una Champions League che non si giocherà mai. Alle 19:59 del 28 maggio 2017 è terminata un’era del calcio. Il saluto della sua città, nel suo stadio mai così gremito, è il giusto tributo per chi ha dato la vita a Roma e alla Roma, ricevendo altrettanto. Ciao Francé!).

Radja Nainggolan 5: Non ha ancora recuperato dopo l’infortunio. Il guerriero belga si danna l’anima ma fisicamente non è il leone visto per tutta la stagione.

Stephan El Shaarawy 5,5: Si mangia un gol fatto, step involutivo in un ottimo finale di stagione. Lascia spazio al match winner (dal 69′ Diego Perotti 7: Segna il suo primo gol su azione all’ultimo respiro del campionato. È lui l’uomo del destino nella serata più suggestiva da quando è a Roma).

Edin Dzeko 7,5: È lui l’anima di questa Roma. Segna con caparbietà, serve l’assist per il raddoppio, i compagni lo cercano continuamente. Al 90′ serve a Perotti la spizzata che vale la qualificazione diretta in Champions League. I tempi in cui era divenuto lo zimbello dei social network sono ormai alle spalle. Che rivincita!

Genoa 7: Alla faccia di chi pensava che il Grifone sarebbe stato arrendevole. I ragazzi di Juric lottano come leoni, la marcatura a uomo su Totti è il più grande tributo che potevano rendere al 10 giallorosso. Avessero giocato così per tutta la stagione…

Eugenio Lamanna 6,5: Molti ottimi interventi, la parata sul colpo di testa di El Shaarawy è una manna per i fotografi.

Santiago Gentiletti 5,5: Rischia di procurare un rigore sanguinoso, soffre moltissimo la fisicità dell’attaccante avversario. Cerca di cavarsela grazie all’esperienza.

Ezequiel Munoz 6: Pulito negli interventi, se la cava anche nelle letture in un contesto non facile.

Davide Biraschi 6: Partita ordinata del classe 1994 che dopo un periodo iniziale di sofferenza contro El Shaarawy riesce a prendere le misure.

Darko Lazovic 7: Un assist in apertura ed il gol del 2-2. Partita di grandissima sostanza sulla fascia destra contro un Mario Rui non ispiratissimo. Un’ira di Dio nel finale dove rischia di fare jackpot.

Isaac Cofie 6,5: In marcatura su Nainggolan prima e su Totti poi, è difficilissimo da superare quando la mette sul piano della fisicità.

Miguel Veloso 6: Imposta con calma olimpica (a volte troppa), è bravo a dettare i tempi della partita per smorzare il pressing giallorosso.

Diego Laxalt 5,5: Letteralmente sovrastato da Rudiger, quando arriva al confronto fisico con il tedesco non riesce neanche a far valere la sua maggiore agilità. Riesce a saltare in tedesco in una sola occasione ed è assist, grazie anche all’uscita a vuoto di Szczesny.

Oscar Hiljemark 6: Juric lo mette a rifinire alle spalle di Pellegri, partita onesta con pochi acuti (dal 56′ Danilo Cataldi 5,5: L’Olimpico lo accoglie con una pioggia di fischi, l’ex laziale si ricorda per poco altro).

Raffaele Palladino 5,5: Un paio di tiri sbilenchi da fuori area, galleggia sulla trequarti senza mai trovare una collocazione (dal 50′ Nikola Ninkovic 6,5: Entra in campo con grandissima personalità, cerca spesso la giocata).

Pietro Pellegri 7,5: Gli bastano due minuti per scavalcare Kean e diventare il giocatore più giovane a segno nei migliori campionati europei. Nel corso della partita dimostra di non essere un fuoco di paglia: lotta come un leone con sfrontatezza, ringhia sulle caviglie degli avversari e costringe Fazio ad usare le maniere forti. Predestinato (dal 70′ Olivier Ntcham 5,5: Legge in ritardo alcune situazione importantissime. Trenitalia).

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