Federico Dimarco e la punizione perfetta

Federico Dimarco e la punizione perfetta

Corsi e ricorsi, memorie e ricordi che all’improvviso tornano alla mente di chi mastica calcio sin da quando era poco più che bambino, tutt’altro che casuali. A due giorni di distanza dal ventesimo anniversario della punizione perfetta disegnata dal magico piede sinistro di Roberto Carlos in Francia-Brasile – prima partita del Torneo di Francia, svoltosi nel giugno 1997 – ecco un’altra prodezza balistica degna di tal nome, firmata Federico Dimarco. Premessa d’obbligo: “le tre dita” dell’ex calciatore di Inter e Real Madrid hanno fatto scuola, rappresentando un unicum assoluto nella categoria dei calci piazzati. Occorre precisare tuttavia che quel giorno a Lione si disputava un incontro amichevole, lontano anni luce dalla tensione di un quarto di finale di un campionato del mondo di categoria (under 20), match ormai segnato visti i pochissimi minuti ancora a disposizione degli azzurrini di Chicco Evani per rimontare il passivo nei confronti di uno Zambia a un passo dal secondo scalpo eccellente consecutivo dopo quello inflitto alla Germania.

Federico Dimarco, la punizione perfetta contro lo Zambia

Forte, precisa, imparabile. La punizione calciata da Dimarco, ragazzo classe ’97 cresciuto nelle giovanili dell’Inter, lascia senza fiato e rimanda a quella molto più famosa di Roberto Carlos. Paragone probabilmente ardito, tenuto saldamente in piedi dall’attitudine del terzino sinistro dell’Italia Under 20 a questo particolare fondamentale. Dopo gli inizi come esterno offensivo, Dimarco ha arretrato il suo raggio d’azione, ripercorrendo le orme di un altro prodotto del settore giovanile nerazzurro come Davide Santon. Da tempo nel giro delle rappresentative giovanili azzurre (Under 15 e Under 18), è stato protagonista lo scorso anno all’Europeo Under 19, perso dagli azzurrini nella finale con la Francia di Mbappè. Con 4 reti – tre su calcio di rigore e uno su punizione – è stato il capocannoniere della squadra, mostrando una volta di più di disporre di un ottimo piede e non aver dimenticato gli esordi da attaccante. Riconosciuto da staff e compagni di squadra come uno dei giocatori più tecnici del gruppo, Dimarco viene cercato spesso sulla fascia, ma è abile anche a convergere verso il centro per lo scambio corto. Le esperienze con Ascoli in B (15 presenze, 4 assist) e Empoli in A (13 apparizioni, un assist vincente) restano positive, nonostante i numeri tendenti al ribasso, che non tengono conto dell’età, della concorrenza e della scarsa fiducia di cui godono i nostri giovani. In Toscana ad esempio, dopo un buon inizio, ha pagato il rendimento altalenante della squadra di Martusciello, finendo costantemente fuori dall’undici titolare quando ormai la situazione s’era fatta complicata. In Corea del Sud invece, Evani lo attendeva a braccia aperte, come dimostrano i pochi ma significativi minuti concessigli nell’ottavo di finale con la Francia qualche ora dopo il suo arrivo direttamente dall’Italia, dopo il triste epilogo della stagione dell’Empoli.

Inter, cercasi terzini. Dimarco sogna il ritorno a casa

Irrinunciabile e decisivo (suo anche l’assist per la rete del definitivo 3-2 segnata da Vido), Dimarco appare pronto per un’esperienza di spessore nella massima serie, magari proprio con l’Inter, società proprietaria del suo cartellino. Sulle corsie esterne di difesa, con il solo D’Ambrosio che appare certo della riconferma, potrebbe crearsi l’opportunità di rientrare alla base, tornando a vestire la maglia del club con cui ha conquistato il Torneo di Viareggio 2015. “Ho chiesto ai miei scout di trovarmi italiani validi dalla D alla A. Li abbiamo esaminati: un disastro. Non ce ne sono, alla Roma sarebbero comprimari. Poi dicono che si compra solo all’estero perché si prendono le mazzette. Tutti luoghi comuni. Chi sono gli italiani giovani validi?” – dichiarò di questi tempi l’anno scorso proprio Walter Sabatini, nuovo responsabile del mercato per conto dei club di proprietà del gruppo Suning. Parole che oggi risuonano beffarde, soprattutto per quanto la Nazionale under 20 sta dimostrando nel mondiale di categoria, ed evidentemente non rispecchiano l’attuale situazione del nostro movimento, che per la verità vive un momento di grande apertura nei confronti dei giovani. Vedere ad agosto Dimarco vestire la maglia dell’Inter sarebbe certamente un bel segnale, perché evidentemente a prescindere dalla carta d’identità, i buoni giocatori andrebbero fatti giocare. In attesa di capire cosa accadrà, meglio non prendere impegni per giovedì alle 13: ci giochiamo una storica finale nel match contro l’Inghilterra.