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Lasciamo da parte una nostalgia di qualcosa che noi trentenni abbiamo vissuto solo nell’infanzia, attraverso i caroselli dei nostri genitori, esacerbata poi dalle varie VHS dei primi anni ‘90. La maglia numero 10 è stata ritirata oltre diciassette anni fa e, a parte eccezioni dovute al regolamento della Serie C, a livello professionistico nessuno l’ha mai più indossata. Lo stesso accade al Milan con la 3 e la 6 di Maldini e di Baresi, all’Inter con la 4 di Zanetti, al Cagliari con l’11 di Gigi Riva e, sconfinando, all’Ajax con la 14 di Cruyff. Se persino nel club dei lancieri di Amsterdam, che dopo gli anni ‘70 ha avuto altri momenti di gloria e calciatori eccezionali, si è deciso che un numero diventi al contempo reliquia e simbolo, perché dovrebbe il Napoli togliere la 10 dalla sua teca? La suggestione, nata dopo l’amichevole con il Liechtenstein nella quale Lorenzo Insigne ha vestito la maglia numero 10, lascia il tempo che trova e la risposta va al di là del romanticismo atavico.

La 10 ad Insigne. Solo un numero

Da quando è stata introdotta la numerazione fissa obbligatoria si è ormai perso l’amore e la dedizione per un numero in particolare. Quanti portieri portano ancora oggi sulle spalle il numero 1? E quanti centravanti il 9? Shevchenko e Cavani sono stati capocannonieri delle Serie A con sotto il cognome un vistoso 7, che non li rendeva certo ali tornanti. D’accordo, per molti la numero 10 esula da queste nuove tendenze, ma nel calcio moderno un certo Kakà ha trionfato con la numero 22 e Pirlo ha marcato a fuoco il numero 21. Perché, dunque, non lasciare che Insigne continui a fare quanto sappia con la numero 24?

Il 26enne di Frattamaggiore, ormai arrivato al pieno della maturità e assorto a giocatore simbolo del Napoli, non ha bisogno di vestire una 10 che potrebbe essere pesantissima e deleteria, durante un calo di rendimento fisiologico.

Insigne, la 24 marchio di fabbrica

Rispolverare una maglia mitica e unica, diciassette anni dopo, potrebbe rappresentare la classica affilata arma a doppio taglio. Insigne, del resto, ha già dimostrato che con la 24 si è preso il Napoli sulle spalle, sciorinando assist impensabili, gol artistici e giocate funamboliche. Il suo talento è evidente e il suo presente e futuro nella squadra azzurra da protagonista. Non vi è dunque motivo di disturbare quest’armonia che lui, Sarri, squadra e tifoseria sono riusciti a plasmare nell’ultima stagione. Il numero 24 è ormai un marchio di fabbrica del Magnifico, che l’ha fatta sua ormai da anni al San Paolo. Qualche anno fa lo stesso calciatore dichiarò: “Il numero dieci? Qui ha Napoli è stato sulle spalle del giocatore più forte di tutti i tempi; quindi è intoccabile. È giusto che il club abbia ritirato la maglia di Maradona“.

Il migliore calciatore italiano del momento potrà sfoggiare la 10 nell’azzurro dell’Italia. Nel caso in cui la nazionale stacchi il pass per i mondiali di Russia, quale miglior occasione per dar sfoggio delle sue abilità da fantasista di una manifestazione internazionale dove gli altri 10 saranno, tra gli altri, Messi e Neymar?

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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