Come funziona il diritto di recompra? | Contrataque

Claudio Cafarelli
30/06/2017

Come funziona il diritto di recompra? | Contrataque

Mentre le comproprietà sono andate in archivio una volta per tutte (ed era proprio ora), nel calcio italiano ha fatto irruzione una nuova formula di tesseramento, o meglio una clausola sui tesseramenti. E’ arrivato dalla Spagna, con quel suo nome esotico, lo abbiamo imparato a conoscere grazie all’affare Morata tra Juventus e Real Madrid. E’ il nuovo protagonista del calciomercato, è il diritto di recompra. Mai termine associato al calcio, nonostante la sfumatura ispanica, fu di più facile comprensione.

Ti vendo un giocatore ma se voglio me lo riprendo a cifre e in tempi pattuiti. Ma perché questa bella clausola appassiona i top club di tutta Europa? È presto detto. In Italia, l’unica squadra fin qui ad essersi servita della recompra è la Juventus. Ha aperto le danze con Morata, ha proseguito con Zaza e si vocifera da mesi (se non anni) che abbia stampato anche sul contratto di cessione di Berardi al Sassuolo un bel timbro recitante “recompra”.

Il diritto di recompra, una clausola particolare

Il primo vantaggio è tecnico. Una squadra ha un giocatore in rosa, di solito un giovane promettente che non trova molto spazio, il ragazzo spinge per andare a giocare e al club farebbe comodo un bel gruzzoletto derivante dalla sua cessione. Allo stesso tempo però, il club non vuole rompere del tutto il cordone ombelicale che lo lega al giocatore, pensando che di lì a un anno o due, le possa tornare comodo riprenderselo. Quindi il giocatore matura esperienza, si “fa le ossa”, e la squadra se vuole lo riacquista. Certo dovrà pagare per farlo, ma allo stesso tempo avrà incassato una cifra (evidentemente più bassa) al momento della sua cessione. È come un prestito ma con molti più soldi che girano. I sopracitati casi Morata, Zaza e Berardi rientrano appieno in questa logica.

Il secondo vantaggio, forse più gradito a entrambi i club che si accordano per una recompra, è ovviamente economico. Si prendano due casi differenti in cui i calcoli per questioni di semplicità non terranno conto degli ammortamenti che, comunque, aumenterebbero ulteriormente i vantaggi. Il primo è quello di Morata. Il Real, avendolo cresciuto nella sua cantera, non lo ha pagato nulla. Il ragazzo è forte ma non gioca abbastanza. Arriva la Juventus con 20 milioni e un posto da titolare per il calciatore. Al Real va benissimo perché incassa i soldi e ascrive una grande plusvalenza al bilancio, al giocatore pure. Però la Casa Blanca sa (o forse teme) che Morata diventerà un campione e vorrebbe avere la possibilità di riprenderselo. Quindi si fissa la recompra, nel caso specifico dopo due anni dalla cessione. Il Real può riprendersi Morata per 30 milioni con due evidenti vantaggi:

  • dopo un anno Morata valeva ben più di 30 milioni;
  • il costo effettivo del giocatore è stato di “soli” 10 milioni a fronte dei venti incassati due anni prima.

Anche per la Juventus i vantaggi sono due:

  • aver beneficiato per due anni delle prestazioni sportive di Morata;
  • con l’esercizio della recompra da parte del Real, la Juventus ha ascritto a bilancio una plusvalenza di 10 milioni.

I casi Deulofeu e Rulli

Anche nelle ultime calciomercato si è parlato di diritto di recompra. Il Milan ha dovuto salutare Gerard Delofeu ad esempio. Il Barcelona ha fatto valere il suo diritto di riacquisto pattuito all’epoca con l’Everton. In questo modo ha riportato il giocatore in Spagna. Ai Toffees, che nel 2015 lo pagarono 6 milioni, andranno 12 milioni di euro come stabilito dal contratto. Anche per il Napoli si è parlato di diritto di recompra. Nel contratto di Geronimo Rulli, portiere in orbita azzurra e che gradisce la piazza come dichiarato dal padre ai nostri microfoni in esclusiva, c’è infatti un diritto di recompra a favore del Manchester City. Un vincolo nei confronti della società, una volontà stabilita in precedenza dalle due parti, in questo caso City e Real Sociedad.

Acquistato nel 2016 dal club inglese, Rulli è stato prima dato in prestito e poi riscattato dagli spagnoli per 7 milioni. Nel contratto però il City si è avvalso di un diritto di recompra per 14 milioni. Cioè la possibilità di riacquistare Rulli entro il 30 giugno ad una cifra concordata in precedenza, un prezzo di favore in esclusiva per il City. Una clausola valida per ogni anno del contratto, quindi fino al 2019 e con le stesse condizioni temporali. Un vantaggio tecnico importante che permette al City di riprendersi eventualmente un giocatore che si è “fatto le ossa”.

Ma anche un vantaggio economico non di poco conto per entrambe le società. Per il City significa riacquistare Rulli ad un costo effettivo ridotto e decisamente inferiore al valore del calciatore, per la Real Sociedad usufruire delle sue prestazioni senza spendere un euro. Ovviamente ogni contratto può contenere le clausole più disparate, da quelle che si appellano alla volontà del giocatore sino ad altre che stabiliscono la ripartizione dei proventi in caso di cessione a una terza società prima della scadenza del diritto di opzione.

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