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Il Napoli aspetta solo lo Scudetto. E Maurizio Sarri potrebbe essere l’uomo giusto per far trionfare la squadra azzurra dopo due ottime stagioni in Serie A. Il tecnico toscano è già al lavoro con i suoi calciatori in Trentino per perfezionare i meccanismi del suo gioco,  che come svela al “Guerin Sportivo”, non è affatto dispendioso: “Il mio calcio divertente e dispendioso? Visto il livello fisico e mentale su cui abbiamo chiuso la stagione direi di no. Il mio calcio è applicazione e divertimento. E se ti diverti accusi meno”. E così il divertimento, fuori e dentro al campo, è il segreto dello spogliatoio partenopeo: i calciatori azzurri, inoltre, si sono ridotti anche le vacanze per essere tutti presenti a Dimaro fin dal primo giorno di ritiro. In questi anni l’idea di calcio di Maurizio Sarri ha fatto appassionare gli addetti ai lavori, che hanno definito l’ex allenatore dell’Empoli un vero e proprio innovatore dopo Arrigo Sacchi: “Se posso crescere anche io? Me lo auguro proprio. Sono cresciuto in elasticità rispetto al passato. Sono arrivato a cose che sembravano impensabili dieci anni fa. E questo forse è il bello di invecchiare. Segreti? Non ne ho. C’è un modo di pensare il calcio che trasferisci nel modo di giocarlo. Nella vita non amo aspettare e così in campo. Voglio determinare. Questo tipo di squadra, veloce nelle gambe e nella testa, esalta il mio calcio. Loro sono funzionali a me e io a loro”.

Sarri, il calcio spagnolo e quello inglese nel futuro

Napoli è il presente, ma in futuro Maurizio Sarri vorrebbe provare una nuova avventura all’estero dopo tanti anni di dura gavetta. Dalla Seconda Categoria alla Champions League, la storia del tecnico di Figline è da vera favola con Arrigo Sacchi che è stato il suo modello da sempre: “Io tra Eccellenza e Serie D avevo l’ascia di guerra in mano, sempre: però posso dire che l’amore per il calcio l’ho sempre avuto. E l’amore per fare questo ruolo nel calcio è sbocciato dopo Sacchi. Sacchi è stato un innovatore: credetemi che all’epoca vedere improvvisamente una squadra ordinata, armonica in quel movimento tutti insieme, stretta in trenta metri, dopo essere cresciuti con il libero staccato, ti faceva stropicciare gli occhi e dire: ‘Ma che succede?'”. Infine, l’attuale allenatore degli azzurri si vedrebbe su una panchina della Liga spagnola, ma non solo: “Io sono abbastanza radicato. Se devo pensare a un calcio estero congeniale al mio modo di concepire il gioco devo dire che penso alla Spagna. Ma mi attira molto anche il calcio inglese, così totale, spettacolare. E guardo con curiosità alla Francia, dove qualcosa a livello di equilibri si sta muovendo. Certo, dopo Napoli, mi viene più facile vedermi fuori”.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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