Miami, Nesta conferma il contatto con Francesco Totti: “Ci siamo sentiti”

Alessandro Nesta ama il suo nuovo lavoro. Uno dei più forti centrali difensivi del mondo di tutti i tempi, ora allenatore a Miami ha rilasciato alcune dichiarazioni interessanti: da Totti al suo modello da allenatore passando per la nuova Serie A che sta nascendo. Ai microfoni de “Il Corriere della Sera” Nesta ha provato a spiegare la sua nuova passione: “Credo che vincere sia difficile ovunque, soprattutto in campionati, lingue e culture diverse. E poi a Miami fare calcio non è così scontato: fa un caldo impressionante. Una volta mi piaceva dormire, ora mi sveglio alle 6 per allenare con un po’ di fresco. Pratico un calcio offensivo, col 4-3-1-2. Gradualmente sono riuscito a introdurre più lavoro tattico e atletico: la cultura della fatica qui non manca di certo. Il calcio giocato è un’altra cosa. Si nasce calciatori, non allenatori. E soprattutto per chi ha giocato ad alti livelli è difficile ripetere certe emozioni. Ma adesso come allenatore sento che miglioro ogni giorno le mie conoscenze”. Poi la conferma su Totti:  “Porterei Francesco a Miami? Ci siamo sentiti e lui ha un futuro da dirigente. Il giorno che inizia il campionato e tu non ci sei, è dura. E se non hai subito qualcosa di interessante da fare, è faticoso: ti manca il campo, lo spogliatoio, stai coi figli, vai a fare la spesa con tua moglie. Ma siamo stati abituati a emozioni diverse. Capisco bene quello che intendeva Francesco”. In futuro c’è anche l’obiettivo di allenare in Europa: “E’ la mia ambizione. Sono partito da qui perché ho deciso di vivere a Miami con la mia famiglia. Ma adesso sono pronto a valutare qualsiasi soluzione: non sono un allenatore in vacanza. Il calcio italiano ha sempre fascino, ci sono giocatori molto interessanti e guardo soprattutto gli allenatori”. Infine, una battuta sui migliori allenatori del mondo:  “Ancelotti è un grande punto di riferimento, per come gestisce il gruppo, per l’approccio alle partite. Da Zeman ho imparato tanto: 20 anni fa era molto moderno. Ho studiato Conte, Giampaolo e Sarri. Che sta facendo qualcosa di più. Nel modo in cui vuole arrivare alla vittoria, con una costante ricerca del gioco”.

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