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Al termine di una vera e propria telenovela di calcio mercato Patrick Schick ha scelto la Roma, affascinato dal progetto tecnico e della concreta possibilità di recitare un ruolo da protagonista anche in campo europeo, qualcosa che Juventus e Inter (gli altri due club maggiormente interessati) non avrebbero potuto garantirgli per motivi differenti. A Trigoria il giovane talento classe ’96 incrocerà per la prima volta il suo nuovo allenatore, Eusebio Di Francesco, sul quale adesso si spostano le attenzioni di tifosi e addetti ai lavori. Toccherà infatti al tecnico abruzzese cucire l’abito su misura per una squadra certamente ricca di talento, nella quale è visibile tuttavia una certa anarchia tattica da parte di qualche interprete, poco abituato al sacrifico in fase difensiva. Tutti a chiedersi dunque in quale ruolo verrà utilizzato l’ultimo arrivato, divenuto nel frattempo l’acquisto più oneroso della storia della Roma, giocatore sul quale si è deciso di investire tanto soprattutto in ottica futura.

La Roma e Schick: il 4-3-3 secondo Di Francesco

Sin dal ritiro estivo Di Francesco ha lavorato sul 4-3-3 di zemaniana memoria, marchio di fabbrica imprescindibile, utilizzato stabilmente negli anni a Sassuolo. Un dogma dal quale risulta difficile discostarsi, credo tattico sul quale costruire gli automatismi, i sincronismi, gli ingranaggi di un meccanismo perfetto da mandare a memoria. Resta da capire quanto tempo verrà concesso al neo tecnico giallorosso in una piazza calda e ribollente di passione, vogliosa di tornare ad alzare trofei. Dopo le cessioni illustri (Rudiger, Paredes, Salah), il ds Monchi ha piazzato colpi importanti, riempiendo con Schick l’ultima casella ancora vuota dello scacchiere, quella dell’esterno destro d’attacco. “Ho chiesto al club di non fare cose frettolose sul mercato. Cerchiamo un giocatore raggiungibile e che ci possa fare il salto di qualità. Abbiamo carenza sull’esterno destro, oggi ha giocato un ragazzo della Primavera…”, così parlava Di Francesco a inizio luglio, evidenziando la necessità di un rinforzo di spessore in quella zona di campo, indispensabile per il suo modo d’intendere il 4-3-3. Esterni di corsa e qualità, abili a entrare dentro il campo lasciando ai terzini il compito di andare sul fondo alla ricerca del cross, spesso chiamati a cercare il tiro in porta a giro sul palo opposto, rigorosamente a piede invertito. In questo senso, la partita di Perotti contro l’Inter, rappresenta ciò che l’esterno offensivo deve essere nelle intenzioni dell’ex tecnico del Sassuolo, almeno in fase d’attacco (l’argentino non è la classica ala moderna abituata a ripiegare in fase di non possesso, per conferma chiedere informazioni a Kolarov). Tutto lascia pensare al fatto che Schick sia destinato a prendere il posto di Defrel nel tridente d’attacco, partendo da destra proprio per convergere verso l’area di rigore avversaria e armare il suo sinistro, ma è anche vero come l’efficacia del ceco in questa posizione sia tutta da verificare.

Esterno, prima o seconda punta, trequartista: indovina chi

“Schick è una punta o sotto-punta nel 4-2-3-1. Non è un’ala ma può giocare a due. Io non lo vedo ala”. Marco Giampaolo è l’allenatore che ha accompagnato il giocatore ceco nel corso del suo graduale inserimento nel calcio italiano, ricavandone il massimo (11 reti, 5 assist) per la sua Sampdoria, decima in classifica alla fine dello scorso campionato. Prima o seconda punta libera di svariare lungo tutto il fronte d’attacco, così è arrivata la svolta, con Schick che nella seconda parte di stagione ha conquistato stabilmente il posto da titolare. Certezze tattiche che si scontrano con quelle di Di Francesco, dal quale ci si aspetta una certa flessibilità per permettere alle risorse a sua disposizione di giocare nella posizione a loro più congeniale. Difficile tuttavia prospettare uno stravolgimento, piuttosto scommettere sulla voglia di Schick di mettersi in gioco dopo mesi di voci e congetture attorno al suo nome, perché prima di tutto occorre ricordare che la sua ultima partita ufficiale è datata 24 giugno (Repubblica Ceca-Danimarca 2-4, campionati europei Under 21), qualche giorno dopo aver svolto a Vinovo le visite mediche con la Juventus. I problemi al cuore riscontrati in quell’occasione hanno successivamente costretto il ragazzo a un lungo stop, dando il via a un lungo tormentone di mercato dopo che il club bianconero aveva di fatto rinunciato al suo acquisto. Un’estate tormentata dunque, segnata più dal chiacchiericcio da bar che dalle presenze in campo, dove è rientrato solo da poche settimane dopo aver ricevuto nuovamente l’ok dei medici. Ecco perché, solo dopo aver ritrovato una condizione fisica accettabile, Schick potrà considerarsi a tutti gli effetti un nuovo giocatore della Roma. Esterno, prima o seconda punta, trequartista: non vorremmo essere nei panni di Di Francesco, ma da amanti del calcio siamo felici e curiosi di rivedere all’opera uno dei talenti più luccicanti della serie A.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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