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Prendete la Serie A di quest’anno: chiunque sentiate parlare in tv, sui giornali o tra i tavolini di un bar, sa bene che le prime sei posizioni del campionato saranno riservate a Juventus, Napoli, Roma, Inter, Milan e Lazio. Resta solo da stabilire in che ordine. Ovviamente, a meno che non vi siano clamorose sorprese. Talvolta, però, ad esser troppo convinti di qualcosa si finisce per fare fiasco. Nel calcio, poi, questo assunto è più vero che altrove: quando pensi di aver capito il meccanismo, di poter calcolare ogni variabile, quando sei certo che le cose seguiranno determinati binari, ecco che il treno deraglia, lasciandoti con quell’imbarazzo di chi aveva previsto tutt’altro e proprio non se lo aspettava. Così, se è vero che il “te l’avevo detto” è la frase più sentita nei pressi del bar sport, è vero anche che saranno sempre maggiori i “te l’avevo detto” strozzati in gola quando gli eventi vanno in un’altra direzione. L’unica cosa che si può affermare fuori d’ogni dubbio a proposito del calcio è proprio che non esistono certezze. Senza dover scomodare la storica impresa del Leicester nella Premier League di due anni fa, dite la verità: quanti di voi lo scorso anno, dopo 4 sconfitte nelle prime 5 di campionato, avrebbero scommesso due soldi sull’Atalanta 4^ in classifica con 72 punti finali? Quanti hanno pensato, e detto agli amici, “Gasperini può far bene solo al Genoa, era già evidente quando lo hanno cacciato dall’Inter, quest’anno l’Atalanta rischia di retrocedere. E comunque non mangia il Panettone.”? Nessuno?
Ecco, se rispondendo a queste domande siete stati sinceri, possiamo arrivare al punto della questione. Senza voler minare le gerarchie descritte sopra, che sembrano godere di una certa solidità, chi sarà la sorpresa di questo campionato? La vittoria della Coppa Italia o eventualmente il settimo posto in campionato possono valere l’Europa League: la squadra rivelazione può semplicemente mettersi in coda alle big. Proviamo, allora, a prevedere l’imprevedibile.

Il Torino di Mihajlovic – 40%

Belotti Torino

“Il gallo” Andrea Belotti

Il problema più grande del Toro è quello di essere squadra rivelazione additata da tutti, quindi fondamentalmente ha poco da sorprendere e tanto da perdere. La squadra di Mihajlovic ha tutte le carte in regola per candidarsi al settimo posto e anche per fare un ottimo cammino in Coppa Italia. I granata non giocano le coppe, hanno uno degli attaccanti più prolifici del campionato (nonché punta titolare della nazionale italiana) e possono vantare un parco trequartisti decisamente invidiabile. Ljajic, pur molto discontinuo, ha toccato quota 10 gol nello scorso campionato, Iago Falqué 12; è stato inserito il talentuoso Berenguer al reparto e non mancano le alternative dalla panchina (vedi Boyé). Senza contare che potrebbe ancora arrivare qualcuno in questi ultimissimi giorni di mercato (Niang?). I miglioramenti più rilevanti però riguardano forse il reparto arretrato. Lo scorso anno il Torino non ha mai avuto difficoltà a segnare – e ricordiamo anche qualche sonora goleada durante il campionato – le difficoltà, semmai, erano date dalle scarse garanzie della coppia centrale (Rossettini-Castan/Moretti/Bovo), che è stata interamente sostituita da Lyanco e N’Koulou, due giocatori che potrebbero sorprendere (senza dimenticare il giovane Bonifazi). Rincon, arrivato dalla Juve, è un giocatore che in un centrocampo a due è sicuramente più funzionale di Benassi. Se gli acquisti di Cairo dovessero rivelarsi azzeccati, il gioco complessivo dovesse crescere e il Gallo Belotti confermasse quanto di buono fatto vedere nella passata stagione, allora anche le squadre più quotate del Toro dovrebbero guardarsi alle spalle. Opzione 2: i ragazzi di Miha si confermano squadra divertente ma discontinua, la proposta di gioco non migliora e Ljajic e Iago non mettono a frutto le loro qualità, il Toro arriva comunque nella parte sinistra della classifica, ma lascia il settimo posto a squadre più organizzate. Posso già sentire le voci di quelli che “lo dicevo anche a inizio stagione, io, che quella non era una squadra da Europa”.

La Sampdoria di Giampaolo – 25%

Ramirez Sampdoria

Gaston Ramirez con la maglia del Southampton

Qui sì che varrebbe l’effetto sorpresa. La Sampdoria vende in estate i suoi gioielli Schick e Muriel, ma è l’unica squadra (fatta eccezione per il Chievo, la compagine “vintage” del campionato italiano) che gioca ancora con un trequartista puro e così pesca l’annata in cui Gaston Ramirez decide di mantenere la promessa fatta a inizio carriera e va in doppia cifra di gol e assist. Quagliarella conferma la sua classica decina di gol a campionato, Caprari fa il salto di qualità in veste di assistman e l’acquisto degli ultimi giorni di mercato, magari Duvan Zapata, si rivela un investimento intelligentissimo, con una serie di gol decisivi nei momenti importanti della stagione. Dopo un anno i concetti del bel gioco di Giampaolo sono assimilati in toto dalla squadra, che trascinata da uno straordinario Torreira a centrocampo propone un gioco tra i più divertenti e spregiudicati del campionato. La spregiudicatezza, alla lunga, non paga (o comunque non così tanto) e la Sampdoria arriva decima, ma Giampaolo prepara benissimo le sfide secche in Coppa Italia, battendo in fila Fiorentina, Lazio e Inter. Si presenta in finale contro il Napoli, con l’ultima sfida in campionato finita 1-1 al San Paolo (penultima giornata). Poi chissà…

L’Atalanta di Gasperini (bis) – 20%

Andrea Petagna, Papu Gomez

Andrea Petagna, Papu Gomez, Atalanta Serie A 2016/17 – Fonte: Andrea Petagna Twitter

Ok, l’Atalanta è già stata la sorpresa dello scorso anno, è vero. Però con le illustri cessioni di Conti, Kessié e magari Spinazzola (se non si considera anche Gagliardini), aggiungendo il gravoso impegno in Europa League, arrivare al settimo posto in campionato varrebbe comunque come sorpresa. Innanzi tutto i sostituti dei vari ceduti dovranno dimostrarsi all’altezza del predecessore (almeno in parte) e pronti a seguire fino alla morte le indicazioni di Gasperini. Uno tra Ilicic e Orsolini dovrà portare qualche miglioramento in attacco e Petagna segnare qualche gol in più. Per il resto, dipende tutto dal Papu Gomez, la vera stella della squadra, capace di cambiare volto alle partite più complesse. 16 gol sono un bottino difficile da replicare, ma il Papu è un leader e ce la può fare. Molto dipenderà anche dal cammino in Europa, già in salita, visto il girone di ferro capitato ai bergamaschi. L’inizio in campionato contro Roma e Napoli non è stato semplice, ma in entrambe le occasioni i nerazzurri non hanno sfigurato affatto. La tifoseria è calda, l’identità di gioco ben definita. Riconfermarsi in Europa sarebbe una sorpresa, siamo sinceri. E a fine anno poi non dite che lo sapevate.

La Fiorentina di Pioli – 10%

Federico Chiesa Fiorentina

Federico Chiesa

Adesso molti di voi storceranno il naso. La viola è partita malissimo in campionato, perdendo 3-0 con l’Inter e 1-2 con la Samp; la società è stata messa in vendita dai Della Valle; il mercato ha completamente rivoluzionato la squadra e se ne sono andati Bernardeschi, Rodriguez, Ilicic, Tello, Borja Valero, Tatarusanu, Kalinic, Vecino; i tifosi sono del tutto sfiduciati e si sono registrati il 20% in meno di abbonamenti rispetto alla passata stagione. Al momento le speranze di rinascita sono aggrappate al talento di Federico Chiesa, classe ’97, e alla bontà degli acquisti fatti per rimpolpare la squadra, a partire dal Cholito Simeone fino a Eysseric, passando per Benassi. Ecco, appunto, c’è una sorpresa più sorpresa di questa? Se Pioli dovesse riuscire a mettere in carreggiata questa squadra, si dovrebbe parlare di una mezza impresa. A prescindere da quelli che “ho sempre detto che Gil Dias era un fenomeno dal tunnel a Nagatomo alla prima giornata”.

Il Sassuolo di Bucchi – 4,99%

Berardi Sassuolo

Domenico Berardi, Sassuolo – Fonte Twitter account ufficiale Sassuolo

La vera incognita, più che i giocatori, è l’allenatore. 1 punto nelle prime due giornate, ma tanto materiale grezzo su cui lavorare. Berardi fa il definitivo e agognato salto di qualità, Falcinelli rimane l’eroe della salvezza del Crotone, Politano, Sensi e Lirola diventano pezzi pregiati del prossimo mercato; poi i soliti Acerbi e Consigli serragliano la porta neroverde. Bucchi impartisce ai suoi un gioco brillante come quello che riusciva in B al suo Perugia. La ricetta della sorpresa della Serie A 2017/18.

Il Chievo (dei miracoli) di Maran – 0,01 %

pellissier chievo

Sergio Pellissier, Chie Verona – Fonte: Twitter Chievo Verona

Salvezza raggiunta tranquillamente con 52 punti a 5 giornate dalla fine. Poi Pellissier e Maran decidono di spiegare il calcio per come lo si faceva una volta. Il Chievo batte l’Inter alla quintultima, pareggia con la Roma e sull’onda dell’entusiasmo vince le ultime 3 agevolmente contro Crotone, Bologna e Benevento che non hanno più nulla da chiedere al campionato. Romantico? Sì. Impossibile? Certo. Ma ricordate che ci sarà sempre qualcuno che “comunque Pellissier è l’attaccante più sottovalutato del campionato da almeno 10 anni, sempre detto”.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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