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“Un campione mancato”. Così Thierry Henry definì Arturo Lupoli quando lo vide per alcuni anni nello spogliatoio dell’Arsenal. La favola del talento bresciano infatti inizia proprio a Londra, quando l’Arsenal ancora giocava a Highbury e Wenger lottava assiduamente per la conquista della Premier, eppure il suo percorso si sviluppa molti chilometri più a sud della Capitale inglese. Lupoli nasce a Brecia nel 1987 ma i suoi inizi calcistici sono nelle giovanili del Parma, dove condivide l’attacco con un certo Pepito Rossi. Veramente incredibile come due dei più grandi talenti del calcio italiano si ritrovino oltremanica a giocare per i club più importanti di Premier League. Lupoli si accasa da Wenger all’Arsenal mentre Rossi va da Ferguson allo United. Dopo le giovanili sognando Henry e una stagione da fenomeno al Derby Country Lupoli cambia aria e torna in Italia. Su quel periodo tuttavia l’attaccante non ha mai espresso giudizi positivi: “Alla Fiorentina con Prandelli ho fatto uno spezzone in un campionato. È stato il peggior anno della mia carriera. E pensare che avevo chiuso con il Napoli: mi aspettavano De Laurentiis e Marino per firmare, ma i procuratori mi hanno indotto a scegliere Firenze facendomi fare brutta figura con il Napoli a cui avevo dato la mia parola. Sono stato premiato dal punto di vista economico, ma affossato da quello tecnico. L’anno dopo nessuno mi voleva: ero finito nel dimenticatoio”. Così Lupoli cerca riscatto altrove e si gira praticamente mezza Italia: dall’Ascoli al Grosseto, dal Pisa al Catania, Lupoli ha segnato pochissimo e si è divertito ancor meno. Nemmeno le esperienze internazionali con gli inglesi del Norwich o gli ungheresi dell’Honwed gli sono valse troppe soddisfazioni.

Progetto riscatto

Lupoli quest’anno gioca nella Fermana, squadra marchigiana neopromossa in Lega Pro e attualmente quarta in campionato. Il centravanti è reduce da una tripletta al Santarcangelo e sul suo presente sembra essere entusiasta: “Mi sono trovato più in famiglia in 20 giorni qui che in squadre dove ho passato anni. Devo ringraziare il d.g. Conti: ha fatto di tutto per convincermi”. Ora la Lega Pro è la categoria di questo attaccante che a 30 anni deve trovare la forza di avere la continuità nel segnare. Ci aveva provato la scorsa stagione al Pisa, che lo accolse a braccia aperte dopo una promozione in Serie A conquistata con il Frosinone. In Toscana Lupoli incontra Gattuso, tecnico dalla personalità esplosiva che tuttavia l’ex Ascoli non ricorda con parole al miele: “Non ha funzionato il rapporto con Gattuso. C’era una situazione paradossale: società inesistente e allenatore che faceva il padre-padrone con atteggiamenti che non si addicono al mondo del calcio. Ho vissuto un incubo e dal punto di vista umano è stato un disastro”. A gennaio emigra sotto il sole di Catania in Lega Pro ma le gioie rimangono sempre un miraggio. Oggi Lupoli crede nella realtà fermana, un ambiente che sembra stimolarlo e capace di aver fatto tornare il sorriso a uno degli attaccanti più sfortunati e incompiuti della storia moderna del campionato italiano. L’Inghilterra è stato un trampolino importante per Lupoli, che oggi si sente ancora con i suoi compagni ai tempi dei Gunners Fabregas e Senderos, eppure quelle giocate da fenomeno non sono riuscite e confermarlo su alti livelli nella sua carriera. Fra infortuni e scelte sbagliate Lupoli vuole scommettere su se stesso, e lo fa ripartendo con l’umiltà e il coraggio di chi sa di aver sbagliato e vuole fare di tutto per riscattarsi. In bocca al lupo.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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