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Talvolta il bello delle serie “minori” consiste in quella strana sensazione di ritrovare per strada vecchi amici che non vedevi da tempo, dispersi chissà dove lungo lo stivale. Il calcio dei grandi non aspetta, soprattutto in Italia, trascinando con sé le storie di migliaia di ragazzi con il sogno dichiarato di emergere e costruirsi una carriera di livello. Famosi all’improvviso, dimenticati in fretta da un mondo incapace di coltivare la gran parte di giovani talenti di casa nostra. Gente che non ha perso la speranza e fatica lontano dalle luci dei riflettori, nel tentativo di conquistare una nuova chance, perché si sa, le vie del pallone sono infinite. Capita così di imbattersi quasi senza volerlo in nomi capaci di catturare attenzione, rispolverando ricordi ancora freschi nella memoria degli appassionati. Alessandro Capello, attaccante del Padova, fa certamente parte di questa categoria, motivazione che induce a indagare le cause (fin qui) di una mancata affermazione ma al tempo stesso a celebrarne il momento positivo, probabilmente uno dei migliori della sua breve esperienza da professionista.

Capello, avvenire assicurato e carriera in salita

Bolognese doc, classe ’95, Capello è un prodotto del vivaio rossoblù, nel quale ha svolto tutta la trafila del settore giovanile. Fiore all’occhiello della Primavera di Francesco Baldini, con cui realizza 11 reti nel campionato 2011/2012, diventa un giocatore dell’Inter l’anno successivo. Prestito con diritto di riscatto per quello che all’epoca in ambito giovanile è un prospetto di livello assoluto, aggregato non a caso alla prima squadra per il ritiro estivo di Pinzolo dopo il forfait di Matteo Colombi, oggi in forza all’Albinoleffe. A volerlo con sé all’ombra delle Dolomiti è Walter Mazzarri – il tecnico che l’anno dopo farà esordire in Europa League un giovanissimo Federico Bonazzoli – per testarne le capacità fisiche e morali, messe a dura prova dalle celebri sessioni atletiche del suo staff. Con la Primavera nerazzurra allenata da Salvatore Cerrone, in cui fa spesso coppia con Puscas, mette a segno 8 gol in 26 presenze complessive, bottino che tuttavia a fine anno non gli vale la riconferma. Esploso da prima punta con gli Allievi del Bologna, con il salto di categoria Capello comincia a prendere familiarità con il ruolo di seconda punta a fianco di un centravanti classico, duttilità che gli permetterà in futuro di godere della stima incondizionata dei suoi allenatori. Da Bologna, dove qualcuno impavidamente l’aveva paragonato a Roberto Mancini, si trasferisce a Cagliari, incrociando sulla sua strada Zdenek Zeman, appena sbarcato sull’isola con l’obiettivo di regalare la salvezza al club del presidente Giulini. Alla sua prima stagione in prima squadra, Capello appare come il classico attaccante capitato al posto giusto, nel momento giusto, giovane di talento che un tecnico come il boemo riuscirà a valorizzare come già accaduto tante volte in passato con altri esempi illustri. Sei mesi trascorsi tra panchina e tribuna, bastano e avanzano per capire che è meglio cambiare aria. Seguiranno così 4 presenze senza gol con il Varese, a conti fatti, una stagione buttata via. Consapevole del poco spazio a disposizione, in accordo con la società, decide di ripartire dal Prato in Lega Pro in cerca di continuità e autostima, fondamentale per un ragazzo così giovane. In Toscana gioca e convince (30 presenze, 11 reti), ritrovando l’antico feeling con il gol che sembrava perduto e conquistando ai playout la permanenza nella terza lega nazionale ai danni della Lupa Roma. Il positivo ritorno in Sardegna con l’Olbia degli ex cagliaritani Pisano, Cossu e Ragatzu, non serve a regalargli il salto di categoria, ma le attenzioni di un club come il Padova, da troppi ormai relegato in ruolo di secondo piano nelle geografia calcistica nazionale.

Serie C, Padova sogna in grande con Bisoli e Capello

Quattro vittorie consecutive, in serie positiva da cinque partite, il Padova di Pierpaolo Bisoli è attualmente una delle formazioni più in forma di tutta la Serie C. Affidato alle sapienti mani del vulcanico tecnico toscano esperto in promozioni (tre quelle conquistate in carriera alla guida del Cesena), dopo un inizio poco brillante, ha saputo risalire la classifica anche grazie ai gol di Capello, a segno tre volte nelle ultime due gare con Ravenna e SudTirol. Frenato da alcuni problemi fisici a inizio stagione, sembra aver convinto Bisoli, anche grazie alla già citata duttilità tattica in fase offensiva. Prima o seconda punta in base alle esigenze, Capello può rappresentare il valore aggiunto all’interno di una rosa già di grande livello, certamente tra le candidate alla promozione nel girone B. Con il contratto in scadenza il prossimo giugno, è facile immaginare per Capello un futuro lontano da Cagliari, club che ha dimostrato di non credere in lui. Voglia e passione possono essere più forti di qualunque delusione per ragazzi mossi da questo spirito, unico viatico per fronteggiare la scarsa predisposizione nei confronti dei nostri giovani di maggior talento da parte di un movimento che dovrebbe iniziare a porsi qualche domanda.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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