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La nebbia, in emiliano fumera, insieme alla pianura padana che a nord confinano con la cittadina di Sassuolo non per tutti può essere un paesaggio felice. Eppure, arrivando dall’avanguardista stazione ferroviaria di Calatrava, si intravedono i bastioni e i fari del “Mapei Stadium”, nomenclatura modernizzata del precedente e storico “Giglio”, che rapisce non poco lo sguardo del viaggiatore in transito. Il progetto del Sassuolo nasce da un’intuizione dell’attuale patron Giorgio Squinzi, noto per la sua carica di presidente di Confindustria e amministratore dell’azienda di famiglia Mapei: nel 2002 Squinzi rileva la società neroverde e nel 2013 porta il club in Serie A. La società emiliana è diventata un modello sportivo lodato da stampa, critica e tifosi, una versione 2.0 del Chievo Verona che nei primi anni 2000 conquistò l’Italia con il suo percorso parvenuistico. Oggi, alla quinta consecutiva presenza in Serie A, il Sassuolo è passato dal luna park difranceschiano delle ultime quattro stagioni al giardinetto della nuova guida tecnica Christian Bucchi, di anni 40, mister tanto giovane quanto migliorabile alle prime panchine nella massima serie. La stampa, visto il diciassettesimo posto in classifica, non ha potuto fare a meno di speculare su un suo possibile esonero; la società al contrario ha rinnovato la fiducia all’ex allenatore di Perugia e Maceratese confermando nella buona volontà del suo lavoro e sulla progressiva crescita di alcuni talenti. Giocatori che in gran parte hanno giocato in settori giovanili o in categorie inferiori, elementi che stanno maturando sotto l’ala altrettanto giovane del tecnico Bucchi che nonostante le difficoltà vuole far valere il suo credo calcistico.

Sassuolo, do ut des

Il club emiliano è entrato nel ceto medio del campionato italiano da quando nel 2015 Di Francesco e Berardi sono entrati nel complicato girone di Europa League superando gli scaglioni ostici dei preliminari. Già da lì, nelle tortuose vie che portano all’Europa, si era vista la continuità della buona fede nei giovani calciatori che tanto era piaciuta all’elitè calcistica italiana. La Juventus aveva sfruttato con piacere il canale-Sassuolo con il successivo rientro di Simone Zaza; lo stesso sta facendo oggi la Roma con Pellegrini e chissà che i giallorossi non pensino nella prossima stagione di valutare positivamente l’operato di Frattesi, centrocampista ancora fermo a 0 presenze in A. Sassuolo, praticamente, è diventata negli anni un’isola felice in cui i calciatori possono trovare l’equo inserimento nella maggiore realtà calcistica italiana, un schermo che piano piano si assottiglia e da agosto a maggio sparisce. Un luogo, il Mapei Stadium, in cui le giovani promesse possono maturare senza l’ansia e lo stress mediatico di chi invece è costretto a subire pressioni in grandi palcoscenici. Nello stadio di Reggio Emilia la media spettatori nell’antecedente stagione è pari a 12’362 presenze, un dato tanto basso quanto iconico di come le attese e le esigenze mondo neroverde siano al di sotto dei livelli di affaticamento psicologico. Di Francesco negli anni ha sempre ottenuto molto dai tanti giovani che passavano per Sassuolo, non necessariamente in prestito ma anche e soprattutto promesse di altre categorie giunte in Emilia in cerca del giusto grammofono per la loro musica. Le note di Zaza, di Vrsaljiko, di Pellegrini, di Defrel, di Sansone: nomi prestigiosi o quanto meno altisonanti oggi titolari con le maglie di Roma, Atletico Madrid, Valencia, Villareal. Il contributo tecnico che tali giocatori hanno offerto al Sassuolo ha conseguito importanti successi tanto sul campo quanto sul lungo in classifica, dove i neroverdi hanno raggiunto posizioni non banali e soddisfazioni notevoli. Il giochino del do ut des con le grandi della Serie A non si è interrotto neanche quest’anno e anzi, si è incrementato con la formazione di una squadra giovanissima e poco esperta, i cui nuovi arrivati venivano spesso da stazioni ferroviarie importanti. Quando sono scesi a Reggio Emilia, fra le assi di Calatrava, hanno capito che probabilmente erano nel posto giusto.

Sassuolo e l’anno corrente

Il calciomercato estivo di Squinzi ha fatto si che a Sassuolo giungessero un numero di giocatori sufficiente ad affrontare una A più tosta del previsto, dato che ripartendo da zero, senza i vari Di Francesco, Pellegrini, Defrel, la squadra avrebbe avuto non pochi problemi nell’iniziare da capo. Quindi con l’arrivo di un allenatore giovane come Bucchi sono approdati al Mapei Stadium anche tanti figliol prodigi di vivai prestigiosi, gli enfantes prodiges dell’ultimo campionato Primavera. Da Roma grazie all’affare Pellegrini sono arrivati Davide Frattesi (centrocampista centrale), Luca Marchizza (difensore centrale), Federico Ricci (esterno) a sua volta andato in prestito al Genoa. Tutti questi calciatori sono arrivati a titolo definitivo nel club neroverde e la formula è sempre quella della recompra che era tanto piaciuta ad entrambe le parti con Pellegrini. Sempre parlando di buoni rapporti, da Torino sponda bianconera, ecco Francesco Cassata, anno scorso protagonista in B con altri bianconeri, quelli di Ascoli. Per il giovane centrocampista centrale 36 presenze in cadetteria e tanti, tanti complimenti che hanno costretto il Sassuolo a sborsare ben 7 milioni per averlo permettendo comunque a Marotta di poterlo riottenere a fine stagione con un ulteriore pagamento. In prestito secco invece è stata la formula per ottenere Rodgrigo sempre dalla Juve, laterale brasiliano arrivato direttamente dalla Primavera, il ventiduenne difensore Filippo Bandinelli dal Perugia e il portierino Mason dal retrocesso Palermo. Da considerare anche la presenza in organico del già rodato Stefano Sensi, classe 95′ che quest’anno ha già segnato un gol contro l’Atalanta. In totale, considerando i veterani Acerbi, Cannavaro, Consigli e (paradossalmente) Berardi si affiancano un folto gruppo di giovani vogliosi di mettersi alla prova in Serie A. Per il Sassuolo quest’anno l’età media è di 26,1 anni, non certo bassissima, eppure il potenziale giovanile è uno dei migliori di tutto l’intero campionato. Al momento è Bucchi colui che ha le mani in pasta in questo dolce prelibato e si spera che il Sassuolo possa assicurare ai tanti talenti in rosa i progressi tecnici che hanno caratterizzato i precedenti componenti della rosa.

 

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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