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Tercera Division, Segunda Division, promosso, retrocesso: sfogliando la storia del club Villarreal si incappa in una serie di leghe non proprio facili da ricordare in cui il livello di professionismo è paragonabile a quella che oggi in Italia si chiama Serie C. Una squadra, in pratica, che fino al 2000 la Primera Division non sapeva neanche cosa fosse e considerando la stagione corrente ad oggi sono sedici le presenze nella Liga spagnola e non diciassette perchè nella stagione 2015-2016 il Sottomarino giallo è retrocesso in Segunda Division. O meglio, vist il suo passato, ci è tornato. Il Villarreal è una squadra molto apprezzata in Italia per cause sia odierne che romanticamente storiche come quella del rapporto tra il club spagnolo e Pepito Rossi, per lui sette stagioni a La Ceramica e un vagone di ricordi indelebili. Chi invece oggi segue il Villarreal lo fa anche perchè in Spagna giocano diversi giocatori che parlano italiano quali Nicola Sansone, Roberto Soriano e Daniele Bonera: profili diversi, percorsi separati ma il presente comune che condividono in una delle città più piccole della Liga. Il trio italiano quest’anno ha accolto anche Carlos Bacca, come Bonera ex rossonero ma di un periodo storico milanista totalmente diverso da quello del difensore; adesso il colombiano è un’icona offensiva della squadra dell’istituzione locale Javi Calleja, sedutosi sulla panchina degli Amarillos dopo averci giocato nella storica stagione della semifinale di Champions nel 2006. Il centravanti sudmericano in questa stagione è il secondo miglior marcatore del Villarreal con 5 gol in quattordici presenze dietro a Bakambu e il rapporto di affinità con i compagni si è evoluto nel tempo, perchè da un inizio non proprio facile Bacca ha piano piano ri-preso le misure alla Liga e si è calato nella realtà del Sottomarino giallo con non poche difficoltà. Ora nel bel mezzo del campionato Carlos sembra essersi di nuovo risvegliato.

Un Villarreal che parla italiano

La cittadina di Villarreal si trova al limite della Costa del Sol, non troppo lontano da Valencia, e con come già detto, con i suoi 50’520 abitanti è una delle realtà urbane più piccole del campionato spagnolo. Lo stadio La Ceramica è oramai un impianto noto e temuto, un tempio totalmente amarillo che in Liga oggi occupa il quinto posto a sole tre lunghezze dall’Atletico Madrid. La squadra di Calleja nello scorso weekend ha vinto 2-0 una sfida non complicatissima contro l’ultimo in classifica Malaga, successo arrivato grazie alla doppietta del vero leader tecnico, il diez della squadra Nicola Sansone.

Il talento italiano è il vero epicentro tecnico del Villarreal nonostante nelle ultime due partite sia sempre partito dalla panchina: eppure, in medias res, l’attaccante ha timbrato ben 3 gol nelle ultime tre partite del Villarreal di cui soltanto due giocate  (in panchina nel pareggio del Wanda Metropolitano). Sansone era arrivato nella scorsa stagione dal Sassuolo per 13 milioni di euro e l’investimento è stato giudicato positivamente dal destino, che ha reso l’attaccante nato a Monaco di Baviera uno dei pezzi da 90 del club spagnolo, un marcatore da 9 gol stagionali fra Europa League e Liga. Sfruttato da Calleja come punta centrale, Sansone in Italia aveva impressionato per la tecnica esaltata nel ruolo di esterno sinistro – lui che è destro – e una volta in Spagna il suo ruolo è stato ridimensionato in favore di un gioco più fluido e meno macchinoso, tanto che l’ex Crotone è stato trasformato in un sussidio tecnico per i compagni: pronto a chiudere i triangoli verso l’esterno del campo e mobilissimo in area di rigore. Una zona di campo meno conosciuta all’altro italiano arrivato con lui nella passata stagione, quel Roberto Soriano che anni fa incantò la Serie A con la maglia blucerchiata e che ora, titolare o meno, riceve gli applausi della Ceramica. Omonimo del capitano del club Bruno Soriano, tatticamente l’ex Samp non è cambiato dato che agisce sempre come trequartista quando il modulo è il 4-4-2 a rombo ed eventualmente viene schierato mezz’ala sulla linea a 4, ruolo in cui oggettivamente esprime con più difficoltà le sue caratteristiche principali. Il duo italiano nella scorsa stagione ha avuto momenti di alti e bassi seguendo il rendimento del club che nella precedente annata era arrivato sesto, eppure il popolo amarillo si è presto innamorato del talento dei due italo-tedeschi. Gli interessamenti addirittura del Barcellona erano probabilmente solo voci ma già la chiacchiera che questi due talenti calcisticamente cresciuti in Italia fossero entrati nelle grazie della dirigenza Blaugrana è un chiaro sintomo di come il loro lavoro sia apprezzato anche ai massimi livelli professionistici. Tuttavia è impossibile non menzionare anche il terzo degli italiani nel club amarillo, l’ex rossonero Daniele Bonera che con il Milan di Ancelotti ha vinto pure una Champions League. Il suo arrivo in Spagna è stata una news di mercato un po’ inaspettata, una sorpresa visto che a 34 anni nessuno si aspettava un’avventura così competitiva e allo stesso tempo avvincente come quella con il Villarreal. Certo il suo impiego non è stato così entusiasmante dato che in due stagioni ha collezionato giusto 26 presenze e l’inizio, va detto, è stato alquanto disastroso.

Tuttavia Bonera è stato un giocatore che ha sempre dovuto dimostrare, perennemente considerato dietro gli altri: il difensore sa cosa vuol dire lavorare e lottare per far valere le proprie capacità e nonostante il livello agonistico sia effettivamente parecchio alto in Spagna, l’ex Milan si fa comunque trovare pronto quando Calleja lo chiama in causa.

 

Villarreal fra ambizione e Bakambu

In molti in Italia si ricorderanno del Villarreal come la squadra che contro il Napoli di Mazzarri cadde in casa grazie a uno storico gol di Inler garantendo il passaggio ai quarti del club azzurro; gli spagnoli hanno incrociato spesso il proprio destino con l’Italia, tant’è che al di là della piccola ambasciata azzurra a La Ceramica le più belle pagine di storia moderna del club le ha scritte Giuseppe Rossi, che in sette stagioni in Spagna ha segnato 54 gol. Eppure, dopo anni di Champions League e di risultati memorabili, il Villarreal deve affrontare un presente ambizioso ma al contempo complicato, un’avventura in Liga che al momento sta andando a gonfie vele ma in cui i pericoli si celano dietro ogni angolo della casa del campionato spagnolo. Dopo un inizio deludente fatto di due sconfitte e 4 gol presi la squadra ha reagito progressivamente bene conquistando punti su campi difficili ( pareggio con l’Ateltico Madrid, vittoria col Getafe) e migliorando il rendimento casalingo: soprattutto, la zona gol ha iniziato a rendere ottimamente con lo sblocco del potenziale in area di rigore di Bacca e l’affinità del colombiano con il top player Bakambu è finalmente vicina alla completa massimizzazione. Era normale che i primi periodi fossero difficili per l’attaccante sudamericano, reduce dal 4-3-3 di Montella in cui non era più abituato a giocare con un compagno in zona gol; adesso con il congolese il modo di interpretare il ruolo di attaccante cambia e l’isolamento offensivo per Bacca è rimasto un ricordo. Considerando che il Villarreal in questa stagione non ha mai cambiato l’assetto tattico prestabilito, ovvero il 4-4-2, da quando Calleja ha optato per l’introduzione del centrocampo a rombo per il Sottomarino Giallo sono arrivati solo risultati positivi anche se spesso Soriano è stato sacrificato in panchina. Senza dubbio l’utilizzo dell’italiano è quanto mai fondamentale per la fluidità della manovra offensiva negli ultimi 20-25 metri di campo, eppure Calleja volentieri lo ha lasciato in panchina preferendogli Bacca, che in toto, ha giocato 237 minuti in campionato, meno di Sansone che è stato in campo per 246′. Il Villarreal sta proseguendo il suo percorso di ri-affermazione in Europa dopo l’hannus horribilis della retrocessione in Segunda Divison e il cammino deve passare necessariamente per la Liga, la chiave di volta per raggiungere qualsivoglia obbiettivo internazionale. La guida italiana del Sottomarino Giallo può essere una capitaneria importante per un club ambizioso e che storicamente, e anche un po’ romanticamente, il destino ha voluto legare a icone di calcio azzurre.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno