Skip to main content

L’anticipo serale del sabato della tredicesima giornata di Serie A non ha solo permesso al Napoli di allungare – per una giornata o per qualche ora, lo sapremo poi – sulla Juventus in classifica ma ha messo in evidenza un particolare numero statistico per due calciatori avversari. Nello specifico, il numero di cui parliamo è il 100 e il primo dato (positivo) riguarda Kalidou Koulibaly, che ieri ha giocato la centesima partita nel campionato italiano con il Napoli. La seconda statistica (negativa) riguarda invece Gianluigi Donnarumma: il gol vittoria subito da Zielinski nel secondo tempo dell’incontro giocato al San Paolo rappresenta la segnatura numero 100 subita in carriera dal portiere del Milan, in 92 partite ufficiali. Proprio per “celebrare” questo traguardo abbiamo dato uno sguardo al passato recente per trovare i cinque gol subiti da Donnarumma che lo hanno formato come portiere e che, forse, ne hanno persino cambiato la percezione e il destino contemporaneo.

La Top 5 dei gol subiti da Gianluigi Donnarumma

1) Berardi, Milan-Sassuolo 2-1


La rete subita da Berardi rappresenta una prima volta in assoluto: non a caso si è scelto questo come primo gol da presentare, perché la classifica tiene conto della cronologia delle reti subite. I più attenti quindi sapranno bene che questo è stato il primo gol inflitto a Donnarumma nella sua carriera da professionista. Contestualizzare la situazione è fondamentale: il tecnico del Milan Sinisa Mihajlovic, insoddisfatto delle prestazioni dell’esperto Diego Lopez dall’inizio della stagione, sfrutta qualche acciacco fisico dello spagnolo per lanciare il diciassettenne Donnarumma. Provocatoriamente, potremmo considerare questa scelta l’unica vera grande soddisfazione della carriera d’allenatore del serbo. Ad ogni modo, nel momento in cui fu presentato al mondo intero Donnarumma rappresentava semplicemente un giovanissimo portiere di belle speranze, che fino a quel momento si era segnalato soprattutto per una buona prestazione in amichevole contro il Real Madrid durante la International Champions Cup, competizione estiva che mette di fronte squadre dal rinomato blasone. La gara, dopo il pareggio dei tempi regolamentari, si era conclusa ai rigori (con la vittoria del Real Madrid) e Donnarumma fu lodato per la personalità mostrata sia in partita che durante i tiri dal dischetto. La differenza tra un’amichevole e una gara ufficiale è però abissale a livello mentale e, sicuramente anche per l’emozione dell’esordio, Donnarumma finisce per pagare questo scotto praticamente subito. Minuto 53′, punizione per il Sassuolo con il Milan in vantaggio: Donnarumma sistema una barriera abbastanza folta mentre Berardi si prepara a calciare dalla destra del campo rispetto alla visione televisiva. Come prassi vuole in questi casi Donnarumma fa la cosa giusta spostandosi dall’altro lato per avere più slancio in caso la palla riuscisse a sorpassare la barriera. Berardi però, con furbizia ed esperienza, non mira all’angolo vuoto ma al palo coperto proprio dal portiere. Una mossa che l’inesperto estremo difensore non attende: il passo verso il lato scoperto gli è fatale, così come il non vedere chiaramente partire la palla. Donnarumma subisce così gol sul suo palo e il Sassuolo pareggia. Un errore ininfluente, perché il Milan vincerà quella partita. Soprattutto, uno sbaglio perdonatogli quasi subito, in maniera più che giusta: fin troppe le attenuanti per evitare la condanna. Lo stesso Mihajlovic ebbe parole al miele nel post partita: quell’errore non gli avrebbe impedito di credere nella sua scommessa più grande. Interessante, dunque, notare come la rincorsa ai piani alti di Donnarumma sia iniziata con un errore piuttosto evidente, che però riuscì a non avere conseguenze psicologiche.

2) Insigne-Callejon, Milan-Napoli 1-2


Catapultiamoci alla stagione successiva: il Milan è ora nelle mani di Vincenzo Montella che, come il suo predecessore, non si fa problemi nella scelta di schierare Donnarumma titolare. Anche perché lo status del portiere nel frattempo è radicalmente mutato: da una bella speranza si è passati all’avere in campo una grande certezza. In tempo record il ragazzo ha bruciato tutte le tappe: titolare nel Milan, esordio in Under 21 prima e in Nazionale maggiore poi. Il tutto con a stento la maggiore età compiuta. Peraltro a Donnarumma nella stagione da esordiente era riuscito un giochetto non da poco: prendere meno gol rispetto alle presenze in campo. In 31 partite ufficiali infatti sono stati 30 i gol subiti. Generalmente, quando si osserva una statistica del genere riguardante un estremo difensore titolare, ci si rende immediatamente conto di avere a che fare con un portiere quantomeno fuori dalla media. Nel mezzo della stagione arriva per Donnarumma un incontro che, col senno di poi, potrebbe essere considerato indicativo del suo reale percorso calcistico: quello di San Siro contro il Napoli. Una gara importante contro la terza forza del campionato, con il Milan che vuole fare bella figura ma che va quasi subito sotto di due gol. Scegliere di accorpare i gol di Insigne e Callejon in un’unica posizione della classifica serve più che altro a far comprendere proprio l’importanza della partita e l’impatto che le due reti possono aver segnato anche in chiave futura. Per quanto riguarda la prima rete, Donnarumma deve fronteggiare un tiro mancino di Insigne a mezz’altezza. Il calciatore del Napoli – estremamente dotato tecnicamente – si ritrova a calciare in una situazione non molto comoda, per via della pressione dell’avversario e dell’utilizzo del piede debole. Il tiro quindi non dovrebbe rappresentare un impegno troppo gravoso per Donnarumma, anche perché la conclusione non si rivela nemmeno così potente. Purtroppo il ragazzo compie la scelta di non spingere a sufficienza verso l’esterno durante la parata, facendosi così freddare dal napoletano. La rete di Callejon è invece figlia di un potenziale errore di valutazione del ragazzo ma anche della bravura del calciatore avversario: appena la palla arriva sui piedi dello spagnolo Donnarumma sceglie di accelerare i tempi e uscire per rubare il tempo all’esterno, che però è bravissimo a batterlo infilando la sfera sotto le sue gambe, praticamente nell’unico pertugio possibile. Una concausa, in questo caso: né una papera né un capolavoro di Callejon. Il punto è però un altro, perché questa è stata forse la partita in cui si è compreso quanto Donnarumma avesse ancora da fare per diventare un portiere di altissimo livello. Due gol evitabili presi – peraltro in una gara contro una concorrente più o meno diretta per le posizioni di classifica che contano – e un’aura da fenomeno che iniziava piano piano a scemare. Campione sì ma non ancora fuoriclasse, insomma.

3) autogol feat. Paletta, Pescara-Milan 1-1


Questa è forse la rete più brutta e intrisa di imbarazzo subita dal portiere, quella che sicuramente non racconterà ai nipotini. Il tutto nasce da un doppio errore banale: Paletta effettua un retropassaggio sicuramente non fortissimo ma neanche così lento da approcciare con estrema tranquillità. Di contro Donnarumma va davvero troppo molle sul pallone e il suo mancato controllo – ma con deviazione piuttosto evidente – permette alla palla di scivolare in porta. La responsabilità di Paletta è chiara, perché una delle regole fondamentali per un difensore è non dare mai la palla al portiere quando quest’ultimo si trova nello specchio della porta. Lo stesso Donnarumma però si dimostra lento nel farsi vedere per ricevere il pallone ed evidenzia notevolmente una delle sue pecche più grandi: il gioco con i piedi. Da sempre coinvolto nella manovra del Milan, che non a caso inizia spesso dal basso, il ragazzo ha sovente manifestato il suo essere ancora troppo acerbo con gli arti inferiori, un difetto determinante per un portiere moderno che forse l’esperienza potrà limitare. In ogni caso questo è paradossalmente uno degli errori meno gravi della classifica, perché si tratta pur sempre di una situazione sfortunata e di un errore tecnico che può capitare davvero a chiunque si cimenti in questo ruolo calcistico di grande responsabilità. A seguito di quest’errore, comunque, arrivò la prima vera bocciatura a livello di voti per Donnarumma.

4) Conti, Atalanta-Milan 1-1


Il gol subito dal futuro compagno di squadra Andrea Conti a Bergamo è un gol che praticamente Donnarumma si è fatto da solo. Spinazzola devasta la fascia destra del Milan ed entra in area di rigore. Ha due soluzioni: tiro e cross. Dal suo piede sinistro esce qualcosa a metà tra i due e Donnarumma – mostrandosi reattivo – intercetta il pallone. Solo che però, nell’attimo immediatamente successivo, il portiere lo smarrisce senza un vero perché, consegnando di fatto la sfera a Conti per l’1-0. Qualcuno potrebbe parlare di rimpallo sfortunato, in realtà Donnarumma probabilmente non aveva ancora preso una decisione durante il tuffo riguardo l’azione di bloccare la palla oppure cercare di respingerla altrove. Mente e corpo potrebbero aver vissuto un conflitto totale durante la concitazione di quegli attimi e la confusione dell’azione ha fatto il resto. Sembra però evidente come un portiere davvero al top difficilmente avrebbe commesso un errore del genere.

5) Pisacane, Cagliari-Milan 2-1


Ultima partita della stagione 2016-2017: sardi già salvi, rossoneri praticamente sicuri del posto in Europa League. Più che il gol in sé, in questo caso a fare la differenza è tutto ciò che c’è stato prima della segnatura del Cagliari. Punizione da posizione centrale per il club casalingo, sul pallone Joao Pedro. La distanza è pericolosa ma con un po’ di attenzione (e fortuna) un portiere potrebbe persino non essere costretto a intervenire in un contesto del genere. Quando il brasiliano parte, Donnarumma commette esattamente – anche se in modalità differenti – lo stesso errore fatto nell’approccio della punizione di Berardi: movimento anticipato e dunque cattiva lettura del pallone. Stavolta l’esperienza maturata gli consente, tramite “linguaggio del corpo”, di mettere una pezza. Il problema però è che la respinta è goffa e centrale: un invito a nozze per Pisacane, che proprio in quell’occasione segna il suo primo – e finora unico – gol in Serie A. Il cerchio idealmente si chiude: prima e ultima rete subite entrambe su punizione, con gli stessi errori di base. Uno sbaglio ininfluente ai fini del campionato ma, al tempo stesso, piuttosto profetico riguardo la burrascosa estate che il portiere vivrà qualche settimana dopo: le brutte prestazioni agli Europei Under 21, il presunto mancato rinnovo con il Milan, le offese dei suoi stessi tifosi prima della riconciliazione. Un gol, quindi, che rappresenta pienamente questo grande punto interrogativo che è ancora oggi Gianluigi Donnarumma: siamo davvero di fronte all’erede dei vari Zoff e Buffon? Oppure abbiamo davanti un grande giocatore che però non diventerà mai speciale fino in fondo? La speranza è che questi primi 100 gol subiti da Donnarumma (ne arriveranno almeno altri 100, crediamo) siano una base da cui partire e non una costruzione calcistica già edificata ma dalle fondamenta friabili.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

Lascia una risposta