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Ci sono storie che nella vita proprio non si riescono a portare avanti. Si prova di tutto, con buon volontà e intelligenza, per cercare di indirizzare un rapporto verso binari coerenti ma spesso non ci si riesce perché le fondamenta dello stesso risultando poco solide. La storia tra Nikola Maksimovic – che oggi compie 26 anni, auguri – e il Napoli contiene molte di queste caratteristiche: un amore senz’altro giovane, nel quale ambedue le parti stanno facendo qualsiasi cosa in loro potere per tenersi la mano. A volte però bisognerebbe senza dubbio arrendersi all’evidenza ed è probabile che tra il serbo e gli azzurri finisca per andare proprio così. Fino ad ora è innegabile considerare un fallimento l’avventura partenopea del ragazzo, che arrivato tra grandi – e forse ingiustificate – aspettative non è mai stato preso seriamente in considerazione dal tecnico Sarri, se non in situazioni di pienissima emergenza difensiva. Una relazione che ogni giorno diventa sempre più pesante e antipatica per entrambe le parti coinvolte. Soprattutto per il calciatore, però, il quale sta letteralmente buttando via due anni di carriera nella speranza di trovare, prima o poi, il suo posto nella difesa del Napoli. La quale, però, mai come quest’anno sembra aver trovato equilibri e certezze senza di lui.

Perché Maksimovic al Napoli è stato un cattivo affare per tutti (o quasi)

Desiderato, voluto, bramato come un tesoro nascosto. Da anni il Napoli inseguiva Maksimovic ma non era mai riuscito a mettere la quinta per dargli un passaggio in velocità sulla strada per la Campania. Il club ha dovuto rallentare, aspettare l’ok di Cairo e Mihajlovic e poi arrivare al ragazzo: sin dall’inizio 20 milioni per il riscatto obbligatorio sono sembrati un’enormità, soprattutto perché l’ultima stagione aveva riservato al calciatore fin troppi guai fisici e un ritorno mai totale ai livelli delle annate precedenti. Maksimovic era stato in grado di mettersi in mostra nel 3-5-2 targato Ventura, prima come centrale difensivo e poi addirittura come esterno di centrocampo. I primi due campionati con la maglia del Torino avevano evidenziato le qualità di un calciatore molto bravo soprattutto con il fisico ma anche discretamente capacitivo sotto l’aspetto dell’impostazione difensiva. In teoria, dunque, il serbo rappresentava un colpo importante per la difesa del Napoli, che con Benitez prima e Sarri poi non aveva mai trovato una stabilità definitiva. Da potenziale sorpresa del mercato, però, Maksimovic si è trasformato presto – utilizzando una parabola che precedentemente aveva coinvolto anche un altro ex napoletano, Britos, inseguito a lungo e poi utilizzato poco e male – in un problema interno con cui avere a che fare. Le poche partite di questi mesi lo testimoniano e Sarri sembra ormai aver fatto altre scelte nel reparto.

Cosa non funziona

Insieme a Tonelli, tornato utile soltanto per un paio di mesi della scorsa stagione, Maksimovic è finito quasi ai margini del progetto. Sarri gli preferisce costantemente Chiriches nelle gerarchie: lo conosce meglio e – cosa ancor più importante – il rumeno è stato in grado di assimilare molto meglio la linea di retroguardia e i movimenti difensivi dettati dal tecnico. Il serbo si è dunque ritrovato come quarta scelta della difesa, in maniera molto poco sorprendente per alcuni addetti ai lavori. Questo perché Maksimovic, che nel Torino aveva quasi sempre giocato a 3 dietro, ha ancora un bisogno vitale di comprendere le direttive di Sarri. Anche per questo il suo acquisto assume ancor di più un alone di mistero, con la società che avrebbe potuto prendere un centrale più abituato al modulo e maggiormente solido a livello di condizione fisica. Non è un caso, infatti, che all’inizio della scorsa stagione De Laurentiis e Sarri si siano trovati a discutere molto, anche se indirettamente, delle scelte di mercato fatte in estate. Il poco gradimento che Sarri ha di Maksimovic lo si nota, di riflesso, nell’utilizzo maggiore di tutti i calciatori che l’anno scorso erano più soggetti alla panchina: Zielinski, Rog, persino Giaccherini, Maggio e i nuovi arrivati Ounas e Mario Rui stanno giocando più di lui, che fino ad ora ha collezionato soltanto una presenza in campionato e una in Champions League.

Maksimovic

Maksimovic esulta dopo il gol al Crotone – FOTO: Lega Serie A

I limiti evidenti

Oltre alla questione tattica – un ostacolo piuttosto evidente per un calciatore non pronto che si ritrova ad essere allenato da Sarri – vale la pena evidenziare anche quella tecnica. Nelle 14 partite giocate in una stagione e mezza da Maksimovic al Napoli il calciatore non ha mai convinto del tutto: non solo in quasi tutte le gare la squadra ha preso gol ma il singolo ha spesso commesso errori molto evidenti se non addirittura gravi. Quest’anno, ad esempio, nelle due partite giocate contro Spal e Feyenoord il serbo è quantomeno co-responsabile di almeno 2 delle 3 reti subite dalla sua squadra. Il ragazzo sembra peccare soprattutto nel fondamentale della velocità, poiché viene spesso superato dagli attaccanti avversari. Non sono mancati poi gli errori in fase di impostazione e di palleggio, così come quelli di lettura dell’azione o dei movimenti compiuti dalla palla (il gol preso in Champions è indicativo a riguardo). Almeno per adesso, dunque, Maksimovic sembra essere il vero punto debole difensivo del Napoli e, proprio per questo, Sarri sta preferendo evitare di schierarlo in campo per non rischiare situazioni spiacevoli. Come dicevamo prima, questo contesto non conviene a nessuno: il Napoli sta scegliendo di credere ancora nel calciatore, lo ha riscattato e spera che il serbo trovi la quadratura del cerchio. D’altro canto, nel progetto tecnico l’ex Torino sembra ormai chiuso e l’unica scelta possibile che possa accontentare almeno parzialmente le due parti sembra essere quella della cessione. Il Napoli può ovviamente scordarsi una plusvalenza dal ragazzo, che però potrebbe essere valorizzato con un prestito altrove per trovare continuità e tornare magari rinfrancato. In tutto questo, gli unici a ridere sono i dirigenti granata, che sono riusciti ad ottenere una somma molto importante da una cessione ben mirata. Ovviamente non è detto che una storia d’amore debba finire per sempre ma, almeno per adesso, Maksimovic e il Napoli dovrebbero considerare l’idea di separarsi. Per il bene di tutti.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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