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La Bundesliga non ama molto cambiare, si accontenta delle sue gerarchie della sua scala di valori. Al netto di saltuarie sorprese,  il Bayern Monaco è da sempre la squadra egemone del campionato tedesco: non lascia scampo in quanto a titoli e pure nelle sconfitte, quando raramente avvengono, sembra lanciare sugli avversari una sorta di maledizione. Il Bayern in campionato per il momento ha perso solamente due volte, una sconfitta a testa per i due allenatori Ancelotti e Heynckes. La prima, nel periodo dell’italiano, contro il sorprendente Hoffenheim di Nagelsmann; la seconda, due settimane fa, in trasferta contro un’altra formazione brillante quale il Borussia Monchengladbach. Quella che sembra effettivamente essere una vera e propria maledizione colpisce tutte le squadre che fanno risultato contro i bavaresi: dalla stagione 2014-2015 sono state solo 9 le sconfitte del Bayern e guarda caso, tutte le squadre capaci del “colpaccio” matematicamente non sono riuscite a ripetersi nella partita successiva: il Borussia Dortmund, l’Hoffenheim, il Borussia Monchenlgadbach (due volte), il Magonza, il Wolfsburg, il Bayern Leverkusen, l’Augusta e il Friburgo. Allo stesso modo in questa stagione come detto sia l’Hoffenheim che il Borussia Monchengladbach non sono riusciti a a fare risultato, con la squadra di Nagelsmann che ha pareggiato in trasferta contro l’Herta Berlino ed il Glabach che otto giorni dopo il successo sui bavaresi ha perso malamente 3-0 contro il Wolfsburg. E’ ovvio che la spesa di energie per conquistare una vittoria contro la prima in classifica sia molto alta, così come a livello psicologico la pressione aumenta non poco. Di fatto, però, battere il Bayern Monaco parrebbe essere un risultato dai due volti: tre punti prestigiosi, ma che possono perdersi subito dopo.

Juventus, ne sai qualcosa ?

Qualcosa di analogo agli sventurati epiloghi di Hoffenheim e Borussia Monchengladbach si sono verificati anche in Italia. La Serie A e il campionato tedesco spesso hanno seguito epiloghi paralleli, con una squadra che schiaccia la corsa al titolo delle altre e le sfidanti alzano bandiera bianca con largo anticipo. La Juventus ha perso nelle ultime stagioni la prerogativa di imbattibilità assoluta (almeno nel match singolo) che aveva contraddistinto alla grande il periodo-Conte. Nella scorsa stagione, ad esempio, la Juventus ha perso  contro Inter, Milan e Genoa, rispettivamente 2-1, 1-0 e 3-1, senza però che nessuno riuscisse a violare Juventus Stadium. I neroazzurri di De Boer, dopo aver battuto con merito la Juve a San Siro, si sono ripetuti anche ad Empoli 2-0 la gara successiva; tuttavia dopo il successo in Toscana l’Inter ha dovuto aspettare ben cinque partite prima di tornare a vincere, dato che contro Bologna, Atalanta, Roma e Cagliari è arrivato un solo punto, in casa contro i felsinei. Storia diversa ma sempre colorata di sconfitta è quella del Milan che, ancora festeggiante il gol vittoria di Locatelli, ha poi perso malamente contro il Genoa a Marassi 3-0. Il Genoa invece, altro unicum di vittoria contro i bianconeri, si è prima esaltata nel battere la squadra di Allegri 3-1, per poi portare a casa un solo punto in cinque gare, frutto di uno scialbo 0-0 al Bentegodi contro il Chievo. Insomma, sembra che chiunque osi scomodare la tranquillità vincente delle grandi squadre si ritrovi successivamente in una situazione deficitaria in termini di punti: in poche parole,  in Italia le vittorie contro la Juve costano care. Quest’anno la Lazio pare si sia voluta opporre al dannoso destino che gli sarebbe dovuto toccare, vincendo anzi le successive tre gare fino alla sconfitta nel derby. La Samp invece, flagello dei bianconeri qualche settimana fa, ha confermato il trend statistico perdendo la successiva gara in trasferta a Bologna. Il detto recita “Non svegliar il can che dorme” e sia in Italia che in Germania, le squadre dovrebbero pensarci due volte prima di voler fare la partita della vita contro Juve e Bayern.

 

 

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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