Skip to main content

La serata di Champions League per il Napoli è stata più che amara: serviva una vittoria contro il Feyenoord – e un’affermazione del City in Ucraina – per andare agli ottavi. Sono arrivate però due sconfitte per il destino azzurro, con la squadra di Sarri che giocherà dunque l’Europa League. D’altronde i problemi erano già iniziati all’inizio della settimana in virtù dell’assenza pesantissima di Lorenzo Insigne: il fantasioso giocatore partenopeo ha saltato per la prima volta dopo 60 presenze consecutive una gara ufficiale del Napoli (era il 23 ottobre del 2016) e la curiosità su come Sarri avrebbe risolto la situazione nella sua zona di campo ha tenuto banco alla vigilia del match. Andiamo dunque a vedere, nello specifico della gara contro gli olandesi, come si è comportato il suo sostituto estemporaneo, ovvero Piotr Zielinski.

Napoli senza Insigne: le novità, le garanzie e i difetti

Ovviamente va chiarito subito – qualora ce ne fosse stato realmente bisogno – che Zielinski è un’ala adattata, un’invenzione recente di Sarri per un giocatore che in carriera aveva ricoperto ruoli da centrocampista e trequartista ma mai da esterno d’attacco. La principale differenza della presenza in campo di Zielinski è soprattutto tattica: il 4-3-3 del Napoli con il polacco esterno si trasforma molto spesso in un 4-4-2 durante la fase difensiva, con Zielinski che sovente manifesta la volontà di accentrarsi per trovare qualche spazio in più. Un esempio lampante è quello del gol in mischia dello 0-1 siglato proprio dall’ex Empoli e Udinese. In realtà va affermato candidamente come, esclusa la segnatura del 2′, la prestazione di Zielinski sia stata ampiamente insufficiente. Il polacco non è mai stato in grado di creare la superiorità numerica contro la squadra avversaria e si è mostrato in molte occasioni fin troppo arretrato nella ricerca del pallone, essendo abituato a giocare qualche metro indietro rispetto alla porta nella quale segnare. Per molti dei minuti di gara Zielinski ha in effetti ricoperto una sorta di posizione ibrida: né troppo esterno né troppo interno, non molto offensivo ma al tempo stesso decisamente poco difensivo.

Feyenoord-Napoli

In questo frame una situazione molto chiara dei movimenti sulla fascia in assenza di Insigne: Hysaj larghissimo in fase d’attacco mentre Zielinski tende ad accentrarsi e restare più arretrato.

Inoltre, sono mancate soprattutto le giocate tipiche di Insigne su quella zona di campo: lanci verticali sull’altra fascia, tiri da fuori, dribbling. Non è la prima volta che Sarri ha provato il giocatore in tale posizione ma l’impressione è che l’altro ieri il ragazzo si sia sentito molto spaesato quando ha dovuto interpretare questo particolare ruolo. Il numero 20 azzurro ha cercato di differenziare l’interpretazione dello stesso rispetto a quella di Insigne, andando a cercare più frequentemente lo scambio centrale con Mertens che l’allargamento in coppia con il terzino. Soprattutto, l’impressione principale è quella di uno Zielinski decisamente meno rifinitore rispetto a Insigne, con l’ex Pescara che probabilmente avrebbe preso scelte differenti o decisioni diverse nella gestione del pallone. In generale, comunque, si avverte molto la sensazione che Zielinski sia molto distante dai concetti portati avanti dal numero 24 partenopeo, cosa che invece sembra non subire Rog, il quale quando prende il posto di Callejon spesso dà garanzie (anche in termini di movimenti simili allo spagnolo) nei minuti d’impiego.

Zielinski Hysaj

Zielinski e Hysaj durante Feyenoord-Napoli – FOTO: SSC Napoli

Le conseguenze per il binario di sinistra

Durante la gara Zielinski – rimasto in campo per l’intera partita – ha visto alternarsi i suoi compagni di avventura sulla fascia di competenza. Insieme a lui aveva iniziato Hysaj, che poi è tornato a giocare sulla destra dopo la sostituzione che ha visto entrare in campo Mario Rui per Maggio. Gli automatismi sono stati diversi ma tutti insufficienti: quando sulla fascia c’era l’albanese il Napoli attaccava poco su quel lato, preferendo gestire la corsia di destra a livello offensivo. Quando invece è entrato in campo l’ex Roma la squadra ha provato a valorizzarne l’impulso offensivo con scambi veloci, sovrapposizioni, lanci e combinazioni. L’intesa con Zielinski però non si è mai mostrata e difatti, paradossalmente, da binario forte la fascia mancina del Napoli si è palesata come punto debole contro il Feyenoord, con il gol del pareggio nato proprio da quella zona di campo. Inoltre, per la prima volta dopo svariati mesi il Napoli si è ritrovato a giocare senza il terzino e l’esterno titolari della fascia sinistra. Una coincidenza che ha ovviamente minato le certezze offensive della compagine.

Feyenoord-Napoli

Dopo l’ingresso di Rui e lo spostamento di Hysaj a destra Zielinski trova un altro partner ma le cose non sembrano cambiare. Il polacco continua ad accentrarsi, costringendo così – come possiamo notare dall’immagine – Hamsik a lasciare scoperta la sua zona di competenza per coprire la fascia mancina al fine di creare la catena sinistra nella sua completezza.

Soluzioni alternative

L’esperimento di Zielinski esterno alto non sembra aver funzionato granché, perlomeno per l’andamento complessivo di un’intera partita. Ovviamente novanta minuti non possono rappresentare una bocciatura totale, considerando anche la particolarità della partita. Il Napoli ha smesso di giocare nell’esatto momento in cui lo Shakhtar realizza l’uno-due decisivo contro il City. Ma il Napoli, a prescindere dall’eliminazione in Champions League, continua a faticare in attacco. Un problema sottolineato anche da Sarri in conferenza stampa: “Ora dobbiamo pensare a finire l’anno in campionato: in questo momento abbiamo dei problemi in attacco, non si vedono più certi movimenti e questo ci deve fare pensare. Se il movimento senza palla diventa minore anche la velocità di circolazione diminuisce, il possessore di palla ha meno opzioni e lo sviluppo ne risulta più blando”. La situazione di Insigne è ancora in divenire e se davvero i suoi problemi sfociassero in una pubalgia seria il Napoli dovrebbe trovare un rimedio efficace per contrastare l’assenza dell’uomo di punta. In questo senso Giaccherini e Ounas rappresentano due alternative differenti: meno esplosivo e più esperto il primo, decisamente più volitivo ed offensivo il secondo. Va però fatto notare come al Napoli, a conti fatti, manchi un vero e proprio sostituto di Insigne: Ounas generalmente gioca a destra, così come Rog adattato, mentre Giaccherini (anch’egli adattatosi alle indicazioni di Sarri nel ruolo) non sembra avere più la gamba e la continuità per far bene. Una soluzione di ripiego potrebbe essere quella di alzare Mario Rui come ala ma probabilmente il portoghese ne uscirebbe ridimensionato, così come la manovra offensiva del Napoli. Che però ha necessità assoluta di ricercare nuove certezze, poiché non potrà sempre dipendere dalla presenza – a mezzo servizio o meno – di Lorenzo Insigne.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

Lascia una risposta