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Un punto dalla vetta, serenità ritrovata e un nuovo assetto tattico scoperto da Allegri: la crescita della Juventus passa dai piccoli dettagli che il tecnico livornese sta curando per compiere l’impresa del settimo scudetto consecutivo. Il tonfo contro la Sampdoria lo scorso 19 novembre aveva fatto tanto rumore, per molti si era giunti addirittura alla fine di un ciclo ma non avevano fatto i conti con la maniacalità tattica dello stratega Allegri. Nel momento più importante per la Juventus, nella partita decisiva contro l’Inter all’Allianz Stadium, l’ex tecnico del Cagliari decide di tenere in panchina Paulo Dybala per schierare un volubile 4-3-3. Una scelta tanto clamorosa quanto azzeccata: un assetto che, però, continua a far gioire i bianconeri, che anche in casa del Bologna nella giornata di ieri, senza Dybala, hanno sbancato il Dall’Ara per 3-0.

La disposizione iniziale della Juventus: Douglas Costa e Matuidi larghi sulle fasce.

Evoluzione tattica: come cambia la Juventus senza Dybala in campo?

Mister Allegri ha dato il via a una nuova trama tattica contro i nerazzurri, proponendo un 4-3-3 con Cuadrado al posto del numero dieci argentino.

Fase di non possesso

Il compito del colombiano, quando la Juve è in fase di non possesso, è quello di presidiare la fascia destra per dare una mano a De Sciglio, apparso tra i più in forma tra i bianconeri. Contemporaneamente, quando Cuadrado slitta sulla fascia destra, Matuidi dirotta sulla fascia sinistra per completare l’asse mancino con Alex Sandro, che è tornato a funzionare. Il brasiliano, in questo inizio di stagione, non sembrava quello apprezzato la passata stagione: solamente 10 gare da titolare su 17 e un periodo di appannamento tecnico-tattico. La nuova veste tattica ha cambiato anche le sue prestazioni: ora la catena mancina sembra nuovamente funzionare. Quando Matuidi e Cuadrado si dispongono sulle fasce, i bianconeri si schierano con un 4-4-2, lasciando in avanti il tandem Mandzukic-Higuain.

Il 4-3-3 pronto a trasformarsi in un 4-4-2 con lo slittamento di Douglas Costa sulla fascia destra e Matuidi sulla sinistra. Fonte foto: Soccer Way

Fase di possesso

Quando la Juve, invece, attacca sono molteplici le soluzioni a disposizione della squadra di Allegri. In fase di possesso si dispongono con un 4-3-3, con Matuidi nel ruolo di mezz’ala e Mandzukic-Cuadrado esterni d’attacco ma molte volte lo schieramento visto in fase di non possesso viene riproposto anche quando i bianconeri offendono. È una Juve versatile tatticamente, che ha a disposizione tanti uomini di qualità per trasformare la disposizione in campo: tante le soluzioni per il mister bianconero che oggi riesce anche a far meno di Dybala, il giocatore più tecnico di questa Juventus.

Crescere senza Dybala

Se ad inizio stagione l’argentino sembrava un uomo imprescindibile, ora forse non è più così. La Juventus sta imparando a fare a meno del suo numero Diez: è un bene o un male? Questa è la domanda che si pongono in molti. È un bene per la crescita della squadra come collettivo ma è un male per la società bianconera che non può prescindere dalla valorizzazione di un giocatore come Dybala. Allegri sorriderà sornione perché- dopo qualche mugugno di troppo dell’argentino- la spunta sempre il livornese anteponendo il bene del gruppo al bene del singolo. È una regola che vige da sempre in casa Juventus. È successo per Pogba, Vidal e Bonucci. Che non possa essere la volta di Dybala? Al tempo spetta l’ultima parola, intanto l’obbiettivo di Allegri e della società torinese è quello di rimettere il fantasista argentino al centro del progetto. Non sarà facile perché gli equilibri tattici della Juventus ora sembrano essere perfetti: Dybala in punta di piedi dovrà rientrare in una macchina e rimettersi al posto di guida, perché ha tutte la qualità per farlo. E in fondo, anche Allegri lo sa.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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