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Non citare Star Wars in questo periodo sarebbe un po’ come non rispondere “a te e famiglia” nel rispondere agli auguri natalizi. D’altronde per citare Star Wars un pretesto non serve ma, se proprio dobbiamo trovarlo, ecco che la situazione attuale della Fiorentina si presta magnificamente al tutto. Dopo un calciomercato giudicato insufficiente dai tifosi e un’oggettiva partenza non proprio esaltante degli uomini in viola, il tecnico Stefano Pioli – che fino ad ora ha dimostrato di essere senz’altro un allenatore valido ma forse non ancora pronto per un progetto da big – sembra aver trovato la quadratura del cerchio grazie a qualche piccolo accorgimento e alla maturata convinzione che la squadra possa esprimersi su livelli medio-alti. Affidandosi ad alcune intuizioni personali e a qualche piccolo segreto, l’ex allenatore di Parma, Lazio e Inter potrebbe anche maturare qualche difficile (ma non di certo impossibile) pensierino europeo, peraltro in uno dei campionati più equilibrati degli ultimi anni.

I segreti del rendimento di Pioli e della Fiorentina

Difesa granitica

Da ormai sette gare consecutive tra Coppa Italia e campionato la Fiorentina è imbattuta. L’ultima sconfitta risale addirittura a inizio novembre, contro la Roma. Questo anche per via di una difesa che, nel corso del tempo, ha regalato a Pioli sempre maggiori certezze. Escludendo la partita di Coppa Italia, in campionato nelle ultime sei partite la Fiorentina ha subito soltanto due gol, restando immune a marcature da ben quattro match consecutivi (tra cui uno giocato al San Paolo contro la capolista Napoli). Numeri importantissimi, che fanno felici i fantallenatori che hanno preso Sportiello per difendere la loro porta ma soprattutto i tifosi fiorentini, che hanno scoperto di possedere una difesa granitica e affidabile. Specialmente la zona centrale sembra dare ampie garanzie: di Astori si sa e si è già parlato bene, peraltro il calciatore in viola si è ripreso dopo annate non proprio entusiasmanti e potrebbe anche diventare un riferimento per il prossimo ciclo della Nazionale. La vera sorpresa resta German Pezzella, centrale argentino fisicamente quasi invalicabile, ottimo nel gioco aereo ma anche nel far sentire la sua presenza all’attaccante avversario di turno. Una coppia di difensori amalgamata quasi per caso dopo le prime disastrose prestazioni di Vitor Hugo, inizialmente additato come titolare insieme all’italiano, un duo che si sta proponendo come uno dei migliori del campionato e che di certo non ha intenzione di smettere di stupire.

Fiorentina

La Fiorentina esulta dopo la vittoria di Cagliari – FOTO: ACF Fiorentina

Il modulo giusto

Nel precampionato e nella prima parte di stagione era emersa un po’ di confusione riguardante la maniera di schierare i calciatori in campo. Pioli ha lavorato su un 4-4-2 classico così come su un 4-2-3-1 e un 4-3-2-1. Attualmente sta però trovando garanzie grazie al modulo offensivo per antonomasia, il 4-3-3. A esclusione di ieri – anche per via dell’assenza last second di Pezzella – questo modulo è il più utilizzato della Fiorentina targata Pioli. Uno schema che sembra avere interpreti scelti e con un determinato target. Prendiamo come esempio il 4-3-3 schierato contro il Napoli, che ha messo in scena quella che potremmo definire tranquillamente la Fiorentina dei titolarissimi: Sportiello in porta è affiancato a una difesa comprendente, oltre ai due centrali già ampiamente citati, anche Laurini e Biraghi come terzini. L’ex Empoli sta finalmente regalando alla viola una terzino destro di qualità e spinta, il quale però sappia anche difendere. D’altronde proprio quella fascia per anni è stata il punto debole di una squadra ben più completa in altri reparti. A sinistra l’ex Pescara possiede caratteristiche più offensive ma anche qualità balistiche superiori: può calciare corner, punizioni e rigori, potremmo quasi arrivare a definirlo come un acerbo Ghoulam tricolore. Il centrocampo a tre unisce qualità e quantità: Badelj resta un perfetto regista-incontrista in molte occasioni mentre Veretout e Benassi come mezzali funzionano benissimo anche se in maniere differenti. Il calciatore italiano infatti basa le sue fortune sugli inserimenti, mentre quello francese spesso si mette in mostra con i piazzati o con i tiri da fuori. Il tridente potenzialmente è davvero valido: Chiesa è uno degli esterni più desiderati e completi del campionato, Thereau rappresenta una fonte certa di affidabilità così come Simeone ha le stigmate del futuro talento. Un modulo efficace, una squadra giovane e un allenatore ambizioso e preparato. Può davvero andare meglio di così?

Dove migliorare?

Certo, perché nella vita si può sempre dare di più. E la Fiorentina – per fare un salto in avanti voluto dai tifosi e dalla società – deve mettere a posto qualcosa che ancora non funziona. Tra i tanti dettagli che si possono aggiustare, quello più rilevante riguarda certamente la fase offensiva. Teoricamente l’attacco della Fiorentina potrebbe essere considerato come uno dei più interessanti del torneo: Simeone ha fatto vedere di cosa è capace al Genoa, Thereau da anni segna e fa godere le squadre medio-piccole, Chiesa è un predestinato, Babacar un po’ meno ma resta un attaccante affidabile, Lo Faso è uno dei tanti talenti italiani che potrebbero esplodere in futuro. I numeri però raccontano di una fase offensiva più povera del previsto: dei 27 gol finora siglati in totale in campionato soltanto 17 portano la firma di un attaccante. Peraltro nessuno dei centravanti viola ha raggiunto la doppia cifra finora: il migliore resta Thereau, il quale però ha siglato solamente 6 segnature. Un po’ pochino per una squadra che vuole puntare a qualcosa di più di un campionato anonimo e senza il raggiungimento di coppe europee. Il nuovo progetto Fiorentina è nato da poco, bisogna dunque essere pazienti per vederlo sbocciare nella sua potenza. Gli spunti interessanti sono però presenti, così come il talento: riuscirà Pioli a dare ancor maggiore valore al suo lavoro, riportando la Fiorentina nelle zone alte della classifica? Le premesse ci sono ma l’ultima parola, come al solito, spetterà alla realtà dei fatti.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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