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Basterebbe pensare al prototipo del centravanti d’area di rigore per capire come Andy Carroll sarebbe potuto diventare, nel calcio moderno, un autentico fenomeno sportivo. Se il destino non avesse deciso di martoriare le sue ginocchia, se il suo caratterino non lo avesse condotto a un tenore di vita da pop star e soprattutto, se non fosse diventato un insieme di rimpianti, l’attaccante inglese oggi varrebbe molto di più di un semplice ricordo.

Ma la casualità e il condizionale di tutte queste considerazioni a posteriori perdono di senso di fronte al terribile mostro del presente che, per Carroll, diventa quasi più bestiale del futuro. Dal suo passaggio al Liverpool (gennaio 2011) fino al recente 1-1 fra Tottenham e West Ham, Carroll ha messo insieme la miseria calcistica di 185 presenze e 54 gol. In otto stagioni l’attaccante inglese ha dato fuoco alla sua vita sportiva per via di infortuni e discutibili atti extra calcistici, ultimi vizi rimasti dal periodo da bad boy di Newcastle, tuttavia il suo periodo più prolifico. Oggi Andy Carroll torna a far parlare di se grazie alla doppietta recentemente segnata al West Bromwich Albion nel penultimo turno di campionato: due gol che hanno fatto gioire l’ex Liverpool per la prima volta in questa stagione dopo che nelle scorse nove apparizioni era rimasto apaticamente a secco. Per Carroll si sta prospettando un’ultima spiaggia all’Olympic Stadium, la nuova casa degli Hammers, perché se è vero che il destino gli è stato avverso per i tanti infortuni, è pur vero che egli stesso si è giocato spesso male le proprie carte. Adesso il suo treno potrebbe essere l’ultimo. Eppure si è vista grinta, audacia, senso di affinità con i compagni e volontà di pressare l’avversario, i segnali chiari di una personalità in ripresa e di un talento che quando vuole sa tenere testa agli altri; provare per credere, ma Andy Carroll forse è di nuovo al saloon con le pistole cariche. Quanto possano durare ancora non si sa.

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Andy Carroll e l’infermeria

Il Liverpool acquistò Carroll dal Newcastle dopo che il centravanti aveva segnato in Premier League 11 reti in 19 presenze: a tal bottino la dirigenza dei Magpies aggiunse le 17 marcature della stagione passata in Championship per far lievitare il prezzo del suo cartellino a 42 milioni di sterline. Con il suo passaggio ad Anfield l’attaccante nato a Gateshead divenne il secondo giocatore inglese più pagato alla storia, secondo solo a Rio Ferdinand (47 milioni).

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FONTE: Liverpool Echo

L’avventura Reds di Carroll è stata un pianto sotto tutti i punti di vista, perchè in fin dei conti sia sotto la gestione di Roy Hogdson che di Kenny Dalglish l’inglese ha faticato parecchio a trovare una redditizia via della rete. Solo al West Ham il bomber ha avuto dei bagliori simili a quelli apparsi al St. James’s Park, perchè con gli Hammers ha ritrovato quel filo perso con il gol che a Liverpool si era visto limitatamente. Il sodalizio con Big Sam Allardyce è stato in un certo senso un aiuto importante nonostante la quasi unanime avversione dell’ambiente nei confronti dell’allenatore e la contraria passione per l’attaccante. Eppure il destino si è permesso nuovamente di mettere i bastoni tra le ruote della carriera di Carroll con una quantità smisurata di infortuni, un complessivo di 10 infortuni che lo hanno tenuto fuori più volte per lunghi tratti della stagione. Si è rotto a distanza di poco tempo per ben due volte i legamenti delle ginocchia, e proprio quella particolare area gli ha dato noie insostenibili fino a poco tempo fa. L’ultimo in ordine cronologico è stato un infortunio all’inguine che gli ha fatto saltare le prime tre giornate della Premier League Sommando le partite saltate da Carroll per infortunio nasce una cifra imbarazzante per il curriculum personale del giocatore, un numero scoraggiante per chiunque volesse scegliere di puntare su di lui: il West Ham ha dovuto fare a meno di Andy Carroll per ben 120 incontri in cinque stagioni.

Riprendere quota

Nella scorsa stagione Carroll è stato letteralmente martoriato da problemi fisici e le sue presenze sono state misere, tanto che in estate la dirigenza stava valutando una possibile interruzione del rapporto on il centravanti inglese. Ma il talento del ragazzo non si discute e Bilic ha preteso una sua conferma nonostante non avesse iniziato la stagione al meglio della condizione. L’esonero dell’allenatore croato e l’avvento di David Moyes non è stata una variabile decisiva per Carroll, nonostante i primi gol stagionali siano arrivati proprio sotto la gestione del manager scozzese. Con Bilic in campo Carroll aveva disputato 387′, mentre con l’attuale allenatore è fermo a 305′: con le prime tre giornate di campionato saltate per infortunio (ma guarda un po’) Carroll ha comunque ricevuto la fiducia di entrambi i manager, consci che il lavoro senza palla del centravanti inglese è in ogni modo prezioso anche quando non c’è il gol. E non è un concetto sbagliato dato che tutti i suoi allenatori hanno sempre lodato le grandi capacità di fare da sponda o di far salire la squadra, prerogative ottimizzate al meglio dai suoi 193 cm e da una corporatura massiccia ma agile. Il senso del gol non gli è mai mancato, e chi gli contesta un ritorno alla rete solo a gennaio bisogna anche rimarcare che, in generale, il West Ham ha segnato soltanto 22 gol, di cui 15 arrivati con Carroll in campo. Con l’ex Liverpool titolare gli Hammers hanno ottenuto 13 dei 22 punti finora guadagnati. Che Carroll possa aiutare il West Ham a salvare una stagione comunque vada fallimentare dipende esclusivamente dalla sua condizione fisica, che precaria o meno, è stata finora il suo più grande limite in carriera insieme alle bravate extra calcistiche ai tempi del Newcastle. Ora che queste distrazioni sembrano essersi risolte (una gran mano gliel’ha data il capitano del West Ham e grande amico al tempo dei Magpies Mark Noble) l’attenzione è tutta rivolta al mantenimento della sua condizione fisica. Si vocifera addirittura di un interessa da parte di Antonio Conte per lui, sintomo di come il talento del centravanti rimanga perennemente riconosciuto, ma i dubbi sulla sua costanza sono essi stessi qualcosa in eterno continuo.

https://www.youtube.com/watch?v=sUp-Dhfiprc

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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