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Un amore mai definitivamente sbocciato e che ora è già giunto ai titoli di coda. Ianis Hagi lascia la Fiorentina e torna al Vitorul, squadra rumena di cui suo padre Gheorghe è sia azionista di maggioranza che proprietario. Eppure le premesse al suo arrivo a Firenze era completamente diverse. “Fiorentina, ti conquisterò“, erano state le parole del giovane talento rumeno. Qualcosa però non è andato secondo i piani.

HAGI JR, CON LA FIORENTINA SOLO DUE PRESENZE

L’avventura di Ianis Hagi in maglia viola gira attorno al numero 2. Infatti, dopo esser costato 2 milioni di euro nell’estate del 2016, ha totalizzato solo due presenze in prima squadra, deludendo ogni tipo di aspettativa. Insomma, il calciatore non ha affatto stregato l’allora allenatore dei toscani Paulo Sousa, che l’ha fatto debuttare in Serie A soltanto il 23 ottobre nella vittoriosa trasferta con il Cagliari. Il bis arriva addirittura all’ultima giornata dello scorso campionato. La musica non cambia con l’arrivo di Stefano Pioli, che non lo tiene per nulla in considerazione. Hagi jr trova spazio nelle amichevoli pre campionato e con la Primavera, con cui indossa la maglia numero 10. Tutte le parole sul suo talento e le sue capacità sono, quantomeno al momento, rimaste tali. Ianis è un trequartista moderno in grado di muoversi anche come esterno d’attacco, rapido, abile nel dribbling e nel calciare con entrambi i piedi. Ma di queste caratteristiche, in quel di Firenze, non si è vista nemmeno l’ombra.

IANIS HAGI, CUORE DI PAPÀ

Il ritorno a casa, dopo tutto ciò, non può che essere la naturale conclusione. D’altronde, già qualche settimana fa, Gheorghe Hagi aveva tuonato ai media rumeni: “Mi dissero che dopo due-tre mesi di allenamento avrebbe giocato ma i fatti non sono andati così. Ha perso un anno e mezzo della sua carriera“. Ianis, dalla conquista di Firenze al ritorno da papà. Sperando che questo gli permetta di ritrovare sé stesso e le sue qualità e che il suo nome non debba andare ad aggiungersi a quello dei tanti talenti inespressi e inesplosi della storia del calcio. Sarebbe un vero peccato e non solo per il cognome che porta.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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