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Archiviata la feroce diatriba verbale con Antonio Conte, Josè Mourinho si appresta a rituffarsi nella Premier League, dove nel Monday night con lo Stoke City il suo Manchester United proverà ad approfittare del nuovo passo falso del Chelsea per issarsi solitario al secondo posto in classifica dietro gli inarrivabili cugini del City. Un fine 2017 convulso e deludente quello dei Red Devils che, complici i tre pareggi consecutivi con Leicester, Burnely e Southampton, hanno visto aumentare il loro ritardo dai Citizens di Guardiola. Tanti uomini a disposizione dello Special One, poche certezze: tra queste, a sorpresa, ecco Jesse Lingard, partito inizialmente in sordina e divenuto uno dei punti fermi della squadra, fino a esplodere letteralmente in termini di rendimento e giocate decisive. Una strana storia quella del classe ’92, cresciuto in questi ultimi anni all’ombra dei tanti grandi giocatori transitati dalle parti dell’Old Trafford dopo l’addio di Sir Alex Ferguson, e ritrovatosi parte attiva nelle rotazioni con i titolari soprattutto durante la scorsa stagione. Duttilità tattica, capacità di ricoprire diversi ruoli, tecnica e numeri da giocatore di livello assoluto. Così Lingard ha conquistato lo Special One, pronto a scommettere sul futuro prossimo del suo pupillo.

Lingard, dalla panchina alla clamorosa esplosione

E pensare che fino alla fine di ottobre la stagione del classe ’92 si trascinava esattamente come quella precedente, contrassegnata da tanta panchina e pochi scampoli nei finali di partita, segno comunque evidente di come la considerazione del tecnico portoghese nei suoi confronti fosse già certificata. Il mutato schieramento in campo del Manchester United, partito inizialmente con il 4-2-3-1, ha pian piano favorito l’inserimento di Lingard, unico giocatore della folta batteria di trequartisti e mezze punte a ricoprire indistintamente tutti le posizioni a ridosso dell’unica punta Lukaku, perno fondamentale del gioco impostato da Mourinho. La superba prestazione nelle vesti di trequartista libero di svariare alle spalle delle punte nel match di Coppa di Lega con lo Swansea, ha convinto tutti del fatto che un giocatore dalle simili caratteristiche potesse rappresentare una preziosa variabile al gioco sulle fasce e che riuscendo a sfruttare al meglio le sue capacità di inserimento negli spazi centrali tutta la manovra offensiva avrebbe assunto connotati meno scontati per le difese avversarie. Non è un caso che il minutaggio di Lingard sia sensibilmente cresciuto di lì in avanti, toccando il suo apice in un dicembre da favola. 8 reti nelle ultime dieci partite disputate, compresa la doppietta in 45’ segnata al Burnley che ha evitato allo United il clamoroso ko interno nel Boxing Day. Numeri impressionanti per quella che era soltanto una riserva, cresciuta esponenzialmente fino a toccare picchi inimmaginabili.

Nel dettaglio, i numeri che certificano la straordinaria crescita di Lingard nel rapporto tra giocate decisive e minuti disputati in Premier League. Fonte – www.skysports.com

Verso il salto definitivo salto di qualità

“Questi ragazzi, o compiono il salto di qualità oppure no. Una cosa è essere un giovane talento, un’altra è diventare un buon giocatore. Alcuni non sono capaci di fare questo salto. Da giovani e potenziali grandi giocatori, si trasformano in giocatori normali. Penso che Lingard stia facendo il salto. Sta diventando più incisivo, più adattabile alle diverse situazioni. Capisce prima il gioco, spazi e posizioni da occupare. Sta andando nella giusta direzione.” La benedizione di Mourinho equivale a una vera e propria investitura, parole al miele che difficilmente il portoghese regala a un suo giovane calciatore, a meno che non si sia in presenza di qualcuno di veramente speciale. Con le sue prestazioni Lingard ha già fatto accomodare in panchina gente del calibro di Mata e Mkhitaryan, divenendo a tutti gli effetti l’arma in più dei Red Devils, chiamati a ridurre il gap dal Manchester City in considerazione di una rosa composta da giocatori di livello mondiale rivelatisi spesso al di sotto dei propri standard. Per godere a pieno della straordinaria stagione di Lingard, basta dare un’occhiata ai numeri relativi al rendimento complessivo in rapporto ai minuti giocati tra tutti i big della Premier League: alle spalle di Salah e di Aguero, ecco proprio Lingard, appaiato a Sterling con cui condivide la stessa media di minuti stagionali disputati (84) ma rispetto al quale ha evidentemente segnato meno (13 contro 7). Davvero niente male per un comprimario.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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