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Il ritiro di Ronaldinho non è stato di certo un fulmine a ciel sereno, anzi: da anni l’ex asso del Barcellona non veniva più considerato da top club e affini e il suo percorso calcistico aveva ormai un timer già segnato. Nonostante questo, avere la certezza di non poter più rivedere Dinho sui campi di calcio ha dato la stessa sensazione di frustrazione di quando si è perfettamente consci che una relazione sta per finire anche se si fa di tutto per mantenerla in piedi. Ora non è comunque arrivato il tempo di rimpiangere ma celebrare, lodare ciò che è stato. Le giocate classiche di Ronaldinho sono innumerevoli, eseguite tutte in maniera fantascientifica e ai limiti dell’umana comprensione. Per concludere l’avvicendamento tra il Ronaldinho calciatore e l’uomo senza scarpini abbiamo pensato a un numero che ha caratterizzato molte delle scelte in campo del brasiliano, il tunnel. Fatto a colleghi irascibili, leggendari o semplici onesti mestieranti. Sempre con il sorriso stampato sul volto e senza la voglia di umiliare. Perché Dinho era così, il calcio per lui è stato niente più di un bellissimo gioco. E in effetti, con lui in campo a regalare magie, tutti gli appassionati hanno scoperto di nuovo la funzione del divertimento.

Cinque tunnel incredibili di Ronaldinho

Tunnel a Rigoni, Milan-Chievo

Iniziamo (ma non è una classifica vera e propria, sono tutti meravigliosi) con una delle giocate più belle di Ronaldinho al Milan, nella sua terza (e ultima) stagione rossonera: il tunnel a Luca Rigoni – ora al Genoa – durante un Milan-Chievo. Di solito il tunnel è una giocata spesso gratuita, che si utilizza per mettere in ridicolo l’avversario o per superarlo in velocità. Soltanto un calciatore come Ronaldinho poteva riuscire ad utilizzarlo in un altro contesto senza cadere nel ridicolo o nella “volgarità” sportiva. Nello specifico, a centrocampo Rigoni bracca come un ossesso proprio il numero 80 rossonero che non può liberarsi soltanto con la forza fisica dell’avversario. Dinho decide dunque di sfruttare un’altra delle sue grandi qualità: la protezione di palla. Prima resiste alla carica di Rigoni, poi fa finta di tornare indietro per poi compiere un’autentica follia, cioè superare con un tunnel di tacco il centrocampista clivense. A Rigoni va dato atto, comunque, di aver perso poco il contatto fisico con Ronaldinho, che non a caso è comunque “costretto” a indietreggiare per poi cercare un passaggio orizzontale verso Seedorf. La giocata però resta ed è semplicemente impossibile da non ammirare in loop.

Tunnel a Mascara, Catania-Milan

Altra giocata dei tempi del Milan, leggermente più “facile” per uno come lui ma comunque dall’alto fattore di rischio, peraltro contro un giocatore sicuramente non tecnico come il brasiliano ma di certo nemmeno privo di classe. Qui in realtà Ronaldinho, a conti fatti, fa davvero poco: è Mascara ad andargli incontro troppo precipitosamente, forte del pressing di un compagno avversario, per provare a strappargli il pallone e far ripartire l’azione. Una scelta che si rivela però sbagliatissima, perché a Dinho basta un colpo di suola per mettere a nudo i limiti del capitano del Catania (che, va detto, sfiora involontariamente la sfera), nonostante quest’ultimo cerchi un recupero in extremis del pallone con un colpo di tacco dettato più dal caos che da un pensiero concreto.

Tunnel a Pedretti, Milan-Auxerre

Il palcoscenico è quello della Champions League, la maglia sempre quella del Milan. Sul risultato di 2-0 Ronaldinho entra in campo per dare un po’ di spettacolo a San Siro e riesce nel suo intento quando, con una giocata incredibile, mette in ridicolo il centrocampista Benoit Pedretti, regista difensivo francese mai stato più di un’eterna promessa nonostante le buone qualità. Il coefficiente di difficoltà è elevato perché l’avversario è in corsa ma concentrato sul pallone. Ronaldinho dunque prima stoppa la palla con la suola e poi, rubando completamente il tempo all’avversario, gli fa passare la palla sotto le gambe con un tocco delicatissimo. Peraltro, a voler sottolineare la bonarietà del brasiliano, Dinho si scuserà immediatamente con l’avversario, che alzerà il pollice in alto in segno d’intesa consapevole che per una giocata del genere è impossibile arrabbiarsi. Persino quando sei tu a subirla.

Tunnel a Gattuso, Barcellona-Milan

Prima di approdare al Milan e diventare suo compagno di squadra, Ronaldinho aveva avuto a che fare con Gattuso da avversario in almeno 3-4 occasioni quando vestiva la maglia del Barcellona, avendo spesso la meglio sul roccioso centrocampista rossonero. Questo è forse uno dei tunnel più famosi di Ronaldinho e – al tempo stesso – una giocata che rappresenta al meglio la voglia di divertimento che Dinho cercava di comunicare agli altri attraverso il campo. Questo probabilmente è il tunnel più difficile e, nonostante ciò, il meglio riuscito nella carriera di Ronaldinho: l’attuale tecnico del Milan gli corre addosso per recuperare il pallone e il brasiliano, come se fosse la cosa più facile del mondo, semplicemente si limita a rubargli la voglia di vivere con un tocco d’esterno che fa transitare il pallone sotto le leve dell’italiano. Non pago e in piena estasi calcistica, Ronaldinho si diletta in un passaggio filtrante no look (che ovviamente gli riuscirà alla perfezione). Quattro secondi da fenomeno puro.

Tunnel a Blomqvist, Barcellona-Manchester United

Come ideale chiusura scegliamo quello che probabilmente è stato l’ultimo tunnel di Ronaldinho in carriera, o comunque l’ultimo di una certa rilevanza. Partita di beneficenza tra leggende del Barcellona e del Manchester United (finita 1-3 per gli ospiti). Jesper Blomqvist, centrocampista che oltre ad aver militato nei Red Devils ha giocato anche nel Milan, decide con una mossa suicida di andare a pressare Ronaldinho. Il brasiliano non è proprio nella forma migliore, certo. Anzi, sembra ormai già avviato verso il viale del tramonto. Ma la sua classe brilla ancora e brillerà per sempre. La dinamica è quasi identica al tunnel su Rigoni, con la differenza sostanziale (e decisiva) della caduta di Blomqvist, che renda questa giocata ancor più esagerata e bella da vedere poiché regala – come tante altre volte – la sensazione di un Ronaldinho assolutamente superiore a tutti gli altri. Un giocatore fantastico che per anni ha dominato il calcio e che nessuna riuscirà mai a dimenticare.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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