Napoli, Deulofeu è un rischio da non tramutare in rimpianto

Le nubi che attraversano Castel Volturno in questi giorni sono gonfie di pioggia, ma anche di dubbi, di pensieri. Il Napoli è lassù in classifica, talmente in alto e con tale credibilità da richiedere che le cose si facciano mirando alla perfezione. Certo, la perfezione sarebbe aspirazione controversa per le cose umane, ma perlomeno certe cose vanno fatte in modo da scongiurare il rischio di qualsiasi rimpianto.
Per capire il momento attuale, bisogna andare indietro nel tempo, di due anni precisi. A gennaio 2016 il Napoli era arrivato al giro di boa al primo posto in classifica, proprio come adesso. La Juventus, intruppatasi in un inizio di stagione da record negativo, aveva da poco iniziato la sua risalita. Arrivarono Grassi e Regini, a rinforzare una rosa ridotta all’osso, priva di valide alternative ai titolari di Sarri, soprattutto a centrocampo. I due non videro mai il campo, i bianconeri proseguirono la marcia inarrestabile che avevano tardivamente intrapreso e conquistarono il loro ennesimo scudetto. Si origina da qui il carico di aspettative e di attenzione che gravano su quella che poteva essere una sessione di mercato di riparazione come tante.

Napoli, un esterno d’attacco secondo le richieste di Sarri

I tifosi vogliono che Aurelio De Laurentiis dia davvero dimostrazione di crederci fino in fondo, provandoci con tutte le sue forze. Il Presidente sa che nel mirino delle critiche c’è essenzialmente lui e, oltretutto, ci crede davvero. Poi c’è colui che materialmente deve eseguire, il buon Giuntoli. Quello che ha il compito più scabroso dovendo raccordare tutte le parti in causa. Perché poi i nodi devono arrivare al pettine, e quel pettine è pur sempre in mano a Sarri. Bisogna trovare qualcuno che vada bene necessariamente a lui. Lui che poi sceglierà se mandarlo o meno in campo, scelta che l’esperienza insegna risultare tutt’altro che scontata. Ounas, per esempio, non andava bene. L’avessero stabilito prima (visto che per Giaccherini il tecnico toscano l’aveva già fatto ben capire l’anno passato) avrebbero evitato un investimento nell’ordine della decina di milioni di euro e la squadra non si sarebbe trovata, ora, con un buco da colmare proprio in quella casella.
La faccenda, non è certo un mistero, si è ingarbugliata proprio nel momento in cui la casella pareva essere stata riempita. Sarri l’aveva selezionato e Giuntoli aveva eseguito, ma poi è successo quel che è successo. E ora? Ora che Verdi è rimasto a Bologna, bisogna spremersi per bene le meningi. De Laurentiis, Giuntoli e pure Sarri. Insomma, una triplice spremitura di meningi. Perché è pur vero che la rosa, rispetto a due anni fa, si è sicuramente giovata di un incremento in termini sia di qualità che di quantità, soprattutto a centrocampo. A Castel Volturno sperano che i rientri dagli infortuni di Milik e Ghoulam possano risultare rapidi più del previsto, come le indicazioni di questi giorni farebbero presumere, e già questo sarebbe parecchio d’aiuto. Mettiamoci pure che il meccanismo funziona che è una bellezza così com’è, e andare a toccarlo sarebbe davvero un sacrilegio. Inoltre è rimasta soltanto l’Europa League, oltre al campionato. Mettiamoci tutto questo, mentre si valutano pure le condizioni del ginocchio di Inglese, ma non possiamo certo negare che un esterno d’attacco bisogna comprarlo. Se non altro perché è lo stesso Sarri che lo richiede, dopo aver rimandato (per non dire bocciato) Ounas.

Deulofeu Politano

Nessun nome improbabile. Deulofeu e Politano in lizza

E allora, che fare? Domanda semplice, risposta articolata. Tanto per cominciare, partire dalla considerazione che un paio di nomi, tra quelli che circolano in questi momenti tra gli addetti ai lavori, semplicemente non hanno senso. A cosa servirebbe Sturridge, che era pure un attaccante promettente, ma che in carriera ha avuto la sfortuna d’incappare in infortuni che ne hanno frenato l’ascesa? Se poi consideriamo il fatto che l’inglese non è affatto un esterno, appare chiaro che non arriverà mai al Napoli. Così come risulterebbe poco comprensibile la scelta di puntare su Lucas Moura. Il brasiliano, innanzitutto, ha un ingaggio che mal si concilia con la politica economica del club e poi, nel momento in cui si paventano dubbi tattici circa Deulofeu, che senso avrebbe Lucas Moura, che tatticamente è ancora meno definibile e definito del catalano? Rimarrebbero appunto Deulofeu e l’esterno mancino del Sassuolo Politano. Si tratterebbe, insomma, di una questione che investe nel profondo la strategia e la politica societaria, di quelle assolutamente cruciali nel punto a cui il Napoli è giunto. In sintesi, virare su Politano significherebbe rischiare di meno e continuare nel solco che si è percorso finora e che aveva anche portato a scegliere Simone Verdi. Perché rischiare meno? Dal punto di vista economico, perché si tratterebbe di prodursi in un esborso economico non troppo ridotto ma neanche eccessivo per il cartellino, inoltre riuscendo a limitarsi per quanto riguarda l’ingaggio. Dal punto di vista tecnico, perché si tratterebbe di scegliere un calciatore dal sicuro talento, tatticamente piuttosto addestrato a giocare in quel ruolo, e che avrebbe capacità balistiche da sfruttare sui calci da fermo, con il mancino.

Perché Deulofeu sì e Politano no

Tuttavia, la domanda è: allo stato attuale Politano è calciatore di un livello tale da poter insidiare nelle gerarchie Callejon e Insigne? La risposta è no ed è fin troppo ovvia. Qualcuno dirà, ma proprio Sarri voleva Verdi e, magari, preferirebbe Politano a Deulofeu. Certo, ma il passato, perlopiù recente, insegna. Il rischio conseguente è che Politano arrivi a Napoli, si faccia qualche partita di Europa League, qualche spezzone in campionato, magari a giugno lo rivendi senza causare eccessive minus valenze a bilancio, ma ad eventuali battute d’arresto o cedimenti di brillantezza di Mertens, Callejon e Insigne, tornerai a maledire l’assenza dei ricambi. E potresti pure avere dolorosi rimpianti.
Scegliere Deulofeu, invece, significherebbe rischiare, ma è proprio il rischio quello che, spesso, scongiura il rimpianto. Rischieresti innanzitutto perché Sarri non è convinto. Perché ingaggiarlo potrebbe essere più dispendioso. Poi perché si tratterebbe di un profilo di calciatore che tenere costantemente in panchina provocherebbe maggiore stridio. Poi anche perché, effettivamente, possiede caratteristiche e qualità che si discostano molto da quelle di coloro che compongono attualmente codesto specifico 4-3-3. Far giocare Deulofeu al posto di Insigne, significherebbe dover rinunciare alle imbucate, accentrandosi da sinistra, del campione di Frattamaggiore a beneficio di Callejon e degli inserimenti dei centrocampisti, o alle sue conclusioni in porta. Una minore propensione al fraseggio con Hamsik e Ghoulam. Dal lato opposto, farlo giocare al posto di Callejon, significherebbe perdere gli inserimenti e i tagli dello spagnolo, oltre alla garanzia dei suoi rientri e del suo prezioso supporto nella fase difendente.

Sarri
Sarri in conferenza – FOTO: SSC Napoli

Una decisione da prendere per un lieve stravolgimento

Con Deulofeu, però, il dislivello con i titolari sarebbe sicuramente minore. C’è, poi, un punto decisivo. Nel Napoli nessuno possiede la rapidità, la capacità di saltare l’uomo che possiede Deulofeu. Soprattutto, in queste specificità tecniche, egli rappresenterebbe un’eccellenza assoluta nel campionato italiano. D’accordo, spesso non conclude a rete con la dovuta efficacia, a volte nel dribbling esagera anche, ma quando ti punta uno contro uno diventa davvero un calciatore micidiale, davvero con pochi eguali.
Ecco allora che pure Sarri dovrebbe spremersi ben bene le meningi e capire che pure in un meccanismo tendente alla perfezione come quello della sua squadra, può inserirsi almeno la possibilità di un lieve stravolgimento, lo spazio per una piccola deviazione. Consideri anche che può capitare pure quella volta che le cose non vanno esattamente nel verso previsto e allora hai bisogno di mettere dentro qualcuno dalla panchina che quelle cose davvero può cambiarle. E consideri anche che non è obbligatorio e forse nemmeno consigliabile giocare sempre e solo nello stesso modo. Poi rifletta pure sul fatto che questo ragazzetto biondo ha parecchia corsa e non meno generosità, tanto che, in alcuni frangenti, Montella l’anno scorso l’ha utilizzato pure a tutta fascia. Ecco, consideri e rifletta su tutto questo Sarri e, magari, potrà risultargli che la scelta giusta sia proprio quella del canterano blaugrana. Almeno per non avere rimpianti.

di Raffaele Cirillo @spaziprovvisori

Copyright Image: ABContents