Skip to main content

Una vittoria che vale oro. Il Napoli è riuscito nell’impresa di superare la sua bestia nera, l’Atalanta, all’Atleti Azzurri d’Italia dopo una partita maschia e molto bloccata dal punto di vista tattico grazie alla bravura nel preparare le gare da parte dei due allenatori. Nella ripresa, però, al minuto 64 Dries Mertens,  grazie al guizzo di Callejon, ha superato di forza Berisha con un tiro che non ha lasciato scampo al portiere albanese: l’attaccante belga del Napoli è tornato così a segnare dopo circa tre mesi di digiuno in campionato. Gian Piero Gasperini, tecnico degli orobici, ha provato ad imbrigliare ancora una volta la formazione di Sarri optando per il 3-4-1-2 affidandosi alle solite asfissianti marcature ad uomo nella zona, ma questa volta il Napoli è tornato dalla ostica trasferta Bergamo con una vittoria dal sapore speciale. Dopo ventuno gare di campionato i partenopei sono al comando della Serie A con 54 punti a +4 dalla Juventus (in campo questa sera contro il Genoa) e a +11 dal terzo posto di Lazio e Inter, appaiate a quota 43. E l’entusiasmo nello spogliatoio azzurro a fine gara ne è la prova più evidente.

Atalanta-Napoli, le modifiche di Sarri

La sosta è stata utilissima a Maurizio Sarri per studiare, ancora meglio, le contromisure da apporre all’Atalanta come ha spiegato nel post-partita ai microfoni di Sky Sport: “Abbiamo cambiato qualcosa per affrontare al meglio una squadra che ci mette sempre in difficoltà. Non abbiamo concesso niente, peccato non averla chiusa negli ultimi 20 minuti “. L’allenatore del Napoli ha cercato di non dare punti di riferimento ai giocatori di Gasperini, molto fisici e bravi a non farsi superare in velocità dagli avversari. L’allenatore dell’Atalanta attua, da sempre, una marcatura “ad uomo nella zona” come ha ben spiegato diversi mesi fa in un’intervista al “Nuovo Calcio”: “Nessuno dei miei giocatori cambia settore di campo per andare a contrastare un avversario girando a caso per il terreno di gioco. Ognuno ha le sue zone di competenza e in queste deve essere generalmente molto aggressivo con l’avversario. Deve sfidarlo, giocare sull’anticipo, andare in marcatura in avanti. Poi ci sono i raddoppi, le coperture – preventive o meno. È riduttivo dire che giochiamo solo uomo contro uomo”. E così Sarri ha apportato soprattutto due modifiche sostanziali, che non riguardano ovviamente il modulo fisso (il solito 4-3-3 ormai marchio di fabbrica del toscano), ma i movimenti diversi dei giocatori azzurri nella fase di possesso. Due su tutti: l’inserimento di Jorginho alle spalle dei centrocampisti avversari e il convergere al centro dei due esterni offensivi, Callejon e Insigne. E proprio da una di queste situazioni di gioco è nata la rete della vittoria di Mertens.

Atalanta-Napoli, l’azione del gol di Mertens

Dal recupero palla di Jorginho il Napoli riesce a sorprendere la formazione bergamasca con Callejon, che converge in mezzo al campo e viene servito dallo stesso italo-brasiliano.

L’esterno offensivo è liberissimo nella zona centrale del campo

Callejon riesce così a ripartire velocemente servendo magnificamente nello spazio Mertens: i centrali di Gasperini vengono presi di sorpresi e non riescono a scappare all’indietro sulla situazione di palla scoperta.

via GIPHY

Jorginho prova ad entrare in area di rigore avversaria: in questa situazione di gioco è l’italo-brasiliano a proporsi in avanti con il centrale difensivo ad impostare dalle retrovie. Il tocco di Insigne non è preciso e così gli orobici recuperano il possesso della palla: Sarri ha provato anche questa giocata per sorprendere l’Atalanta.

via GIPHY

Napoli, numeri a confronto

Il Napoli sta compiendo un autentico miracolo, soprattutto riguardando le statistiche degli ultimi anni. La squadra partenopea ha incassato appena 13 gol in ventuno partite rispetto alle 18 del 2015-16 e alle 24 della scorsa stagione diventando così la miglior terza difesa dei principali campionati europei (dietro solo a Barcellona e Atletico Madrid con nove reti). Dopo tre annate sotto la gestione dell’allenatore toscano, Reina e tutta la retroguardia azzurra sono diventati più attenti e precisi nelle chiusure senza commettere ingenuità nell’arco dei novanta minuti. Confrontando questi numeri con quelli della Juventus, si nota come i bianconeri siano nella norma con le ultime stagioni disputate con 15 reti subite in venti partite (aspettando la gara di questa sera contro il Genoa) rispetto alle 15 di due anni fa e delle 16 della scorsa annata. Infine, il Napoli è stato capolista solitaria in 13 giornate su 21 giornate migliorando i numeri del primo scudetto azzurro (12 su 21 nella stagione 86-87).

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

Lascia una risposta