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Bryan Cristante è uno degli uomini chiave dell’Atalanta di Gasperini. La sua stagione entusiasmante a suon di gol ha attirato l’interesse dei maggiori club italiani e non solo. Ai microfoni de “Il Corriere della Sera” il 22enne centrocampista orobico si è confessato: “Prima fenomeno e poi brocco, ora l’Atalanta mi ha detto chi sono. Con Gasperini noi centrocampisti non dobbiamo mai restare bloccati in mezzo al campo, ma correre e osare. Essere ‘fisicato’ mi aiuta a segnare, ma è basilare il supporto dei compagni. Gomez mi ha fatto 5 assist sui miei 10 gol. Io e il Papu sentiamo il calcio allo stesso modo. Io so che se mi butto la palla arriverà; lui sa che se lancia ci sarò. Siamo due tipi puntuali”. Poi ha aggiunto: “Fare l’Europa con l’Atalanta significa vivere in un’altra dimensione: partite simili sono impossibili da sbagliare. Che emozione i tifosi all’aeroporto per avere vinto il girone! Mi chiedo cosa succederebbe se dovessimo vincerla. Nella sfiga del sorteggio col Borussia Dortmund abbiamo la fortuna di giocare contro una grande squadra: se passi, l’impresa è epica. Per me partiamo 50 e 50. Anche perché il calcio di Gasperini è il più europeo d’Italia: moderno e intenso”. 

Cristante, il passato si chiama Milan

Cresciuto nel settore giovanile del Milan fin da piccolo è stato paragonato a Redondo, ma lui ha ammesso: “Non sono un regista. In rossonero ho esordito a 16 anni in Champions League. Mentre mi alzavo dalla panchina Ibrahimovic mi diceva: ‘Vai tranquillo’. Io non capivo nulla, ed è stato meglio così: testa libera e via. Quando a 18 ho esordito in campionato ormai ero un veterano…Fin da piccolo mi parlavano di un grande futuro. Non so perché il Milan mi ha venduto, ma ho accettato volentieri: al Benfica è stata una grande esperienza. Fuori casa a 18 anni non hai scelta: devi svegliarti, disporti a imparare culture diverse in campo e fuori. In Portogallo sembra che vadano lenti, invece è un calcio molto intenso e fisico. Mi ha fatto bene”. Infine, Cristante ha svelato il suo futuro: “La mia estate di mercato dipenderà dai prossimi cinque mesi con l’Atalanta. Ma non escludo la Premier League un giorno: mi piace e mi pare adatta alle mie qualità tecniche e fisiche. Bisogna credere sempre in se stessi e lavorare senza ascoltare ciò che dicono di te. Quando mi segavano dandomi dello scarso io sapevo quanto valevo e davo retta solo ai miei e al tecnico. Altri compagni bravissimi non si sono tappati le orecchie e si sono persi per strada. Io per ora vado in campo a lavorare come sempre, poi chissà“.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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