Héctor Moreno è l’emblema del mercato della Roma

Héctor Moreno è l’emblema del mercato della Roma

Come quello di tante altre big (compresa la capolista Napoli) il mercato di gennaio della Roma non ha dato segni particolari di vita in entrata, funzionando molto meglio per quanto concerne le uscite: Emerson Palmieri è andato al Chelsea, mentre Dzeko alla fine è rimasto a Roma nonostante la lunga querelle. Un’altra cessione portata a termine da Monchi ha però destato qualche perplessità: quella di Héctor Moreno, esperto difensore messicano, è una storia davvero singolare a guardarla dall’esterno. Arrivato come rinforzo difensivo per la retroguardia romana in luogo di Rudiger, il giocatore non si è praticamente quasi mai visto in campo. E la sua cessione dopo pochi mesi fa da rappresentazione piena al mercato della Roma in questa stagione.

La strana storia italiana di Héctor Moreno, l’emblema del mercato giallorosso

Classe 1988, Héctor Moreno è stato acquistato a giugno dalla Roma per circa 6 milioni di euro dagli olandesi del PSV. Moreno in carriera è ricordato più che altro per una partita double face con la maglia della sua ex squadra, in Champions League contro il Manchester United. Il difensore messicano si rese protagonista di un intervento killer su Luke Shaw, sfortunato terzino dei Red Devils preso a suon di milioni e ora quasi ai margini della squadra. Héctor Moreno entrò in maniera dura e ritardataria sul calciatore, procurandogli un terribile infortunio alla tibia e al perone (la prossima gif contiene immagini forti, vi avvertiamo prima).

L’intervento fu ovviamente non “cattivo” (Moreno si mette le mani nei capelli immediatamente dopo aver compreso il fattaccio) ma inevitabilmente potevano essere concessi rigore ed espulsione, cosa che invece non avvenne. Ironicamente, lo stesso Héctor Moreno siglò poco dopo il gol del primo vantaggio del PSV (la partita finirà poi 2-1 per gli olandesi). Un discreto gol, peraltro: Moreno, marcato non proprio egregiamente da Darmian, svetta di testa e trova una fortunata deviazione di Blind che spiazza un possibile intervento di Ashley Young, l’uomo piazzato sul palo.

Quello contro lo United è solo uno dei tanti gol siglati da Héctor Moreno con la maglia del PSV: in due anni con gli olandesi sono state 13 le reti totali. Moreno è molto forte nel gioco aereo, nonostante un’altezza non esagerata visti i suoi 184 centimetri: inoltre qualche volta ha giocato anche da terzino sinistro, in situazioni di emergenza. Probabilmente è soprattutto in virtù della sua bravura e capacità di adattamento che la Roma decide di acquistarlo, peraltro ufficializzandolo nello stesso giorno della venuta di Eusebio Di Francesco sulla panchina giallorossa. Uno strano scherzo del destino, visto come sono poi andate le cose.

Fantasma

Con la Roma Héctor Moreno ha giocato la bellezza di 6 partite totali, 5 in campionato e una in Coppa Italia. In particolare, il suo score in Serie A parla di 227′ totali collezionati, tutti tra settembre e ottobre. Ancor più nello specifico parliamo di 3 presenze da subentrato e soltanto 2 da titolare, nelle gare contro Torino e Crotone (entrambe vinte per 1-0 dalla Roma). Dopo il 28 ottobre però il messicano sparisce completamente dai radar del tecnico, che preferisce affidarsi all’esperienza di Manolas e Fazio e alle presunte superiori capacità tecniche di Juan Jesus. Da possibile acquisto a sorpresa – nonché affidabile – della difesa giallorossa Héctor Moreno si trasforma in un rincalzo praticamente inattivo. Così, nelle ultime ore del calciomercato di gennaio, la Roma se ne libera: viene venduto, allo stesso prezzo d’acquisto (quindi 6 milioni) alla Real Sociedad, club militante in Liga. Lo stesso Moreno si dirà piuttosto sorpreso della cessione attraverso i suoi profili social: “Sono bastati questi pochi mesi perché la città e la tifoseria mi conquistassero. Tuttavia ho giocato poco e per questo – anche se non mi aspettavo di lasciare la Roma – ho scelto di accettare l’offerta di un club importante come la Real Sociedad, anche per arrivare nel migliore dei modi al prossimo Mondiale”. Il ds Monchi, invece, si dimostrerà molto più pragmatico a riguardo nelle dichiarazioni post mercato: “Ho imparato 6-7 anni fa che quando si fa un acquisto e questo non va bene è meglio chiudere, salutarci. Per me sarebbe stato più facile tenerlo, ma Héctor non è andato bene e ieri è arrivata una offerta dello stesso prezzo tramite cui l’abbiamo pagato, per cui abbiamo deciso di darlo, accontentando anche il giocatore. Riconoscere un errore è importante ma non bisogna perseverare”.

Monchi RomaCome giudicare il mercato della Roma

Proprio le dichiarazioni di Monchi danno la possibilità di cercare una migliore comprensione del mercato della Roma in questi mesi. Il ds spagnolo non ha esitato a vendere alcuni pezzi forti nel mercato estivo (Salah e Rudiger su tutti, ma anche Emerson Palmieri a gennaio), dimostrandosi disponibile ad ascoltare offerte da chiunque purché siano interessanti (è successo con Dzeko). Monchi ha anche comprato tanto e lo ha fatto discretamente bene, anche se la Roma non è mai parsa davvero rinforzata rispetto all’annata precedente: per molti è una squadra alla pari di quella precedente, per altri ancora è una compagine leggermente meno forte della Roma 2016-2017. Si potrebbe quasi affermare come il ds abbia lavorato proponendosi, insomma, come una sorta di “chaotic good” del calciomercato europeo. Certamente Monchi ha apportato un cambio di filosofia che in Italia siamo soliti vedere poco o male: vendere tanto per comprare tanto, sperando che gli affari fatti possano dare ragione. Questo tipo di mercato è dettato gioco-forza anche dalla questione del FPF, sulla quale il club ha il dovere di porre la giusta attenzione. E difatti il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni fondamentalmente chiarisce il perché sia stato preso proprio Monchi come ds: “Spesso sento dire che il club ha bisogno di soldi: non è così. Avevamo dei costi tarati per la partecipazione alla Champions League nella scorsa stagione ma, fallendo l’ingresso, non abbiamo ricevuto la quota che speravamo. Quest’anno, anche per via dei parametri di bilancio del FPF, avevano due soluzioni davanti: abbattere i costi di gestione o mettere in atto plusvalenze che ci consentissero di sistemare il bilancio. Scegliendo questa seconda strada la Roma è riuscita a rimanere nei margini di competitività di questi anni”. Troppo spesso, però, Monchi ha fatto paragoni tra il suo operato alla Roma e quello al Siviglia, spiegando che agendo in questa maniera con gli andalusi sono arrivati molti trofei. Il dirigente – persona intelligente e capace – dovrebbe però essersi reso perfettamente conto che il contesto della sua ex squadra è decisamente diverso e meno problematico rispetto a quello della compagine attuale, sia per quanto riguarda i fattori interni (come tifoseria, pressione e rosa) che per quanto concerne il campionato stesso e la percezione delle competizioni internazionali. Insomma, paradossalmente alla Roma potrebbe servire una maggiore “italianizzazione” di Monchi per attuare un mercato più stabile e senza eccessivi viavai. E la questione di Héctor Moreno dovrebbe essere d’insegnamento a tutti.