Pinamonti, dal “no” al Sassuolo all’occasione da prendere al volo
Nei motivi che hanno spinto l’Inter a intavolare con il Sassuolo una trattativa per la cessione di Andrea Pinamonti – nonostante la notizia del problema muscolare che costringerà Luciano Spalletti a fare a meno di Mauro Icardi per la prossima sfida con il Crotone – risiedono tutte le contraddizioni di una società storicamente attenta ai giovani talenti, disposta tuttavia a privarsene per ragioni di bilancio o semplicemente per arrivare a centrare uno degli obiettivi prefissati in sede di mercato. Tra i numerosi esempi della strategia messa in atto dal club nerazzurro in questi ultimi anni figurano soprattutto nomi di giocatori che quasi mai sono riusciti a mantenere le aspettative (come Samuele Longo o Daniel Bessa), a dimostrazione di quanto questo modus operandi abbia prodotto gli effetti sperati, giocando però troppo spesso con i sentimenti e gli stati d’animo di ragazzi alle prime armi. Nel caso specifico del classe ’99, fiore all’occhiello della Primavera campione d’Italia uscente, si era deciso di agire allo stesso modo dei suoi predecessori ma alla fine la volontà di Pinamonti è stata decisiva, bloccando sul più bello un’operazione complessiva che avrebbe portato nelle casse quasi 10 milioni di euro e chissà, la possibilità che la stessa cifra potesse essere reinvestita per arrivare all’ultimo rinforzo in grado di garantire alla squadra il salto di qualità.
Pinamonti, un “no” che fa discutere
Nonostante l’atavico problema di non avere in rosa un vero e proprio vice Icardi, la dirigenza nerazzurra voleva dare a Pinamonti la possibilità di mettersi in mostra in club in grado di garantirgli la giusta visibilità, soprattutto alla luce della cessione di Gianluca Scamacca (altro classe ’99), passato in prestito alla Cremonese dopo aver disputato poco più di 20’ in sole 3 presenze stagionali in campionato. Con l’arrivo di Babacar dalla Fiorentina e la contemporanea presenza di Matri, è probabile che lo spazio per Pinamonti non sarebbe stato maggiore di quello riservato all’ex prodotto del settore giovanile della Roma. Motivo che ha spinto “l’arciere di Cles” a rifiutare la destinazione, preferendo proseguire il suo lungo e silenzioso apprendistato all’Inter all’ombra di Icardi e Eder, il favorito a prendere il posto dell’argentino nel tridente d’attacco. Una mossa per certi versi sorprendente, soprattutto considerando quelle che quasi certamente saranno le prospettive di Pinamonti di qui fino al termine della stagione: essere condannato a scaldare la panchina in prima squadra, rinunciando contemporaneamente a scendere in campo con gli ex compagni della Primavera. Destino avverso il suo, comune a tanti in passato: “Lasciate ogni speranza o giovani che entrate” continua ad essere il leitmotiv dalle parti di Appiano Gentile, una sorta di preclusione nei confronti di quei giocatori di talento verso i quali andrebbe mostrata fiducia, piuttosto che indifferenza.
L’opportunità che non t’aspetti
27 reti in 50 partite con la Primavera bastano a considerare Pinamonti un giocatore già pronto per i grandi palcoscenici? Evidentemente no, come dimostrato dai 45’ deludenti disputati nel match di Coppa Italia con il Pordenone del dicembre scorso; in quell’occasione si erano visti tutti i limiti di un ragazzo non ancora pronto per il grande calcio, su cui lavorare nell’ottica di salvaguardare uno dei migliori prospetti del nostro calcio. Una bocciatura troppo severa, considerata anche la prestazione complessiva di un squadra incapace da quel momento in poi di centrare una vittoria che manca ormai da 9 partite, per chi ormai da inizio stagione è stabilmente aggregato alla prima squadra, parte integrante del gruppo. Non sapremo mai se il Sassuolo potesse rappresentare per lui un’opportunità concreta di crescita, oppure semplicemente l’ennesima illusione di godere di quella considerazione che fino ad ora Spalletti non gli ha mostrato, probabilmente per preservarlo da un’altra delusione. Resta il fatto che, a un passo dalla cessione, Pinamonti si ritrova ad essere l’unica reale alternativa a Eder nel ruolo di prima punta: semplice coincidenza o suggestione concreta? I prossimi mesi diranno se ancora una volta sacrificare un giovane di valore, dall’avvenire ancora tutto a scrivere, sarebbe stata la soluzione migliore oppure se dietro i tentennamenti del ragazzo si nascondano le stimmate di un futuro campione in grado di invertire la tendenza.
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