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Attualmente in forza alla Juventus Under 23 come allenatore, dopo tante esperienze non proprio esaltanti sempre come tecnico, Fabio Pecchia si veste dunque di nuovo di bianconero, seppur non in campo. Nonostante un legame fortissimo con il Napoli – anch’esso vissuto da calciatore e allenatore – è proprio alla Juventus che l’Avvocato ha realizzato quelli che sono stati i maggiori successi della sua carriera da calciatore. Una storia curiosa, come molte delle “botte e via” del calcio italiano, quella della stagione juventina di Pecchia. Un’annata ricca di soddisfazioni, nonostante le relativamente poche presenze e un retrogusto amaro di non titolarità. Una stagione condita da due trofei e, addirittura, da un gol decisivo.

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Fabio Pecchia, l’Avvocato sacrificato dal Napoli che vinse con la Juventus

Piccolo centrocampista tutto corsa e cuore, Fabio Pecchia per gran parte della metà degli anni ’90 è stato uno dei senatori dello spogliatoio del Napoli post Maradona. Diventato capitano degli azzurri ad appena 23 anni, Pecchia giocò nel Napoli dal 1993 al 1997 (per poi tornare anche nel 2000/2001). Con gli azzurri ha collezionato 152 presenze e 21 gol. Purtroppo il Napoli iniziava già ad avere problemi economici. Così, in sede di calciomercato, il sacrificato dalla società per rimettere i conti in ordine fu proprio Pecchia, il quale venne ceduto addirittura alla Juventus, da sempre acerrima rivale. Il club però non seppe dire di no ai 10 miliardi delle vecchie lire offerte dai bianconeri per il giocatore.

Pecchia si lega così alla Juventus, che rappresenta ovviamente un grande salto per la sua carriera, per la stagione 1997/1998. Nel momento del suo arrivo i bianconeri hanno un centrocampo che praticamente lascia solo le briciole agli avversari. Di Livio sulla fascia, capitan Conte, il talentuoso francese Deschamps, l’italiano Tacchinardi e, soprattutto, la punta di diamante Zidane. A gennaio, peraltro, sarebbe poi arrivato anche l’olandese Edgar Davids. Una concorrenza letteralmente spietata per Pecchia, che però ha la fortuna di trovare un tecnico con cui aveva già lavorato ai tempi di Napoli. Marcello Lippi infatti lo conosce bene, è conscio di pregi e difetti del centrocampista. Di conseguenza, seppur quasi mai da titolare, il tecnico riesce spesso a trovare uno spazio in mezzo al campo per l’ex azzurro.

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Due trofei alla Juventus con 21 partite

La stagione bianconera di Pecchia si chiuderà addirittura con due trofei. La Juventus infatti vincerà lo Scudetto, dopo aver precedentemente ottenuto la Supercoppa Italiana. I bianconeri arriveranno pure in finale di Champions League, senza però vincerla. Pecchia si destreggerà comunque positivamente nella squadra torinese, giocando 21 partite – la maggior parte da subentrato – e segnando addirittura una rete decisiva in chiave Scudetto. Sarà proprio lui, infatti, a sbloccare la delicata gara in casa dell’Empoli, regalando uno 0-1 che poi risulterà importante per la conquista del titolo nazionale.

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La concorrenza è però enorme e la Juventus continua a comprare calciatori di livello incredibile. Per questo, Pecchia verrà ceduto –  prima in compartecipazione e poi a titolo definitivo – per i tre anni successivi. Caso volle che le sue avventure con Sampdoria, Torino e Napoli si conclusero tutte con le retrocessioni in Serie B delle squadre in questione. Pecchia ha poi militato per tre stagioni differenti nel Bologna, per una stagione con Como, Siena, Ascoli e Frosinone e per due campionati con il Foggia, club nel quale ha chiuso la carriera. Proprio nel periodo della militanza al Foggia, peraltro, Pecchia si è laureato in giurisprudenza, diventando quindi Avvocato a tutti gli effetti.

Una breve parentesi alla Juventus che ha rappresentato l’unica vera gioia di una carriera da girovago. Da allenatore, Pecchia sogna magari altri trofei, forse proprio con la Juventus. Per far sì che questa volta non si tratti solo di un amore fugace.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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