Alessandro Rinaldi, esperienza silenziosa per la Roma da Scudetto

Alessandro Rinaldi, esperienza silenziosa per la Roma da Scudetto

La stagione 2000/2001 rappresenta, ancora oggi, un’annata storica per i tifosi della Roma. Proprio in quella stagione, infatti, i giallorossi guidati da Fabio Capello vinsero il loro ultimo Scudetto in ordine cronologico. Una squadra, quella romanista, formata da grandissimi campioni. Totti, Batistuta, Montella, Nakata, Emerson, Cafu e Samuel, solo per citarne alcuni. Tra tutti questi calciatori, un “operaio” come Alessandro Rinaldi non poteva che passare in secondo piano. Eppure anche lui fece parte di quella rosa Scudettata, con un sentore di beffa per le poche presenze e per una minore considerazione rispetto alla stagione precedente.

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Alessandro Rinaldi, vincitore dello Scudetto con la Roma

Classe 1974, ormai ritirato dal mondo del pallone, Rinaldi – ironia della sorte – aveva mosso i suoi primi passi da calciatore sempre a Roma ma con i colori biancocelesti della Lazio. Tuttavia, con l’altro club capitolino il ragazzo non era mai sceso in campo, mancando quindi l’appuntamento con l’esordio ufficiale da professionista e in Serie A. Dopo una stagione al Nola, in Serie C1, Rinaldi fa il salto di categoria per giocare con l’Hellas Verona in Serie B. Subito dopo inizia per lui un trittico molto interessante a Ravenna, squadra nella quale rimarrà appunto per 3 stagioni vincendo anche un campionato di Serie C1, fino al 1998.

Soltanto in quell’anno, infatti, riuscirà a debuttare in Serie A, cambiando di nuovo casacca. Lo farà con il Bologna: i felsinei, nella stagione in cui Rinaldi milita in squadra, vincono addirittura la Coppa Intertoto e guadagnano l’accesso alla Coppa UEFA: Il difensore inizia a farsi notare come giocatore d’affidabilità e, nel 1999, viene scelto da una Roma in fase di rilancio come perno della retroguardia.

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Rinaldi arriva alla Roma insieme al compagno di squadra Francesco Antonioli. E nella prima stagione il suo apporto sarà decisamente continuo: il difensore infatti giocherà ben 23 partite, anche se la stagione giallorossa non risulterà di certo esaltante. La Roma infatti terminerà il campionato al 6° posto, vedendo peraltro i cugini biancocelesti festeggiare lo Scudetto. In estate la Roma diventa il primo club italiano quotato in Borsa, fa un mercato faraonico e costruisce una squadra di vertice. Rinaldi, così come Antonioli, resta in rosa. Ma se il portiere farà il titolare per tutta la stagione, il difensore giallorosso giocherà invece soltanto 9 partite. Poco male: anche lui può festeggiare lo Scudetto. Il punto più alto della sua carriera da calciatore.

Già nella stagione successiva infatti Rinaldi lascia la Roma per accasarsi all’Atalanta, dove però giocherà molto poco. Ancor meno lo farà con Chievo e Piacenza. Si ritirerà nel 2003 dopo una breve esperienza alla Triestina, compromessa purtroppo anche da problemi familiari. Come tanti operati, anche Alessandro Rinaldi ha vissuto il suo momento di gloria. Meritato, perché chi lavora sodo alla fine raccoglie sempre risultati, anche senza apparire.

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