Ancelotti Everton | la nuova casa di Mister Carlo

Ancelotti Everton | la nuova casa di Mister Carlo

Non è facile essere tifosi dell’Everton in questi tempi. Da un lato per le sfarzose vittorie dei cugini dei Reds, primi in classifica e campioni d’Europa in carica, dall’altro per la propria posizione in classifica: sedicesimo posto. Dopo 11 anni di gestione David Moyes, la società si è affidata a Roberto Martinez, che in un triennio ha dato vita a quella che in Inghilterra hanno chiamato la School of Science per via del gran calcio mostrato; successivamente è arrivato un gran campionato con Ronald Koeman, che però non riuscì a ripetersi l’anno successivo e venne sostituito da Sam Allardyce. Dall’anno scorso, senza troppa enfasi, era iniziato l’avvincente progetto di Marco Silva, allenatore portoghese, esonerato la settimana scorsa dopo 9 sconfitte in 18 giornate. E adesso è la volta all’Everton di Carlo Ancelotti.

Ancelotti Everton, prima volta di un italiano coi Toffee Men

L’ex allenatore del Napoli sarebbe il primo tecnico italiano a sedersi sulla panchina dei Toffees, che in quanto a storia, possono vantare di essere il primo club di Liverpool – fondato nel 1878 – e in bacheca di avere di nove titoli nazionali. Il proprietario del club inglese è l’iraniano Farhad Moshiri, uno dei 14 proprietari stranieri della Premier League. Una dirigenza ambiziosa che da anni sta investendo molto sul mercato e ha particolari progetti per la riqualificazione degli ambienti del club (nuovo impianto di gioco dal costo di 500 milioni).

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Ancelotti Everton ci siamo FOTO Twitter

La rosa della squadra: non manca gente dai piedi buoni

L’Everton ha iniziato molto male la stagione, tanto che a settembre la squadra aveva inanellato addirittura 4 sconfitte consecutive, e tutt’ora, ha una delle difese più perforate del torneo (29 reti subite). Il miglior marcatore è l’attaccante brasiliano Richarlison, a quota otto reti, ed è anche il giocatore di maggior talento della squadra di Liverpool. L’ex Watford ha vinto la Copa America con il Brasile da protagonista lo scorso luglio, e pur giocando come ala sinistra, agisce molto bene anche vicino la porta: le sue qualità sono il destro potente e l’impressionante scatto sul breve, motivo per cui quando l’Everton lo acquistò nel 2018, molti lo ritenerono un grande affare.

Bene Carter-Lewin, male il nostro Kean

A 7 reti invece c’è uno dei rappresentanti della next generation inglese, la punta Dominic Carter-Lewin, 22 anni. Un ragazzo pescato a 1,8 milioni dallo Sheffield nel 2016 e con un valore attuale invece di 22 milioni. Non molta fortuna sta riscuotendo invece Moise Kean. L’ex Juve è costato ben 27,6 milioni di euro ma fino ad ora, al netto di 14 apparizioni, non ha segnato nemmeno un gol (anzi, sono molti gli errori clamorosi sotto rete). Protagonista della campagna del club contro i razzismo, il giovane italiano non ha ancora trovato il suo spazio nel club inglese – solo 476′ di gioco, fra gli attaccanti dei blu solo Tosun ha giocato meno.

In generale l’Everton ha una rosa di buon livello, l’ottava per valore in Premier League con una valutazione di 495,70 milioni di euro. Oltre ai già citati, da sottolineare anche la presenza di importanti mestieranti come Fabian Delph, Theo Walcott, Leighton Baines, Morgan Schneiderlin, Seamus Coleman. Ancelotti dunque può puntare su un nucleo d’esperienza di qualità, che può aiutare il tecnico emiliano a ripristinare il carattere della squadra. Carattere che non manca di certo ed è anche notevole, visto che con l’allenatore ad interim Duncan Ferguson (che tra l’altro sarà il vice di Ancelotti) l’Everton ha battuto addirittura il Chelsea.

Richarlison de Andrade, 22 anni

Il modulo che userà Ancelotti

La squadra con Silva ha giocato sempre con il 4-2-3-1. Modulo che Ancelotti ha utilizzato molto sia a Monaco che a Madrid) con Carter-Lewin unica punta, mentre larghi giocano Richarlison e l’ex Arsenal Iwobi, con la gestione della mediana affidata al duo Schneiderlin-Sigurdsson. L’obiettivo di Silva era quello di creare una squadra dal palleggio dinamico e un pressing alto. Concetti che Ancelotti avrebbe voluto produrre a Napoli tramite il calcio liquido. Una squadra attiva, che costruisce in maniera ragionata. In cui tutti sanno fare tutto e dove i reparti sono molto più interattivi fra loro. A Liverpool Ancelotti potrebbe avere più facilità ad attuare questi concetti soprattutto in attacco, dove ci sono molti giocatori jolly. La liquidità dei ruoli e del dinamismo del suo nuovo calcio troverebbe una condizione amica.

Qualche dubbio non manca

I dubbi su questo legame riguarderebbero più l’incontro fra le due realtà. Ancelotti negli ultimi anni ha trovato difficoltà ad esprimersi in realtà sottostimate e in una condizione di underdog. Vedesi il Napoli in  Serie A ed il Bayern Monaco in Champions League. Mentre l’Everton viene dal terzo cambio in panchina in quattro anni. Ovviamente il freschissimo l’esonero dagli azzurri non sminuisce la carriera dell’ex Milan. Ma certo è che le ultime due esperienze di Carlo Ancelotti sono state fallimentari. Provare a ripartire da una squadra di pregio tecnico ma attualmente al sedicesimo posto in classifica potrebbe nascondere molte insidie. Eppure i fenomeni sono tali ovunque. E dall’orgoglio di Carlo Ancelotti, al Goodison Park, ci si aspetta un colpo di reni.